Dormire 4 ore a notte: perché alcune persone ci riescono?

Noti anche come short-sleepers, i soggetti che riescono a dormire 4 ore a notte suscitano sentimenti differenti tra coloro che li circondano. C’è chi li invidia e chi, invece, si limita a sorprendersi per questa loro caratteristica. C’è anche chi, ovviamente, si chiede da cosa sia causata. Se fai parte di questa terza categoria, nelle prossime righe puoi trovare alcuni interessanti risposte.

Short-sleepers: da cosa è causata la loro particolare caratteristica?

Ricaricarsi con un sonno di 240 minuti: per molte persone si tratta di realtà quotidiana. Diversi scienziati si sono interrogati su questa particolare caratteristica. Degna di nota a tal proposito è la posizione della Dottoressa Abby Ross, psicologa in pensione e short-sleeper. L’esperta in questione, intervistata dalla BBC nel 2015, ha descritto la sua condizione come quella di una persona che, grazie alla possibilità di dormire poco, riesce a vivere due vite con molte più ore a disposizione nella giornata rispetto agli altri.

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A cosa è dovuta questa caratteristica? Per trovare una risposta a questa domanda bisogna fare un passo indietro fino al 2009, anno in cui, grazie agli studi del Dottor Ying-Hui Fu, attivo presso l’Università della California, è stato possibile scoprire che i short-sleepers hanno una caratteristica genetica in comune. Di cosa si tratta? Della mutazione del cosiddetto gene DEC2, individuata nei soggetti abituati a dormire poche ore a notte ma, per esempio, non nei loro parenti diretti.

Il Dottor Fu e la sua equipe hanno raggiunto questa conclusione analizzando 250 volontari, ma anche inducendo la suddetta mutazione in un gruppo di cavie, che sono riuscite a dormire poche ore e ad eseguire alla perfezione alcuni semplici compiti a loro assegnati.

Il punto di vista del Dottor Fu

Il Dottor Fu ha commentato la sua ricerca sui short-sleepers ricordando che, in generale, il sonno è importantissimo per la salute e che privando una persona di due ore di sonno al giorno le sue funzioni cognitive risultano compromesse. I motivi del ruolo che il sonno ricopre nel mantenimento della salute non sono ancora completamente chiari alla scienza.

Tra gli orientamenti più accreditati è possibile ricordare quello che vede il cervello autoriparare i danni alle proprie cellule nel corso delle ore di riposo e, nel contempo, eliminare le tossine. Le persone portatrici della mutazione del gene DEC2 riescono a mettere in atto queste operazioni di “pulizia” in un lasso più breve di tempo.

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