Coronavirus: c’è rischio di contagio a bordo degli aerei?

Il rischio di contaminazione da Coronavirus a bordo degli aerei non deve in alcun modo essere preso alla leggera. A ricordarlo ci ha pensato un recente studio statunitense, che ha messo in primo piano dati raccolti su un Boeing 767.

Coronavirus e aerei: ecco cosa sapere

A causa della pandemia da Coronavirus, milioni di persone si sono ritrovate costrette a cancellare i propri voli prenotati sia per impegni di lavoro sia per esigenze personali. Oggi come oggi, non sappiamo ancora quando potremo tornare a viaggiare in sicurezza.

Di certo c’è che il rischio di contaminazione da SARS-CoV-2 a bordo degli aerei non deve essere messo in alcun modo in secondo piano. A dimostrarlo ci ha pensato il Professor Qingyan Chen della Purdue University (USA).

L’accademico ha messo in primo piano le conseguenze della tosse emessa da un passeggero, aprendo gli occhi di molte persone sul rischio di contaminazione all’interno degli spazi chiusi degli aeromobili.

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Per certi versi non è il caso di sorprendersi: le cabine degli aerei, ambienti molto chiusi, sono sempre state rischiose per la trasmissione di numerose tipologie di germi. Tra le principali cause oltre al poco spazio c’è la vicinanza tra i passeggeri per tempi a volte prolungati e superiori alle 10 ore.

Chiaro è che con una pandemia come quella attuale il rischio è molto più alto. Lavorando fianco a fianco con gli ingegneri di Boeing e con lo scopo di capire se una modifica del sistema di ventilazione interno potesse abbassare il rischio di contagio, Qingyan Chen e il suo team hanno scoperto che un passeggero seduto sette file più indietro rispetto a un soggetto infettato ha una possibilità su tre di essere infettato nel corso di un volo di cinque ore.

La buona notizia? Modificando il sistema di ventilazione, ossia facendo circolare l’aria a filo del pavimento, si riuscirebbe a ridurre il rischio di contagio di metà o più.

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