Elio (de Le Storie Tese): “La mia esperienza di padre di un figlio autistico”

L’artista è il testimonial di una campagna per sensibilizzare sul tema dell’autismo. Ecco le caratteristiche di questo disturbo.

Un Elio che non ti aspetti. È quello che è sceso in campo come testimonial del comitato ‘Uniti per l’autismo’. Non ti aspetti che, durante una tavola rotonda sull’argomento, porti la sua esperienza personale: Stefano Belisari, leader del gruppo ‘Elio e le storie tese’ è il papà di un bambino autistico.

Su questo tema – ha testimoniato – siamo all’età della pietra, specialmente sotto il profilo della percezione. Ricordo quando cercavamo, io e mia moglie, qualcuno che ci dicesse se nostro figlio era autistico o no: avere una diagnosi è pressoché impossibile, ti viene fatta quasi sotto banco, ma in realtà si tratta di un passaggio fondamentale, perché la diagnosi precoce va fatta. È importante”.

Tuttavia non è così semplice. I sintomi sono tanti e variabili, sono necessari diversi test ed esami. Ma vediamo di capirne gli aspetti principali.

I sintomi tipici del disturbo dello spettro autistico, che compaiono intorno ai tre anni, riguardano la difficoltà di linguaggio, di comunicazione e di contatto emotivo. Il bambino affetto da autismo, infatti, ha un ritardo nello sviluppo del linguaggio, non risponde quando viene pronunciato il suo nome, è disinteressato alle dimostrazioni affettuose (baci, abbracci, carezze), evita il contatto visivo, non prova interesse verso gli altri, è talmente abitudinario da andare in crisi se la sua routine viene stravolta. Si tratta di un disturbo di carattere permanente e colpisce una persona ogni cento, soprattutto maschi.

Le cause sono ancora un mistero. Sembra però verosimile che l’autismo sia legato a fattori genetici oltre che ambientali (come ad esempio assunzione di alcol o particolari farmaci in gravidanza, ma anche alcune infezioni contratte durante i 9 mesi di attesa).
Dall’autismo non si guarisce, tuttavia le cure puntano a migliorare la qualità della vita incrementando la socialità e a sviluppando l’autonomia per quanto possibile.

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