I rischi nascosti della ketamina: dal trattamento della depressione alla tragica morte di Matthew Perry

La ketamina è un farmaco potente e versatile, utilizzato in ambito medico per anestesia, gestione del dolore e, più recentemente, per il trattamento della depressione resistente. Tuttavia, il suo uso comporta rischi significativi di effetti collaterali, soprattutto se non somministrata sotto stretto controllo medico o se usata a scopo ricreativo.

Nelle ultime ore si è registrata una svolta significativa nel processo relativo alla morte di Matthew Perry, l’attore noto per il ruolo di Chandler Bing in “Friends”, trovato senza vita nell’ottobre 2023 a causa di un’overdose di ketamina. Il dottor Salvador Plasencia, uno dei medici accusati di aver fornito la sostanza all’attore nel mese precedente la sua morte, ha accettato di dichiararsi colpevole di quattro capi d’accusa per distribuzione illegale di ketamina, secondo quanto riportato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e documenti giudiziari depositati recentemente.

La dinamica dei fatti

Plasencia, che gestiva una clinica di pronto soccorso a Malibu, aveva fornito a Perry e al suo assistente personale, Kenneth Iwamasa, 20 fiale di ketamina, pastiglie e siringhe tra il 30 settembre e il 12 ottobre 2023. Il medico ha ammesso che la sua condotta non rispettava gli standard medici e che la distribuzione della ketamina non aveva uno scopo medico legittimo. Inoltre, Plasencia ha iniettato personalmente ketamina a Perry in due occasioni, anche presso la sua abitazione, e ha insegnato all’assistente come somministrare la sostanza.

Il patteggiamento di Plasencia prevede la rinuncia a ulteriori accuse, tra cui tre capi di distribuzione e due di falsificazione di documenti, e potrebbe comportare una pena massima di 40 anni di carcere. Questo accordo segue quello di un altro medico coinvolto, Mark Chavez, che aveva già accettato di dichiararsi colpevole nel 2024. Tra le cinque persone accusate in relazione alla morte di Perry, Plasencia è il secondo medico a patteggiare, mentre una donna accusata di essere un’importante fornitrice di ketamina, Jasveen Sangha, ha dichiarato di non essere colpevole ed è l’unica tra gli imputati a non aver accettato un accordo.

Il decesso dell’attore

Matthew Perry è stato trovato morto il 28 ottobre 2023 nella vasca idromassaggio della sua casa a Los Angeles. L’autopsia ha confermato che la causa principale del decesso era l’effetto acuto della ketamina. L’attore aveva fatto uso della sostanza come trattamento off-label per la depressione, ma aveva iniziato a cercare quantità maggiori di ketamina rispetto a quelle prescritte dal suo medico abituale, il che lo ha portato a rivolgersi a Plasencia.

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Cos’è la ketamina

La ketamina è un farmaco appartenente alla classe delle arilcicloexilamine, noto per le sue proprietà anestetiche, analgesiche e dissociative. È stata sintetizzata negli anni ’60 e viene utilizzata sia in medicina umana che veterinaria come anestetico generale, soprattutto in situazioni di emergenza dove è importante mantenere la respirazione spontanea del paziente. Negli ultimi anni, ha trovato impiego anche in psichiatria per il trattamento della depressione resistente e di alcuni disturbi dell’umore, grazie alla sua azione rapida sui sintomi depressivi.

Usi principali

– Anestesia: impiegata in chirurgia, pronto soccorso e terapia intensiva per indurre uno stato di sedazione e analgesia senza deprimere significativamente la funzione respiratoria.

– Veterinaria: largamente usata per anestetizzare animali di diverse taglie, grazie al buon profilo di sicurezza.

– Terapia della depressione: a dosi subanestetiche, la ketamina (o il suo enantiomero esketamina) viene utilizzata per trattare la depressione resistente ad altri farmaci, con effetti rapidi ma temporanei.

– Dolore cronico: impiegata in alcuni protocolli per la gestione del dolore refrattario.

– Uso ricreativo: la ketamina è anche usata come droga d’abuso per i suoi effetti dissociativi e allucinogeni, sebbene ciò sia illegale e pericoloso.

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali della ketamina variano in base alla dose, frequenza d’uso e modalità di somministrazione, e possono essere sia fisici che psichici.

Effetti collaterali comuni:

– Nausea e vomito

– Vertigini, confusione, disorientamento

– Aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca

– Ipersalivazione, sudorazione

– Visione doppia, alterazioni percettive

– Sedazione, sonnolenza, riduzione della memoria a breve termine

Effetti dissociativi e psicologici:

– Sensazione di distacco dal corpo e dalla realtà (derealizzazione, depersonalizzazione)

– Allucinazioni, alterazioni della percezione sensoriale

– Possibili episodi di paranoia, deliri, ansia, attacchi di panico

Effetti a lungo termine o gravi:

– Dipendenza psicologica e fisica

– Danni alla vescica (cistite, dolore, bisogno frequente di urinare)

– Problemi cognitivi: deficit di memoria, difficoltà di apprendimento

– Disturbi psichiatrici persistenti (depressione, insonnia, flashback)

– Possibili danni renali e alterazioni della funzione epatica

Rischi specifici:

– A causa dell’effetto anestetico, chi assume ketamina può non percepire il dolore e rischiare incidenti gravi senza rendersene conto, specialmente in ambienti pericolosi come vicino all’acqua o in luoghi sopraelevati.

Meccanismo d’azione

La ketamina agisce principalmente come antagonista non competitivo dei recettori NMDA del glutammato nel cervello, modulando la trasmissione del dolore e influenzando i circuiti neurali coinvolti nell’umore. Questo meccanismo è alla base sia degli effetti anestetici che di quelli antidepressivi.

La ketamina è un farmaco potente e versatile, utilizzato in ambito medico per anestesia, gestione del dolore e, più recentemente, per il trattamento della depressione resistente. Tuttavia, il suo uso comporta rischi significativi di effetti collaterali, soprattutto se non somministrata sotto stretto controllo medico o se usata a scopo ricreativo.

In che modo la ketamina ha provocato la morte di Matthew Perry

La morte di Matthew Perry è stata causata da un’overdose acuta di ketamina, assunta in quantità molto superiori a quelle previste per un uso terapeutico. L’attore, che seguiva una terapia legale con ketamina per la depressione, nelle settimane precedenti il decesso aveva iniziato a cercare dosi sempre maggiori della sostanza, rivolgendosi anche a fornitori illegali oltre al suo medico curante.

Secondo l’autopsia e i risultati tossicologici, nel sangue di Perry sono state trovate concentrazioni di ketamina compatibili con quelle necessarie per un’anestesia chirurgica, quindi molto più elevate rispetto alle dosi usate nei trattamenti antidepressivi. Queste quantità hanno provocato una grave depressione del sistema nervoso centrale, portando a perdita di coscienza e a una crisi respiratoria fatale. Al momento della morte, Perry si trovava nella vasca idromassaggio della sua abitazione: la combinazione tra l’effetto anestetico della ketamina, la sua malattia coronarica e la terapia con buprenorfina (usata per trattare la dipendenza da oppioidi) ha aumentato il rischio di un esito letale.

L’indagine ha inoltre accertato che, negli ultimi giorni di vita, l’attore aveva assunto almeno tre dosi massicce di ketamina, l’ultima delle quali poco prima del decesso. La morte è stata quindi classificata come accidentale, ma aggravata dall’abuso della sostanza e dalla complicità di chi gliel’ha procurata illegalmente.

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