Demenza, tutto inizia molto prima di quanto pensi: i 6 segnali
Salute e prevenzione: uno studio internazionale individua segnali depressivi specifici che possono anticipare il rischio di demenza.
È possibile intercettare il rischio di demenza decenni prima che compaiano i primi segnali evidenti.
La risposta che arriva dalla ricerca è prudente ma chiara: alcuni sintomi depressivi osservati nella mezza età sono associati a una probabilità più alta di sviluppare demenza negli anni successivi.

La demenza è una condizione caratterizzata da un declino progressivo delle funzioni cognitive che interferisce con la vita quotidiana.
Secondo le stime più diffuse a livello globale, milioni di persone convivono con questa patologia che rappresenta una delle principali sfide sanitarie del nostro tempo.
Tra i fattori di rischio più noti figurano l’età avanzata, l’ipertensione arteriosa, il consumo eccessivo di alcol, la sedentarietà e l’isolamento sociale.
Negli ultimi anni l’attenzione degli scienziati si è concentrata anche sulla depressione, considerata non solo una conseguenza del declino cognitivo ma anche un possibile campanello d’allarme precoce.
È proprio su questo aspetto che si è focalizzato un ampio studio internazionale coordinato dall’University College London con il contributo di ricercatori di altri Paesi europei. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet Psychiatry, una delle più autorevoli nel campo della salute mentale.
Indice dell'articolo
Lo studio: 25 anni di osservazione su quasi 6.000 adulti
Per comprendere meglio il legame tra depressione e demenza, i ricercatori hanno seguito per 25 anni circa 6.000 adulti appartenenti a una grande coorte avviata nel 1985.
Tra il 1997 e il 1999, quando i partecipanti avevano un’età compresa tra i 45 e i 69 anni, sono stati valutati in modo sistematico i sintomi depressivi.
Nel corso del lungo periodo di osservazione, circa il 10% dei partecipanti ha sviluppato una forma di demenza.
Analizzando i dati, gli studiosi hanno rilevato che le persone classificate come “depressive” presentavano un rischio superiore del 27% di sviluppare demenza rispetto a chi non mostrava sintomi significativi.
Il dato più interessante emerge però andando oltre la diagnosi generale di depressione. Come spiega Philipp Frank, autore principale dello studio, in un comunicato dell’University College London: “Questo rischio era legato a pochi sintomi depressivi piuttosto che alla depressione nel suo insieme”.
I sei sintomi depressivi considerati segnali chiave
Secondo i ricercatori, non tutti i sintomi della depressione hanno lo stesso peso nel predire il rischio di demenza. Dall’analisi statistica emergono sei manifestazioni specifiche che si sono rivelate particolarmente indicative.
Più precisamente, come riportato nello studio, “sei sintomi depressivi si sono rivelati indicatori robusti, nella mezza età, di un aumento del rischio di demenza”.
I sintomi individuati sono:
- perdita di fiducia in se stessi
- difficoltà ad affrontare i problemi quotidiani
- assenza di calore e affetto verso gli altri
- nervosismo e tensione costanti
- insoddisfazione per il modo in cui vengono svolti i compiti
- difficoltà di concentrazione
Questi segnali, se presenti tra i 45 e i 69 anni, risultano associati a una probabilità più elevata di sviluppare demenza negli anni successivi.
Perché questi sintomi possono anticipare la demenza
Gli studiosi hanno cercato di spiegare il meccanismo che collega questi sintomi depressivi al declino cognitivo. Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale, segnali come la perdita di fiducia in se stessi o la difficoltà a far fronte ai problemi possono favorire “una riduzione dell’impegno sociale e delle esperienze stimolanti dal punto di vista cognitivo”.
La riduzione dei contatti sociali e delle attività mentalmente attive è da tempo riconosciuta come uno dei principali fattori di rischio per la demenza. In altre parole, alcuni sintomi depressivi possono innescare comportamenti che nel lungo periodo impoveriscono le riserve cognitive.
Questo legame rafforza l’idea che la salute mentale e quella cerebrale siano profondamente connesse lungo tutto l’arco della vita.
Identificare le persone vulnerabili con largo anticipo
Uno degli aspetti più rilevanti dello studio riguarda le implicazioni pratiche. Secondo gli autori, i risultati offrono “un’immagine molto più chiara delle persone che potrebbero essere più vulnerabili molti decenni prima della comparsa della demenza”, come sottolinea ancora Philipp Frank.
L’individuazione precoce di questi segnali potrebbe consentire interventi mirati su stili di vita, supporto psicologico e prevenzione. L’obiettivo dichiarato è migliorare la salute cerebrale nel lungo periodo e ridurre l’impatto futuro della demenza sulla popolazione.
Mika Kivimäki, coautore dello studio, spiega che prestare maggiore attenzione ai sintomi depressivi può “contenere informazioni importanti sulla salute del cervello a lungo termine”.
Secondo il ricercatore, questo approccio potrebbe “aprire nuove prospettive nella prevenzione precoce”.
Cautela e necessità di nuove conferme
Nonostante l’importanza dei risultati, gli scienziati invitano alla prudenza.
Lo studio mostra un’associazione significativa ma non dimostra un rapporto di causa-effetto diretto tra i sintomi depressivi e la demenza.
Gli autori precisano che sono necessarie ulteriori ricerche su “popolazioni diverse” per confermare le osservazioni e comprenderne meglio i meccanismi biologici e sociali.
Questo passaggio è fondamentale per trasformare i risultati in strumenti concreti di prevenzione sanitaria.

Lo sapevi che…
- La stimolazione cognitiva regolare è considerata uno dei principali fattori protettivi contro il declino mentale.
- L’attività fisica moderata ha effetti positivi sia sull’umore sia sulle funzioni cognitive.
- Mantenere relazioni sociali attive può ridurre il rischio di demenza secondo numerosi studi osservazionali.
FAQ – Le domande più cercate
La depressione causa direttamente la demenza?
No. Lo studio mostra un’associazione ma non dimostra un rapporto diretto di causa-effetto.
A che età è più importante osservare questi sintomi?
Tra i 45 e i 69 anni, cioè nella mezza età.
Tutti i sintomi depressivi aumentano il rischio?
No. Solo sei sintomi specifici risultano associati a un rischio più elevato.
Curare la depressione può ridurre il rischio di demenza?
La ricerca suggerisce che intervenire precocemente potrebbe avere benefici ma sono necessari ulteriori studi.
L’isolamento sociale conta davvero?
Sì. È uno dei fattori di rischio più riconosciuti per il declino cognitivo.





