17enne va al lago e muore per un ameba mangia-cervello

Una giovane studentessa di 17 anni della Georgia (USA), Megan Ebenroth, ha perso la vita in modo drammatico a causa di un’insidiosa infezione cerebrale provocata dalla temibile Naegleria fowleri, comunemente conosciuta come ameba mangia-cervello. Questo microrganismo letale si annida nel suolo e nelle sorgenti di acqua dolce, trovando la sua via di ingresso nell’organismo umano attraverso il naso.

Una Gita Mortale

La tragedia ha inizio dopo una gita al lago. Megan aveva trascorso una giornata al lago di Dearing, nella contea di McDuffie, il 11 luglio. Senza alcun timore, si era tuffata nelle acque dolci, ignara del pericolo imminente. Pochi giorni dopo, i primi sintomi si sono fatti strada nella sua giovane vita: capogiri, perdita di equilibrio e acuti mal di testa.

Una Lotta Contro il Tempo

Inizialmente, i medici hanno attribuito i sintomi a una sinusite e le hanno prescritto un antibiotico. Tuttavia, le condizioni di Megan hanno continuato a deteriorarsi. La giovane è stata nuovamente ricoverata in ospedale, ma la sua situazione si è aggravata al punto che è stato necessario indurla in coma farmacologico, intubarla e procedere all’apertura del suo cranio. Il 21 luglio, dopo giorni di incertezza, è arrivata la diagnosi: la Naegleria fowleri aveva attaccato il suo cervello.

La Lotta Contro un Nemico Silente

La Naegleria fowleri provoca una condizione nota come meningoencefalite amebica primaria, che porta alla distruzione del tessuto cerebrale e al gonfiore del cervello. La prospettiva per chi contrae questa infezione è invariabilmente oscura. Purtroppo, Megan non ha potuto vincere questa battaglia e si è spenta l’22 luglio, dopo 11 giorni di sofferenza.

Una Minaccia Rara e Mortale

L’ameba mangia-cervello è una minaccia straordinariamente rara. Risiede nelle acque dolci, escludendo le acque salate del mare. Non si diffonde da persona a persona ed è difficilmente contagiosa. Tuttavia, una volta che infetta un individuo, le conseguenze sono devastanti. La letalità dell’infezione nell’uomo è dell’ordine del 97%, colpendo direttamente il cervello. I sintomi, che possono insorgere tra 1 e 12 giorni dall’esposizione, includono forti mal di testa, febbre, nausea, vomito, torcicollo, convulsioni e coma. La morte sopraggiunge mediamente dopo 5 giorni dalla comparsa dei sintomi.

La tragica storia di Megan Ebenroth ci ricorda quanto sia importante conoscere e rispettare i pericoli presenti nelle nostre attività quotidiane, anche quando sembrano innocue come una nuotata in acqua dolce.

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