Gatto ha quasi reso cieca la sua padrona: cos’è successo a una 28enne

Una donna di 28 anni si è recata in un ospedale di Londra per farsi controllare l’occhio destro, in pessime condizioni: gonfio, purulento con liquido arancione e la sclera – il bianco dell’occhio – non più limpido ma del tutto rosso. Questi sintomi erano comparsi cinque giorni prima ed erano peggiorati.

Malattia trasmessa dal gatto

I medici hanno prescritto immediatamente un cocktail di antibiotici e antivirali sia direttamente nell’occhio che per via endovenosa, senza però alcun effetto beneficio. L’occhio continuava a necrotizzare e la paziente rischiava di perdere la vista. In più, si era aggiunta l’oftalmoplegia, cioè la paralisi dei movimenti oculari perché il nervo ottico era affetto dall’infezione. Di conseguenza, i medici hanno deciso di sottoporre la donna a un intervento chirurgico d’urgenza per alleviare la pressione che le comprimeva l’orbita oculare e ripulire i tessuti morti.

La causa di questa impressionante infezione non era chiara ma un dettaglio ha attirato l’attenzione dei medici. Due settimane prima che la salute degli occhi peggiorasse, il gatto della paziente aveva sviluppato lesioni cutanee sulle zampe e sulla testa.

Un tampone sterile è stato, quindi, passato sull’occhio della paziente e portato in laboratorio per l’analisi. Il campione è risultato positivo per l’ orthopoxvirus, lo stesso che ha provocato le lesioni sulle zampe del suo gatto. Il felino, quindi, le aveva trasmesso un virus.

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Le analisi genetiche hanno permesso di conoscere con precisione le specie virali coinvolte. Il colpevole? Il cowpox, virus che infetta bovini ed equini ma può essere trasmesso all’uomo. Tra l’altro, tale virus ha consentito lo sviluppo scientifico di un vaccino contro il vaiolo umano da parte di Edward Jenner alla fine del XVIII secolo.

Identificato il vaccino, i medici hanno adottato il trattamento: sei mesi di tecovirimat, un antivirale che inibisce la replicazione del vaiolo bovino, oltre ad altri farmaci e una seconda operazione per curare l’occhio della paziente. La sua vista non è stata influenzata da questa grave infezione ma ha mantenuto le tracce della oftalmoplegia.

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Fonte: Futura – Sciences.com.

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