Bimba nasce con la ‘coda’, caso rarissimo: la spiegazione dei medici

Una bambina in Brasile è nata con una coda. Si tratta di un caso rarissimo. I medici hanno spiegato cosa sia successo.

Con il progredire dell’evoluzione, l’umanità ha acquisito determinate caratteristiche fisiche e mentali per interagire con il suo ambiente.

Abbiamo acquisito competenze e ne abbiamo perse altre. La coda, caso notevole nell’evoluzione dalla scimmia agli ominidi, è completamente scomparsa. Tranne in alcuni casi particolarmente rari, come nel caso di una bambina nata in Brasile.

Se l’uomo ha perso la coda durante il suo passaggio da scimmia a essere umano 20 milioni di anni fa, ne ha conservato ancora una piccola traccia. Questa risiede in un punto osseo centrale situato a livello del bacino. La sua funzione è quella di assorbire urti brutali in caso di caduta sul bacino.

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Un’appendice di sei centimetri

Ma in alcuni casi clinici può apparire una specie di piccola coda sotto forma di un’appendice coperta di pelle. Come il caso di una bambina, che risale a tre fanni fa. I medici, che hanno riportato i fatti sul Journal of Pediatric Surgery Case Reports, hanno parlato di “coda pseudo-umana”.

L’appendice, lunga sei centimetri, era ricoperta di pelle e sporgeva dal dorso, risalendo verticalmente. I medici hanno scattato una foto della piccola sporgenza per documentare il referto e poi l’hanno ritagliata.

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Spina bifida

Questa piccola “coda” era comparsa a causa della spina bifida, un’anomalia della chiusura del tubo neurale che sarebbe dovuta avvenire normalmente tra il 21° e il 28° giorno di gravidanza. Questa malformazione provoca una sorta di vuoto nella colonna vertebrale.

I medici hanno ipotizzato, pertanto, che il corpo della bambina abbia così riempito questa piccola anomalia, formando un’appendice.

Secondo i ricercatori del Center for Fetal and Placental Research in Ohio (USA) che hanno partecipato alla stesura dello studio con i medici brasiliani: “Le appendici caudali umane sono lesioni rare. Impongono un enorme stigma ai loro portatori e genitori. Di solito sono associati a disrafismi spinali (spina bifida) e la loro presenza richiede un attento screening per le anomalie del midollo spinale sottostanti”.

Fonte: MaxiSciences.com.

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