Che paziente è stato Sinisa Mihajlovic? Parla il suo medico

“Non hai mai smesso di lottare, amava la vita”, ed è stato anche un “esempio per tanti pazienti che hanno iniziato a identificarsi con lui” e il suo modo di affrontare la sfida della leucemia.

Francesca Bonifazi, direttore del programma Terapie cellulari avanzate dell‘IRCCS – Policlinico Sant’Orsola di Bologna ricorda così Sinisa Mihajlovic, scomparso oggi all’età di 53 anni.

La dott.ssa Bonifazi ne ha seguito il percorso di cura vedendolo di persona l’ultima volta il 7 dicembre scorso e parlandogli a voce pochi giorni dopo. Oggi che è venuto a mancare lo definisce un uomo “straordinario” con il quale si era creato un fortissimo rapporto Medico – paziente.

“Si è fatto volere bene da tutti, ha davvero lasciato il segno qui al Sant’Orsola. Ha conquistato tutti, si è fatto amare da tutti: tanti si sono identificati con lui, hanno gioito con lui” e si sono lasciati ispirare dal modo in cui ha affrontato la malattia, sottolinea Bonifazi parlando all’agenzia Dire.

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Che paziente è stato Sinisa Mihajlovic?

Prima di tutto, uno “che si è sempre affidato in maniera totale” al percorso di cura e ai suoi medici. Mai nessun motivo di attrito o conflitto. Certo, “nei momenti più difficili, quando tornava fuori la malattia”, non mancavano “momenti di tristezza, ma ha sempre avuto voglia di farcela” mostrando speranza e coraggio: “La sua fedeltà alla disciplina lo ha portato ad affrontare in maniera metodica e con grande coraggio questa malattia”.

Bonifazi ha ricordato che Mihajlovic voleva che lei gli andasse a parlare di persona: “Mi diceva che in una frase c’è il 20% del contenuto e il restante 80% era nel comportamento, nel linguaggio del corpo. Da queste cose mi diceva di capire come e se le cose stessero andando bene. Era capace di una analisi attenta e puntuale dei comportamenti” e pur con un carattere forte, “deciso, ha sempre manifestato grande fiducia nei percorsi di cura che gli venivano proposti e richiesti, “si è sempre affidato”, sottolinea con forza la dottoressa.

Bonifazi, infine, ha ricordato come quell'”uomo straordinario abbia sempre avuto accanto una famiglia degna di lui, una moglie sempre vicina: non è mai stato solo e si è fatto amare da tutti”.

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