Se dormi poco e male rischi la demenza: ecco perché
Dormi male da tempo? Potrebbe aumentare il rischio di demenza.
Secondo uno studio americano, l’insonnia cronica può accelerare l’invecchiamento del cervello di oltre 3 anni.

Secondo dati recenti, quasi 1 italiano su 3 soffre di disturbi del sonno. Ma non si tratta solo di svegliarsi stanchi: un nuovo studio ha rivelato che l’insonnia cronica potrebbe aumentare fino al 40% il rischio di sviluppare demenza o declino cognitivo. Una cifra che equivale a 3,5 anni di invecchiamento cerebrale in più.
Indice dell'articolo
- 1 L’insonnia cronica potrebbe danneggiare il cervello
- 2 Uno studio su oltre 2.700 adulti over 50
- 3 I risultati: chi dorme male ha più probabilità di sviluppare demenza
- 4 Insonnia e danni cerebrali: un legame su più fronti
- 5 Più amiloide e danni alla sostanza bianca
- 6 Cosa succede al cervello quando dormiamo male
- 7 Perché l’insonnia cronica è così pericolosa?
- 8 Come intervenire: la terapia cognitivo-comportamentale
- 9 Dormire bene per proteggere il cervello
- 10 FAQ
- 11 Iscriviti
L’insonnia cronica potrebbe danneggiare il cervello
Dormire poco o male non è solo fastidioso: può diventare un fattore di rischio per la salute cerebrale. Lo ha dimostrato una ricerca pubblicata nel 2025 e condotta dal team del Mayo Clinic di Rochester (Minnesota, USA), guidato dal neurologo Diego Carvalho.
“L’insonnia non influisce solo su come ci sentiamo il giorno dopo: potrebbe danneggiare il cervello nel tempo.” — Diego Carvalho, neurologo, Mayo Clinic (USA)
Uno studio su oltre 2.700 adulti over 50
Il team ha seguito per oltre 5 anni un campione di 2.750 adulti cognitivamente sani, tutti over 50, con età media di 70 anni. Circa il 16% dei partecipanti ha dichiarato di soffrire di insonnia cronica, cioè difficoltà ad addormentarsi o mantenere il sonno almeno 3 notti a settimana per più di 3 mesi consecutivi.
All’inizio dello studio:
- Ogni partecipante ha descritto il proprio stile di sonno.
- Sono stati eseguiti test annuali sulla memoria e sulle funzioni cognitive.
- Alcuni soggetti si sono sottoposti a risonanze magnetiche cerebrali.
I ricercatori cercavano due indicatori ben precisi:
- Placche di amiloide, proteine associate all’Alzheimer.
- Iperintensità della sostanza bianca, segni di microdanni ai vasi sanguigni cerebrali.
I risultati: chi dorme male ha più probabilità di sviluppare demenza
Dopo oltre 5 anni di monitoraggio:
- Il 14% di chi soffriva di insonnia ha sviluppato declino cognitivo lieve o demenza.
- Tra chi dormiva bene, la percentuale è stata del 10%.
Questo significa che l’insonnia aumenta significativamente il rischio di decadimento cognitivo.
Insonnia e danni cerebrali: un legame su più fronti
Secondo Timothy Hearn, docente di bioinformatica all’Anglia Ruskin University (UK), lo studio americano rivela qualcosa di ancora più importante: il sonno scarso combinato a poche ore dormite è particolarmente dannoso.
“Chi dorme poco e male dimostra già, nei test cognitivi, performance di 4 anni più vecchie rispetto all’età reale.” — Timothy Hearn, docente universitario

Più amiloide e danni alla sostanza bianca
Nei pazienti con insonnia cronica è stata riscontrata:
- Maggiore presenza di placche amiloidi (collegate all’Alzheimer).
- Più danni alla sostanza bianca cerebrale, che ostacolano la comunicazione tra le aree del cervello.
Questa “doppia minaccia” – proteine tossiche e vasi danneggiati – potrebbe accelerare il declino cognitivo.
Cosa succede al cervello quando dormiamo male
Dormire bene è essenziale per “pulire” il cervello dalle tossine. Durante il sonno profondo (chiamato anche sonno a onde lente), il nostro cervello attiva un sistema di “lavaggio” che elimina proteine dannose come la beta-amiloide.
Lo conferma anche Jason Ellis, esperto di disturbi del sonno dell’Università di Northumbria:
“Il sonno profondo regolare aiuta a eliminare le tossine dal cervello e a regolare il sistema immunitario ed endocrino, entrambi legati ai disturbi neurodegenerativi.” — Jason Ellis, ricercatore del sonno
Perché l’insonnia cronica è così pericolosa?
L’insonnia non colpisce il cervello solo in un modo, ma attraverso più meccanismi:
- Favorisce accumulo di amiloide.
- Danneggia la sostanza bianca cerebrale.
- Aumenta pressione arteriosa e glicemia, due fattori di rischio noti per demenza.
Inoltre, spesso si accompagna ad altre condizioni:
- Depressione
- Ansia
- Dolori cronici
- Apnea notturna
Tutte queste patologie, da sole, possono peggiorare le funzioni cognitive. Insieme, moltiplicano i rischi.
Come intervenire: la terapia cognitivo-comportamentale
Fortunatamente, esistono terapie efficaci. La più valida resta la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I), che può essere:
- In presenza, con uno specialista.
- Digitale, tramite app o piattaforme online.
Secondo i dati, migliora la qualità del sonno nel 70% dei pazienti.
Tuttavia, gli esperti mettono in guardia dal pensare che “curare l’insonnia basti per evitare la demenza”. Il sonno è solo una parte del puzzle, anche se molto importante.
Dormire bene per proteggere il cervello
Questo nuovo studio rafforza un messaggio sempre più chiaro nella ricerca internazionale: la qualità del sonno è strettamente legata alla salute cerebrale. Dormire male, soprattutto dopo i 50 anni, può accelerare il rischio di declino cognitivo.
Agire per migliorare il sonno, con terapie mirate, stili di vita sani e attenzione alla propria salute mentale, non serve solo a sentirsi meglio: potrebbe proteggere il cervello dall’invecchiamento precoce.
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FAQ
Quanto devo dormire per proteggere il cervello?
Gli esperti consigliano tra 7 e 9 ore per notte, soprattutto dopo i 50 anni.
Se soffro d’insonnia, rischio davvero la demenza?
Non è detto, ma i rischi aumentano. È importante intervenire presto.
La terapia cognitivo-comportamentale funziona davvero?
Sì, è la più efficace oggi disponibile e migliora il sonno nel 70% dei casi.
Bere tisane aiuta a dormire meglio?
Può aiutare, ma non risolve da sola l’insonnia cronica. Meglio un approccio integrato.