“Scelgo la vita”: la storia della mamma inglese che sfida il tumore ai polmoni

“Scelgo la vita”: la storia di Natasha, la mamma inglese che sfida un tumore raro ai polmoni con un intervento mai tentato prima nel Regno Unito.

Una madre di 51 anni, affetta da una rara e aggressiva forma di tumore ai polmoni che colpisce un numero crescente di donne giovani e sane in tutto il mondo, sta per diventare la prima donna britannica in fase terminale a sottoporsi a un intervento chirurgico pionieristico per rimuovere il suo tumore.

Un’operazione che potrebbe cambiare il futuro della cura del tumore ai polmoni

Si chiama Natasha Loveridge, ha due figlie, e la prossima settimana entrerà nella storia della medicina britannica. Sarà infatti tra le pochissime pazienti al mondo con tumore al polmone EGFR positivo in stadio 4 a sottoporsi a un’operazione chirurgica sperimentale che potrebbe diventare un punto di svolta nella lotta contro questa malattia. Lo racconta il Mirror.

Da quasi tre anni Natasha combatte una battaglia che sembrava già decisa. Dopo la diagnosi, ha rifiutato di accettare le limitazioni dei protocolli tradizionali del Servizio Sanitario Nazionale (NHS), e ha spinto i suoi medici a esplorare nuove strade terapeutiche.

Ora, grazie alla sua determinazione, i medici del Leeds St. James’ Hospital hanno accettato di eseguire un intervento mai tentato prima nel Regno Unito su un paziente con il suo stesso quadro clinico.

Non una cura, ma una speranza concreta

L’intervento non rappresenta una cura definitiva per il suo tumore in fase avanzata, ma potrebbe ridurre il carico tumorale sul corpo e permettere ai farmaci di agire con maggiore efficacia.

I medici sperano che, se l’operazione andrà bene, potrà aprire la strada a nuovi protocolli per le donne affette da tumore ai polmoni EGFR positivo, una forma genetica e particolarmente aggressiva della malattia.

Natasha ha spiegato con lucidità il motivo della sua scelta:

“Lo faccio semplicemente perché voglio avere la possibilità di restare viva.
Se il tumore dovesse tornare, almeno il mio corpo sarà più forte e più pronto a reagire.
Lo faccio per me, per la mia famiglia, per i miei amici. E perché ogni giorno in più è un giorno in cui la ricerca può fare un passo avanti verso una cura.

Una vita sana, poi la diagnosi shock

Fino al 2022, Natasha era una donna piena di energia. Non fumava, praticava yoga e mountain bike, e lavorava come insegnante elementare a Guiseley, nel West Yorkshire.

Poi, un lieve fischio nei polmoni le ha fatto pensare a un’infezione. I primi medici consultati parlarono di bronchite o, al massimo, di tubercolosi. Ma i sintomi non passavano.

Dopo una serie di esami approfonditi, arrivò la notizia devastante: tumore al polmone in stadio 4, causato da una mutazione genetica del gene EGFR (Epidermal Growth Factor Receptor).

Questa forma di tumore è rara, ma in forte crescita tra le donne giovani e non fumatrici. Gli esperti stanno ancora studiando perché sempre più pazienti con uno stile di vita sano ne siano colpite.

Perché cresce tra le donne sane

Le ipotesi più accreditate sulle cause di questa forma di tumore includono:

  • Inquinamento atmosferico e esposizione ai gas di scarico (molte pazienti erano sportive e correvano all’aperto).
  • Prodotti per la pulizia o cosmetici contenenti sostanze irritanti o potenzialmente tossiche.
  • Fumi da cottura ad alte temperature con oli vegetali.

La mutazione EGFR, spiegano i ricercatori, rende le cellule polmonari più sensibili a determinati stimoli chimici, portando alla crescita incontrollata del tumore.

Un farmaco che le ha salvato la vita (per ora)

Dopo la diagnosi, Natasha ha iniziato una terapia mirata con Osimertinib, un farmaco innovativo che agisce proprio sulla mutazione EGFR.

Il medicinale, che lei chiama “la mia medicina miracolosa”, ha inizialmente ridotto le dimensioni del tumore. Ma poco dopo, gli esami hanno rivelato che il cancro si era diffuso al cervello.

“Quando mi hanno diagnosticato il tumore, mi dissero che non ero operabile. Nessuna possibilità. Poi, attraverso una rete internazionale di pazienti come me, ho scoperto che negli Stati Uniti alcuni malati in stadio 4 stavano iniziando a operarsi. Ho letto tutto ciò che potevo, ho contattato i pazienti, ho mostrato i dati al mio team. Alla fine, hanno accettato di provarci.”

Un intervento mai tentato su una paziente in stadio 4

L’operazione, che verrà eseguita dal chirurgo toracico Alessandro Brunelli, prevede due possibili approcci:

  • Lobectomia, la rimozione di uno dei tre lobi del polmone.
  • Pneumonectomia, la rimozione dell’intero polmone.

Ciò che rende il caso eccezionale è che, normalmente, i pazienti in stadio 4 non vengono operati, soprattutto se il tumore ha già sviluppato metastasi cerebrali.

Ma la forza di Natasha e la sua determinazione hanno convinto i medici a sfidare i protocolli tradizionali. Oggi il suo caso viene seguito con interesse da equipe oncologiche di tutto il mondo.

“Non è una cura, ma un modo per avere più tempo”

Natasha è realista. Sa che l’intervento non cancellerà la malattia.

“Lo ripeto sempre alle mie figlie: non sarà una cura. Ho ancora metastasi nel cervello, e il tumore è sempre lì. Ma spero che mi dia più tempo. Più giorni per svegliarmi e sentire il sole sulla pelle, più momenti con le persone che amo, più vita da vivere”.

“Non ci sono garanzie. Nessuno può promettere che questo cambierà il mio destino. Ma se non c’è ancora un dato che dice che si può sopravvivere più a lungo, voglio essere io quel dato.
Alla fine… sto scegliendo la speranza. Sto scegliendo la vita”.

Un esempio di coraggio per molte donne

La storia di Natasha non è solo un racconto di dolore, ma anche di forza e innovazione medica. La sua battaglia ha acceso un dibattito internazionale sull’importanza di personalizzare le cure oncologiche e non fermarsi di fronte ai protocolli standard.

Il suo caso potrebbe diventare un modello per le pazienti con mutazione EGFR, offrendo una nuova prospettiva terapeutica a chi, fino a ieri, non aveva alcuna speranza.

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FAQ

Cos’è il tumore al polmone EGFR positivo?
È una forma di tumore causata da una mutazione genetica che rende le cellule polmonari più sensibili alla crescita incontrollata.

Colpisce solo chi fuma?
No. È sempre più frequente tra donne giovani e non fumatrici.

L’intervento chirurgico può guarire il tumore in stadio 4?
No, ma può ridurre il carico tumorale e migliorare la risposta ai farmaci.

Qual è il farmaco più usato?
Osimertinib, una terapia mirata che agisce sulla mutazione EGFR.

Si può prevenire?
Non del tutto, ma evitare l’esposizione a inquinanti e fumi da cottura può ridurre il rischio.

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