A cosa serve la vitamina D?

Negli ultimi anni, soprattutto a seguito dell’emergenza sanitaria causata dal Covid, si parla sempre più di vitamina D. Quali sono le sue funzioni? Se ti stai facendo questa domanda, non devi fare altro che proseguire nella lettura di questo articolo per trovare la risposta.

Ricorda, come sempre, di contattare il medico in caso di dubbi sulle tue condizioni di salute e di evitare di ricorrere, senza il parere di un esperto, all’assunzione di integratori.

I benefici della vitamina D

Iniziamo con il ricordare che, quando si parla di vitamina D, si inquadra un gruppo di pro-ormoni. A costituirlo sono ben 5 vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le forme più diffuse sono la D2 e la D3. Quando si parla dei suoi benefici, è possibile citare innanzitutto la capacità di fissare il calcio a livello osseo. Non a caso la vitamina D viene utilizzata per profilassi mirate nei neonati. La sua assunzione è raccomandata fino ai 12 mesi e ha lo scopo di prevenire il rachitismo. Negli anziani, invece, la vitamina D viene chiamata in causa come alleata nella prevenzione dell’osteoporosi.

L’utilizzo contro i tumori

Negli ultimi anni, si è intensificata la ricerca scientifica avente il fine di indagare il ruolo della vitamina D contro i tumori. Diversi studi hanno permesso di scoprire che questo pro-ormone sarebbe in grado di rallentare o arrestare la progressione di alcune masse tumorali. Interessante a tal proposito è lo studio internazionale EPIC. Questo poderoso lavoro scientifico ha permesso di scoprire che, nei soggetti con alti livelli sierici di vitamina D, è riscontrabile un rischio di cancro al colon inferiore del 40%.

La vitamina D contro il Covid

Come accennato all’inizio dell’articolo, di vitamina D si parla molto in tempi recenti anche per via del Covid. Secondo diverse evidenze scientifiche, tra le quali è possibile annoverare uno studio che ha coinvolto 52 pazienti e che è stato pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Respiratory Research, bassi livelli di vitamina D sembrerebbero associati a quadri più gravi della malattia, caratterizzati da forte compromissione polmonare.

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Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità hanno altresì fatto presente che, per ora, gli effetti positivi della supplementazione di vitamina D3 per la prevenzione dell’insorgenza della malattia non sono supportati da evidenze sperimentali sufficienti.

Come soddisfare il fabbisogno giornaliero

Per apprezzare al meglio i benefici della vitamina D, è chiaramente importante soddisfare il fabbisogno giornaliero di questo nutriente. Numeri alla mano, circa il 20% arriva da quello che si mette in tavola. Le migliori fonti? Pesci grassi come il salmone e l’aringa e il tuorlo d’uovo.

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La copertura della restante percentuale del fabbisogno quotidiano di vitamina D è frutto dell’esposizione ai raggi UVB – non a caso, questo nutriente è noto anche come vitamina del sole – che permettono la trasformazione di un lipide affine al colesterolo nel nutriente a cui sono dedicate queste righe. Una volta completato questo processo, la vitamina D, tramite una proteina ad hoc, viene trasportata fino al fegato.

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