Covid-19, Galli: “Tenere le persone sulle navi è un errore colossale”

Massimo Galli, direttore di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, intervistato dal Messaggero, ha affermato: «Come ha dimostrato la nave da crociera Diamond Princess che era ben diversa da una imbarcazione come quelle in cui si possono trovare i migranti, trattenere le persone lì è il modo migliore perché l’infezione si diffonda in maniera notevole. Quella nave da crociera, ricordiamo, ha provocato oltre 700 infettati e ha avuto un numero riproduttivo basale spaventoso da questo punto di vista».

Per Galli, insomma, «tenere le persone sulle navi è un errore colossale», mentre la soluzione è «che i migranti vengano sottoposti ai test e vengano fatti sbarcare prima possibile».

«La gestione corretta – ha aggiunto Galli – è ovviamente quella di cercare di effettuare dei test prima di farli sbarcare, e poi far scendere certamente le persone che risultano infettate. Credo che in questo momento sia la procedura seguita. Ma non è tanto rilevante dove fai il test. In realtà vista la situazione, può essere tranquillamente effettuato a terra in una sede più consona della nave, rispetto all’ammassamento di uomini a terra; certamente si riesce a organizzare un distanziamento che non si può avere su una di queste navi delle Ong o anche delle nostre navi militari».

In merito ai migranti positivi ma non rintracciabili Galli ha dichiarato: «Il problema esiste, lo stiamo vivendo e quindi bisogna organizzarsi per contenerlo. Ma il termine rilevanza rispetto alla possibilità di diffusione dell’infezione nel Paese è limitata. In ogni caso sono d’accordo che venga mantenuto lo stato di emergenza, per lo meno si può cercare di regolamentare meglio anche questi interventi».

E ha concluso: «Con tutta franchezza, ho molto più timore invece di focolai che possono essere generati da persone che vengono dall’estero con un’altra modalità e che come tali possono essere meno facilmente tracciabili. In questo momento, i Paesi con il maggior tasso di nuovi casi, oltre a India e Bangladesh, sono certamente Stati Uniti e Brasile. Posto il fatto che l’infezione in Italia non è mai sparita, le possibilità di persone che tornando da questi paesi possano riportare l’infezione è davvero elevata».

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