Emorragie cerebrali e alcol: ecco cosa succede nel cervello

Uno studio americano dimostra il legame diretto tra abuso di alcol e ictus cerebrali gravi e precoci

Bere regolarmente tre bicchieri al giorno può anticipare l’arrivo di un ictus cerebrale di oltre un decennio. È quanto emerge da una nuova indagine scientifica pubblicata sulla rivista Neurology e condotta negli Stati Uniti su oltre 1.600 pazienti ospedalizzati per emorragia cerebrale.

I dati raccolti sono netti: chi assume abitualmente tre o più unità alcoliche al giorno ha un rischio significativamente maggiore di essere colpito da un ictus a un’età media di 64 anni, contro i 75 anni di chi non beve o lo fa moderatamente. E non si tratta solo di una questione anagrafica: le emorragie cerebrali osservate nei forti bevitori risultano anche più estese, più gravi e localizzate in aree più profonde del cervello, complicando ulteriormente il recupero.

Secondo gli studiosi, i danni sono così severi che le probabilità di disabilità permanente aumentano notevolmente, specialmente nei casi in cui il sangue si estende ai ventricoli cerebrali, condizione associata a prognosi peggiori. La ricerca è firmata da Edip Gurol, neurologo del Massachusetts General Hospital e autore principale dello studio (El País).

Un rischio elevato anche per il cervello giovane

Il dato che colpisce maggiormente è la differenza di 11 anni nell’età media dell’ictus tra forti bevitori e consumatori moderati o astemi. Si tratta di una forbice temporale enorme, che incide profondamente sulla qualità della vita.

Gurol sottolinea che “l’emorragia cerebrale è una delle condizioni più letali e invalidanti conosciute”. Queste crisi, infatti, si manifestano all’improvviso, provocano danni irreparabili e lasciano spesso segni permanenti, rendendo difficilissima la riabilitazione.

Nello studio, il consumo “intenso” è stato definito come l’assunzione abituale di almeno tre unità alcoliche al giorno, equivalenti a 42 grammi di alcol, ovvero tre lattine di birra o tre bicchieri di vino. Anche se la maggioranza dei soggetti analizzati era di origine caucasica, gli autori ritengono che i risultati siano generalizzabili a popolazioni afroamericane, ispaniche e asiatiche.

Ictus più estesi, prognosi più difficile

Le emorragie cerebrali nei forti bevitori, oltre a manifestarsi prima, risultano più ampie fino al 70% rispetto a quelle di chi ha un consumo moderato. Inoltre, tendono a colpire le zone profonde del cervello, rendendo la lesione neurologica ancora più complessa da trattare.

Inoltre, nei casi più gravi, il sangue può arrivare ai ventricoli cerebrali, aumentando il rischio di disabilità severa e riducendo drasticamente le possibilità di recupero funzionale.

Il team ha osservato una frequenza doppia di questo tipo di complicanze nei pazienti con consumo eccessivo rispetto agli altri. Una condizione che preoccupa i neurologi e che pone il consumo abituale di alcol tra i principali fattori di rischio per la salute cerebrale.

Una malattia silenziosa: il danno ai piccoli vasi cerebrali

Un altro effetto osservato tra i forti bevitori è la presenza di segni gravi della cosiddetta malattia dei piccoli vasi (EPV). Si tratta di un deterioramento cronico delle arterie cerebrali di piccolo calibro, fondamentale sia per la comparsa di ictus che per il declino cognitivo.

Nel gruppo esaminato, chi beveva regolarmente tre o più drink al giorno aveva oltre il triplo delle probabilità di mostrare danni avanzati alla sostanza bianca del cervello, uno dei principali indicatori di EPV.

Secondo i ricercatori, l’alcol agisce in due modi:

  • Aumentando la pressione sanguigna, con conseguente fragilità dei vasi;
  • Riducendo le piastrine, ostacolando la coagulazione e facilitando eventuali emorragie.

Questi effetti si sommano a quelli provocati da patologie come ipertensione e diabete, già note per peggiorare la salute vascolare cerebrale.

In Italia il rischio è sottovalutato

Il neurologo José Manuel Moltó, dell’Hospital Verge dels Lliris di Alcoi e membro della Società Spagnola di Neurologia, avverte che in contesti come quello spagnolo o italiano, “tre consumazioni al giorno non sembrano molte, ma in realtà lo sono”.

Uno dei limiti principali degli studi, aggiunge Moltó, è che spesso i dati sul consumo sono autodeclarati, cioè forniti dai pazienti stessi. E non è raro che si sottostimi la quantità effettivamente ingerita. Il punto centrale, secondo il neurologo, è capire se si tratta di un consumo abituale e continuativo nel tempo.

Anche in Italia, dove vino e alcolici sono parte integrante della cultura alimentare, questa soglia viene facilmente superata, specie durante pranzi e cene. Ma ciò non riduce i rischi neurologici, anzi li amplifica.

Non esiste un consumo sicuro

Gli autori dello studio sono chiari: non esiste un livello sicuro di consumo alcolico per la salute del cervello.

“Ridurre o eliminare del tutto il consumo di alcol è un passo fondamentale per prevenire l’ictus”, afferma Edip Gurol. Anche chi ha un rischio basso, precisa, dovrebbe limitarsi a un massimo di tre consumazioni a settimana per tutelare il benessere cerebrale e cardiovascolare.

Moltó è d’accordo: il consumo moderato non ha alcun effetto benefico dimostrato. Il suo consiglio è inserirlo in un approccio globale alla salute che preveda:

  • controllo della pressione arteriosa,
  • gestione del diabete,
  • e drastica riduzione dell’assunzione di alcol.

Un allarme da non sottovalutare

Questo studio conferma ciò che la ricerca scientifica suggerisce da anni: l’alcol, anche se in quantità apparentemente contenute, può essere estremamente dannoso per il cervello. E i danni non riguardano solo il lungo periodo: iniziano presto e in modo silenzioso.

Per chi pensa che tre bicchieri al giorno siano un’abitudine innocua, questa ricerca rappresenta un campanello d’allarme. La prevenzione dell’ictus cerebrale passa anche dalla cultura del consumo consapevole, e non c’è tradizione gastronomica che possa giustificare una leggerezza sulla salute neurologica.

Curiosità

Sai che il cervello contiene circa 100.000 chilometri di vasi sanguigni? Danneggiarli con l’alcol può compromettere in modo irreversibile le sue funzioni vitali.

FAQ

Bere vino ogni giorno fa male al cervello?
Sì, anche il consumo moderato è stato associato a un maggiore rischio di ictus e danni cognitivi.

Quanti bicchieri al giorno aumentano il rischio di ictus?
Secondo lo studio, tre o più al giorno aumentano notevolmente il rischio e anticipano l’età dell’ictus di oltre 10 anni.

C’è un livello sicuro di consumo?
No. Gli esperti raccomandano massimo tre consumazioni a settimana, ma anche meno è meglio.

Qual è il tipo di danno più comune causato dall’alcol al cervello?
Oltre all’ictus, la malattia dei piccoli vasi e il deterioramento cognitivo precoce.

L’alcol colpisce anche chi non ha fattori di rischio?
Sì. Anche persone senza ipertensione o diabete possono subire danni cerebrali dovuti all’alcol.

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