«Era in remissione», ma si è tolta la vita: l’inchiesta sulla morte di una madre
Aveva chiesto aiuto, ma non è bastato. Una madre è morta suicida dopo essere stata dimessa dai servizi specialistici, nonostante fosse ancora in cura per psicosi post-partum.

Una madre di 41 anni, Roisin Harron, è morta suicida nel giugno 2024, poco più di un anno dopo essere stata dimessa dai servizi specialistici di salute mentale del South London and Maudsley NHS Foundation Trust, nel Regno Unito. La donna, residente a sud di Londra, lottava da anni contro una grave forma di psicosi post-partum, sviluppata dopo la nascita del figlio nel 2017. Lo racconta il Daily Mail.
Indice dell'articolo
- 1 Una malattia devastante dopo il parto
- 2 Terapie difficili e farmaci pesanti
- 3 Una memoria brillante spenta dalla malattia
- 4 L’uscita dai servizi specialistici: una scelta prematura?
- 5 La posizione degli psichiatri: “Era in remissione”
- 6 La morte a un anno dalla dimissione
- 7 Cos’è la psicosi post-partum?
- 8 FAQ
Una malattia devastante dopo il parto
La psicosi post-partum è un disturbo raro ma grave che colpisce circa una donna su 1.000 ogni anno, secondo i dati del Servizio Sanitario Nazionale britannico (NHS). Diversa dalla depressione post-partum o dal cosiddetto “baby blues”, questa condizione può includere sintomi estremi come deliri, allucinazioni, paranoia, umore euforico e confusione.
Roisin, che aveva già alle spalle una storia di depressione, iniziò a manifestare episodi di iperattività mentale (detti “ipermania”) un anno dopo il parto, nel 2018. Fu ricoverata al Bethlem Royal Hospital di Bromley, una delle strutture psichiatriche più note del Regno Unito, dove iniziò un trattamento intensivo.
Terapie difficili e farmaci pesanti
Durante il ricovero, le furono somministrate più sessioni di terapia elettroconvulsivante (ECT), una procedura ancora oggi utilizzata nei casi gravi di depressione resistente. La terapia consiste nell’inviare impulsi elettrici al cervello del paziente sotto anestesia.
Secondo le linee guida del NHS, l’ECT dovrebbe essere usata solo come soluzione a breve termine, preferibilmente quando altri trattamenti non funzionano. Tuttavia, l’inchiesta aperta dopo la morte di Roisin ha evidenziato che la terapia ha avuto un impatto profondo e duraturo sulla sua salute mentale.
La stessa Roisin, secondo quanto riportato in tribunale, avrebbe confidato alla famiglia di sentire che il suo cervello era “irreversibilmente danneggiato”.
Una memoria brillante spenta dalla malattia
I genitori della donna, Margaret McMahon e Henry Harron, hanno testimoniato al tribunale del coroner di Croydon che la figlia “aveva fatto grandi progressi negli anni” e aveva dimostrato un forte desiderio di guarire. Era determinata a essere una buona madre, a svolgere il proprio lavoro con serietà e a mantenere rapporti sinceri con amici e familiari.
Tuttavia, durante il ricovero, la sua memoria, un tempo eccezionale, risultava molto compromessa. Dopo la diagnosi ufficiale di disturbo bipolare, Roisin fu sottoposta a diversi trattamenti farmacologici, tra cui antipsicotici e litio, un regolatore dell’umore spesso usato nei casi di bipolarismo.
L’uscita dai servizi specialistici: una scelta prematura?
Nel aprile 2023, dopo un anno di relativa stabilità, Roisin venne dimessa dai servizi specialistici e affidata alle cure del proprio medico di base. Ma la famiglia non era convinta che fosse pronta per affrontare la vita senza un supporto professionale continuativo.
“Era chiaro che sotto al suo sorriso si nascondeva un dolore profondo”, hanno dichiarato i genitori. “Mostrava un volto coraggioso, ma soffriva ancora di depressione grave e ansia“.
Uno dei problemi principali, emerso durante l’inchiesta, fu la difficoltà nell’ottenere regolarmente i farmaci. Una volta dimessa, Roisin doveva recarsi in farmacia per ritirarli, ma spesso si trovava ad affrontare problemi di approvvigionamento, aumentando il suo disagio.

La posizione degli psichiatri: “Era in remissione”
Durante l’inchiesta, la dottoressa Aneesa Peer, psichiatra del South London and Maudsley Trust, ha spiegato che Roisin, al momento della dimissione, era considerata in remissione clinica. Secondo le linee guida, un paziente che mantiene la stabilità per almeno un anno può essere affidato al medico di base, con la possibilità di tornare ai servizi specialistici entro quattro settimane in caso di ricadute.
“La porta era sempre aperta”, ha dichiarato la dottoressa Peer. “Ma non è mai tornata da noi. Era molto attenta alle sue terapie e capace di comunicare chiaramente. Non era una persona che rimaneva in silenzio ad aspettare aiuto.”
Queste parole, però, hanno lasciato perplesso il padre della vittima, ex assistente sociale, che ha definito l’atteggiamento dei servizi come “troppo superficiale”.
La morte a un anno dalla dimissione
Il 17 giugno 2024, Roisin Harron è stata trovata senza vita in una camera del Travelodge di Crystal Palace, a Londra. L’autopsia ha rilevato la presenza di diversi farmaci prescritti nel corpo e ha stabilito che la causa della morte è stato un arresto cardiaco da overdose.
Il coroner Victoria Webb ha ufficialmente dichiarato la morte per suicidio e confermato che la donna aveva sofferto di psicosi post-partum, una condizione che, se non trattata in modo continuativo, può avere esiti drammatici.
Cos’è la psicosi post-partum?
La psicosi post-partum è un disturbo psichiatrico acuto che colpisce alcune donne nei primi 15 giorni dopo il parto. I sintomi includono:
- Umore maniacale o molto elevato
- Paranoia o allucinazioni
- Comportamenti fuori dal carattere abituale
- Confusione mentale e agitazione
- Pensieri suicidari
A differenza del “baby blues” (che colpisce fino all’80% delle neomamme e si risolve in pochi giorni) e della depressione post-partum (che può durare mesi), la psicosi post-partum richiede intervento medico immediato.
Le cause precise non sono ancora del tutto chiare, ma non sembra esserci un legame diretto con un parto traumatico. Il trattamento prevede spesso una combinazione di farmaci (antidepressivi, antipsicotici e stabilizzatori dell’umore) e psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT). Nei casi più gravi, può essere indicata la terapia elettroconvulsivante.
Con cure adeguate e tempestive, la maggior parte delle donne guarisce completamente.
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FAQ
Cos’è la psicosi post-partum?
È un disturbo psichiatrico grave che si manifesta nei primi giorni dopo il parto con sintomi come allucinazioni, paranoia e sbalzi d’umore estremi.
Si può guarire dalla psicosi post-partum?
Sì, con il trattamento adeguato molte donne guariscono completamente.
La terapia elettroconvulsivante è sicura?
È usata solo nei casi più gravi e sotto stretto controllo medico. Può essere efficace, ma comporta rischi.
È normale avere pensieri negativi dopo il parto?
In parte sì. Se però persistono o peggiorano, è fondamentale chiedere aiuto.