Due bicchieri di vino al giorno ‘puliscono’ il cervello

Un paio di bicchieri di vino al giorno puliscono letteralmente la mente. Lo sostiene uno studio britannico.

Un paio di bicchieri di vino al giorno puliscono letteralmente la mente.

Lo sostiene uno studio britannico.

I topi esposti all’equivalente di circa due bicchieri e mezzo al giorno sono più efficienti nella rimozione dei prodotti di scarto dal cervello associati alla demenza.

Ai roditori è stato somministrato un composto di alcol noto come etanolo.

L’autore principale dello studio, il dr. Maiken Nedergaard, dell’Università di Rochester, ha dichiarato: “L’assunzione prolungata di quantità eccessive di etanolo è nota per avere effetti negativi sul sistema nervoso centrale. Tuttavia, in questo studio abbiamo dimostrato, per la prima volta, che basse dosi di alcol sono potenzialmente benefiche per il cervello, cioè migliora la capacità del cervello di rimuovere i rifiuti“.

I ricercatori non hanno menzionato se sia più efficace a ‘pulire’ il cervello il vino bianco o quello rosso, oppure si possono bere altri tipi di alcol, come la birra, con lo stesso impatto benefico.

I risultati hanno rivelato, inoltre, che l’esposizione intermedia all’alcol riduce la capacità dei topi di eliminare i rifiuti dal cervello ma questo viene ripristinato dopo 24 ore.

Questo livello di esposizione equivale a circa 340 grammi di birra contenente il 5% di alcol o 140 grammi di vino con il 12% di alcol per una persona che pesa 70 kg.

Dosi di alcol molto elevate, circa 21 bevande standard al giorno, inibiscono anche la rimozione dei rifiuti.

Il dott. Nedergaard ha affermato: “L’assunzione prolungata di quantità eccessive di etanolo è nota per avere effetti negativi sul sistema nervoso centrale. Inaspettatamente, tuttavia, la bassa dose di alcol (0,5 g / kg) ha migliorato significativamente l’attività glicolitica, acutamente e dopo 30 giorni di esposizione cronica“.

Nel 2012, gli stessi scienziati hanno scoperto che il liquido spinale cerebrale viene pompato nel tessuto cerebrale e scarica via i rifiuti, comprese le placche proteiche legate al morbo di Alzheimer. Questo processo è definito come “funzione giriforme“.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

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