Quando la maternità fa paura: il caso di Misterbianco riaccende l’allarme sulla depressione post partum

La depressione post partum non è una colpa né un fallimento personale: è un disturbo curabile, che merita attenzione, ascolto e sostegno.

A Misterbianco, in provincia di Catania, una donna affetta da depressione post partum ha lanciato la sua neonata di sette mesi dal balcone del secondo piano, causandone la morte. La donna, seguita da servizi sociali e da un amministratore di sostegno, aveva avuto in passato problemi psichici e non accettava la figlia. Nonostante la presenza costante della suocera per monitorarla, la tragedia è avvenuta in pochi secondi di distrazione. La madre è stata fermata dai carabinieri e la Procura ha aperto un’inchiesta.

Un disturbo spesso sottovalutato, i sintomi

La depressione post partum è una forma di depressione che può insorgere nelle settimane o nei mesi successivi al parto. Si tratta di un disturbo dell’umore che va ben oltre il cosiddetto “baby blues”, una condizione transitoria di tristezza e instabilità emotiva che colpisce circa l’80% delle neomamme ma che tende a risolversi spontaneamente entro pochi giorni.

Nel caso della depressione post partum, invece, i sintomi sono più intensi, duraturi e invalidanti. Possono includere:

– Profonda tristezza e disperazione

– Perdita di interesse per il bambino o difficoltà nel creare un legame

– Ansia intensa e ingiustificata

– Sensazione di inadeguatezza o colpa

– Fatica cronica, insonnia o al contrario eccessiva sonnolenza

– Pensieri intrusivi o, nei casi più gravi, pensieri autolesivi

– Pianto frequente, anche senza un motivo apparente

– Cambiamenti dell’appetito

L’incidenza in Italia

In Italia, si stima che circa il 10-15% delle donne sviluppi una forma clinica di depressione post partum, con numeri probabilmente sottostimati a causa dello stigma ancora presente attorno alla salute mentale materna. Alcune ricerche indicano che la prevalenza potrebbe salire fino al 20% se si includono anche le forme moderate o non diagnosticate.

I fattori di rischio

– Precedenti episodi depressivi o disturbi d’ansia

– Gravidanze difficili o complicazioni durante il parto

– Mancanza di supporto familiare o sociale

– Stress economici o relazionali

– Esperienze traumatiche pregresse

Un problema ancora troppo invisibile

Nonostante l’elevata incidenza, la depressione post partum in Italia è spesso diagnosticata in ritardo o del tutto ignorata. Molte donne faticano a chiedere aiuto per paura di essere giudicate o di non essere considerate “buone madri”.

Solo poche Regioni italiane hanno implementato percorsi strutturati di screening psicologico durante e dopo la gravidanza. Tuttavia, negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione da parte del sistema sanitario e delle associazioni perinatali, con un crescente numero di servizi dedicati, sportelli psicologici nei consultori e campagne di sensibilizzazione.

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Prevenzione e cura

Il primo passo per affrontare questo disturbo è riconoscerlo. Un colloquio con uno psicologo o psichiatra, accompagnato da un corretto inquadramento medico, può fare la differenza. Le terapie più efficaci includono:

– Psicoterapia individuale o di coppia

– Supporto farmacologico (in casi selezionati e sotto stretta supervisione medica)

– Gruppi di supporto tra mamme

– Educazione psicologica e coinvolgimento del partner e della rete familiare

La depressione post partum non è una colpa né un fallimento personale: è un disturbo curabile, che merita attenzione, ascolto e sostegno.

Come si interviene

Le cure per la depressione post partum includono:

– Farmaci antidepressivi: utilizzati con cautela, specialmente durante l’allattamento al seno, poiché possono avere effetti collaterali.

– Psicoterapia: spesso raccomandata per superare i sintomi, specialmente con un approccio cognitivo-comportamentale.

– Supporto psicologico e sociale: fondamentale per aiutare le donne a gestire il nuovo ruolo materno e le sfide emotive.

– Nuovi trattamenti: come Zulresso (brexanolone), approvato dalla FDA per il trattamento della depressione post partum, ma non ancora disponibile in Italia.

Come prevenire eventi come quello di Misterbianco

Per prevenire eventi tragici come quello accaduto a Misterbianco, possono essere implementate diverse misure di sicurezza e supporto:

1. Screening e monitoraggio: utilizzare strumenti come l’Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) per identificare precocemente le donne a rischio di depressione post partum e garantire un monitoraggio costante.

2. Interventi di supporto: implementare programmi di Home Visiting che offrono supporto emotivo e pratico alle neo-mamme, migliorando il legame genitore-bambino e promuovendo un ambiente sicuro.

3. Rete sociale e familiare: favorire la costruzione di una rete di supporto familiare e sociale per le nuove madri, riducendo l’isolamento e aumentando il senso di sicurezza.

4. Accesso ai servizi sanitari: garantire un facile accesso a servizi psicologici e psichiatrici specializzati nella depressione post partum, con interventi tempestivi e adeguati.

5. Educazione e sensibilizzazione: promuovere campagne di sensibilizzazione sulla salute mentale perinatale, educando operatori sanitari e la popolazione generale sui segni di allarme e sulle risorse disponibili.

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