Alzheimer, cancellato enzima che riduce i sintomi

"Notevole": è così che i ricercatori stanno descrivendo i risultati di un nuovo studio condotto sui topi che mostrano i tratti associati al morbo di Alzheimer.

Notevole“: è così che i ricercatori stanno descrivendo i risultati di un nuovo studio condotto sui topi che mostrano i tratti associati al morbo di Alzheimer.

La cancellazione di un solo enzima ha provocato la quasi totale inversione della deposizione di placche amiloidi (dette anche senili) presenti nel cervello dei pazienti con l’Alzheimer, migliorando le funzioni cognitive nei topi.

Lo rivela uno studio dei ricercatori della Cleveland Clinic (USA), pubblicato il 14 febbraio sul Journal of Experimental Medicine.

Questi risultati promettenti sono incentrati sulla cancellazione di un gene che produce un enzima chiamato BACE1, che contribuisce a generare i peptidi beta-amiloide che si accumulano in modo anomalo nel cervello dei pazienti con il morbo di Alzheimer.

Gli studi hanno dimostrato che l’arresto o la riduzione dell’attività di quell’enzima riduce drasticamente la produzione di peptidi beta-amiloide, tossici per il cervello e portatori dei sintomi – inclusa la perdita di memoria – associati all’Alzheimer.

Utilizzando gli inibitori di BACE1 per abbassare gradualmente i livelli dell’enzima, i ricercatori hanno osservato una riduzione della perdita dei neuroni e una migliore funzione cerebrale nei topi, dando così una nuova speranza agli esseri umani.

Tuttavia, i ricercatori invocano cautela poiché molte scoperte sull’Alzheimer sembrano ottime nei topi ma poi falliscono nelle persone.

Il ricercatore della Cleveland Clinic, Riqiang Yan, autore dello studio, ha dichiarato ad ABC News che nel roditore il gene che produce l’enzima è stato eliminato, bloccando completamente la produzione dell’enzima. Ma negli esseri umani è improbabile che gli inibitori di BACE1 fermino totalmente la produzione dell’enzima, ha detto Yan.

Comunque, cinque inibitori di BACE1 sono attualmente testati su soggetti umani.

Gli inibitori di BACE1 rappresentano una speranza per i malati di Alzheimer, se non hanno effetti collaterali indesiderati o possono essere tollerati per l’uso a lungo termine“, ha detto Yan.

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