Covid-19: sempre più pazienti con eruzioni cutanee

Come riferito da Fox News, sono numerose le segnalazioni di pazienti Covid-19 positivi che riferiscono l’insorgenza di eruzioni cutanee. Queste manifestazioni possono assumere molte forme. In alcuni casi si parla di piccole macchie rosse. In altre, invece, di lesioni più grandi. In altri frangenti, invece, si ha a che fare con lesioni che fanno apparire le dita come se fossero congelate.

Sì, stiamo parlando dei geloni alle mani e ai piedi, situazioni che possono essere contraddistinte anche dall’insorgenza di prurito, gonfiore e arrossamento. Cosa dicono gli esperti in merito? Vediamolo nelle prossime righe.

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“Troppo presto per parlare di sintomi di Coronavirus”

In merito ai geloni ai piedi e alle mani come possibili sintomi di infezione da SARS-CoV-2 si è espresso il Dottor Kanade Shinkai, caporedattore della rivista JAMA Dermatology. Parlando con i giornalisti del programma Live Science, ha specificato che è troppo presto per parlare con cognizione scientifica di veri e propri sintomi da Coronavirus.

L’esperto ha sottolineato che, oggi come oggi, non è chiaro se le sopra citate lesioni siano o meno una manifestazione diretta del virus o il sintomo di un sistema immunitario alterato a prescindere dall’infezione da SARS-CoV-2.

Il celebre dermatologo ha fatto presente che è anche possibile che alcune reazioni siano dovute a complicanze della patologia, ma anche alle reazioni ai farmaci. Ha fatto presente che, in determinati frangenti, si può parlare di vere e proprie coinfezioni e dell’influenza di altri virus.

In collaborazione con il suo team, ha chiarito tutto questo in un articolo pubblicato sulla sopra citata rivista, ponendo l’accento sull‘importanza di una scienza rigorosa, capace di andare oltre ai post sui social e alle discussioni sui forum online.

Concludiamo facendo presente che Shinkai e il suo team hanno sottolineato che le eruzioni cutanee sono manifestazioni delle patologie virali infantili, motivo per cui è prematuro associarle direttamente al Covid-19, malattia che, numeri alla mano, ha colpito pochissimi pazienti in età infantile.

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