Covid-19, l’uomo può trasmettere il coronavirus ai gatti

L’uomo può trasmettere il coronavirus al suo amico a quattro zampe. La scoperta è di gruppo di ricercatori dell’Università di Glasgow.

Lo studio che hanno condotto mirava a evidenziare le prove della contaminazione da Covid-19 nei gatti nel Regno Unito. Dopo aver analizzato più di 387 tamponi, gli scienziati hanno identificato la presenza di Covid-19 in due gatti.

Secondo i risultati pubblicati sulla rivista medica Veterinary Record, è possibile che gatti e altri animali domestici possano essere in grado di sviluppare i sintomi simili a quelli degli esseri umani e anche forme più o meno gravi di Covid-19.

Il primo gatto, una femmina di 4 mesi, ha mostrato sintomi lievi. Tuttavia, è stata subito portata da un veterinario dopo aver avuto difficoltà a respirare. Sfortunatamente, non è sopravvissuta. È sui tessuti polmonari presi post mortem che sono state dimostrate le tracce del virus.

Il secondo gatto, un siamese di 6 anni, è arrivato alla clinica veterinaria con rinite e congiuntivite lieve. Solo pochi mesi dopo questo breve soggiorno il tampone orofaringeo trasmesso alla VDS (The Veterinary Defence Society) ha confermato l’infezione da Covid-19.

Secondo la professoressa Margaret Hosie del Centro di ricerca sui virus dell’Università di Glasgow e autrice principale dello studio, questa strada non dovrebbe essere esclusa, soprattutto quando «i casi umani stanno diminuendo». Ecco perché, per lei, «la prospettiva di trasmissione tra animali sta diventando sempre più importante come potenziale fonte per la reintroduzione di Sars-CoV-2 negli esseri umani», ha spiegato.

L’esperta ha affermato anche che è importante non trascurare questo aspetto poiché gli animali domestici agiscono come un «serbatoio virale». Gli scienziati insistono sul fatto che «sarà importante monitorare la trasmissione da uomo a gatto, da gatto a gatto e da gatto a uomo».

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