Coronavirus: fumare cannabis aumenta il rischio di complicanze

Chi sta fumando erba per attenuare lo stress durante l’emergenza Coronavirus dovrebbe, per la sua salute, dire addio a questa abitudine. Gli esperti, infatti, hanno scoperto che fumare cannabis anche occasionalmente può aumentare il rischio di avere a che fare con complicazioni gravi in caso di infezione da SARS-CoV-2.

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Cosa succede alle vie aeree quando si fuma cannabis

Come evidenziato dal Dottor Alberto Rizzo, direttore medico dell’American Lung Association, nelle vie aeree di chi fuma cannabis insorge un certo grado di infiammazione molto simile alla bronchite (gli effetti sono affini a quelli del fumo di sigaretta).

Questo, a detta dell’esperto, può portare a un peggioramento dei sintomi in caso di Covid-19. Al suo punto di vista molti hanno ribattuto che, per chi ha appena iniziato e non fuma molto, potrebbero non esserci problemi.

A smontare questo punto di vista ci ha pensato il Dottor Mitchell Glass, pneumologo e altro importante esponente dell’American Lung Association. Come riportato dalla CNN, il medico ha fatto presente che, in caso di Covid-19, il consumo di cannabis può rappresentare un fattore confondente per quanto riguarda la diagnosi.

Il consumo di marijuana danneggia i polmoni per un determinato periodo di tempo. Come poco fa ricordato, gli effetti sono molto simili a quelli della bronchite cronica. I fumatori, le persone affette da BPCO e i soggetti affetti da asma grave risultano particolarmente a rischio di complicanze grave in caso di Covid-19 (tra queste è possibile comprendere anche la ventilazione assistita).

I segni di un danno polmonare da fumo possono comparire anche dopo il consumo di poche sigarette. Nel caso della marijuana, è invece necessario prendere in considerazione alcuni aspetti che possono rivelarsi problematici per i polmoni anche se non si è forti fumatori.

Glass ha fatto presente che la marijuana brucia a una temperatura molto più bassa rispetto a quella a cui bruciano la sigarette. Questo può portare l’utilizzatore a inalare del materiale vegetale non bruciato. A fronte di ciò, si ha a che fare con una forte irritazione dei polmoni, causa di tosse secca.

Il suddetto sintomo è tra i più comuni del Covid-19 e, come sopra accennato, può rappresentare un fattore confondente per i professionisti che devono effettuare la diagnosi.

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