Il nuovo virus dell’influenza che mette in allerta gli esperti

Allerta influenza: un nuovo ceppo di virus A(H3N2) sotto osservazione per la stagione 2025-2026.

Ogni anno l’influenza stagionale colpisce milioni di persone nel mondo e provoca decine di migliaia di ricoveri.

Donna che soffre di raffreddore e freddo.
Donna che soffre di raffreddore e freddo.

È un fenomeno noto, ciclico, monitorato costantemente dai sistemi di sorveglianza sanitaria. Tuttavia, non tutte le stagioni influenzali sono uguali e alcune presentano caratteristiche che richiedono maggiore attenzione da parte delle autorità sanitarie e della comunità scientifica.

Secondo un recente articolo pubblicato su JAMA, l’attenzione degli esperti internazionali è oggi concentrata su un nuovo ceppo del virus influenzale A(H3N2). Questo ceppo potrebbe rendere la stagione influenzale 2025-2026 più problematica rispetto a quelle recenti, soprattutto per le fasce di popolazione più fragili.

Il virus influenzale A(H3N2) è da tempo uno dei principali responsabili dell’influenza stagionale, insieme al sottotipo H1N1 e ai virus influenzali di tipo B. L’esperienza degli ultimi anni ha mostrato che le stagioni dominate da H3N2 tendono a essere più severe, in particolare per gli anziani e per i bambini piccoli, con un numero più elevato di ricoveri e di decessi rispetto ad altre varianti.

Questi elementi spiegano perché la comparsa di un nuovo ceppo di H3N2 venga seguita con attenzione crescente dalle autorità sanitarie internazionali.

Cos’è il nuovo sottoclade K e perché preoccupa

Il nuovo ceppo che sta attirando l’attenzione degli esperti è stato classificato come sottoclade K. Questa definizione indica che il virus ha accumulato un numero rilevante di mutazioni genetiche rispetto alle versioni precedenti.

In particolare, le mutazioni riguardano la proteina di superficie chiamata emoagglutinina. Si tratta di una struttura fondamentale del virus influenzale perché rappresenta uno dei principali bersagli del sistema immunitario umano. È proprio su questa proteina che si basano molti dei meccanismi di difesa indotti dal vaccino antinfluenzale.

I virus influenzali non sono statici. Cambiano continuamente attraverso un processo noto come deriva antigenica. Questa evoluzione avviene tramite piccole modifiche genetiche che, accumulate nel tempo, possono rendere il virus parzialmente diverso rispetto a quello utilizzato per sviluppare il vaccino stagionale.

Nel caso del sottoclade K, gli scienziati hanno identificato circa dieci nuove mutazioni nell’emoagglutinina rispetto al ceppo scelto per la formulazione del vaccino 2025-2026. Non si tratta di un evento eccezionale in senso assoluto, ed è proprio per questo motivo che la composizione del vaccino antinfluenzale viene aggiornata ogni anno.

Tuttavia, quando la deriva antigenica è più marcata e il virus mutato si diffonde rapidamente, aumenta il rischio che il vaccino risulti meno efficace nel prevenire l’infezione.

I segnali internazionali: cosa sta succedendo nel mondo

I primi segnali di allarme sono arrivati da diversi Paesi. In Giappone e nel Regno Unito la stagione influenzale è iniziata prima del previsto, con un numero di casi insolitamente elevato per il periodo.

Anche nell’emisfero sud, dove l’influenza stagionale si manifesta nei mesi opposti rispetto all’Europa, è stato osservato un aumento significativo delle infezioni respiratorie gravi. Questi dati vengono attentamente analizzati perché spesso anticipano ciò che potrebbe accadere nell’emisfero nord nei mesi successivi.

Negli Stati Uniti, al momento, la situazione appare più in linea con gli andamenti stagionali tipici. Tuttavia, i sistemi di sorveglianza mostrano che il sottoclade K rappresenta ormai la grande maggioranza dei virus H3N2 identificati. Questo dato è rilevante perché indica che, in caso di intensificazione dell’epidemia influenzale, è probabile che questo ceppo giochi un ruolo centrale.

La situazione in Italia: molti casi ma senza aumento delle forme gravi

In Italia lo scenario presenta caratteristiche simili a quelle osservate in altri Paesi europei. Si registra un numero elevato di casi di influenza stagionale, con un picco che potrebbe essere stato raggiunto in anticipo rispetto alle medie storiche.

Un dato rassicurante riguarda l’assenza, al momento, di un aumento percentuale dei casi gravi. Questo significa che, pur in presenza di una diffusione significativa del virus, non si osserva un incremento proporzionale di ricoveri in terapia intensiva o di complicanze severe.

Le autorità sanitarie continuano comunque a monitorare l’andamento della stagione influenzale, anche alla luce della diffusione del sottoclade K del virus A(H3N2).

Efficacia del vaccino e rischio di mismatch

Una delle principali preoccupazioni legate alla comparsa di nuovi ceppi influenzali riguarda l’efficacia del vaccino. Un certo grado di “mismatch” tra il vaccino e il virus circolante può ridurre la capacità del vaccino stesso di prevenire l’infezione.

Nonostante ciò, i dati preliminari provenienti dal Regno Unito indicano che il vaccino 2025-2026 offre ancora una protezione significativa. In particolare, risulta efficace nel prevenire le forme gravi della malattia e gli accessi in pronto soccorso.

È importante chiarire un punto fondamentale. Anche quando il vaccino non impedisce completamente l’infezione, riduce in modo sostanziale il rischio di complicanze, ricoveri e morte. Questo aspetto è particolarmente rilevante per le persone sopra i 65 anni e per chi soffre di malattie croniche.

La vaccinazione rimane quindi uno strumento centrale nella strategia di prevenzione dell’influenza stagionale.

Le altre misure di prevenzione restano fondamentali

Oltre alla vaccinazione, continuano a essere essenziali le misure di prevenzione di base. Si tratta di comportamenti ormai noti ma ancora decisivi per limitare la diffusione del virus.

Tra le principali misure raccomandate figurano:

  • l’igiene accurata delle mani
  • l’uso della mascherina in presenza di sintomi respiratori
  • l’isolamento domiciliare quando si è malati

Questi accorgimenti contribuiscono a ridurre il rischio di trasmissione, soprattutto negli ambienti chiusi e affollati.

Sono inoltre disponibili antivirali efficaci contro l’influenza. Questi farmaci possono essere utilizzati in particolare nei soggetti ad alto rischio di complicanze. Al momento non ci sono evidenze di resistenza da parte del nuovo sottoclade K a queste terapie.

Una stagione ancora in evoluzione

La stagione influenzale 2025-2026 è ancora in evoluzione e i dati continuano ad aggiornarsi. Al momento non esistono prove definitive che il nuovo ceppo A(H3N2) causi una malattia più grave rispetto alle varianti precedenti.

Tuttavia, i segnali osservati a livello internazionale invitano alla prudenza. La diffusione rapida del sottoclade K, l’anticipo della stagione influenzale in alcuni Paesi e il numero elevato di casi confermano la necessità di mantenere alta l’attenzione.

Vaccinarsi e adottare comportamenti responsabili restano le principali strategie per affrontare l’influenza stagionale, soprattutto in presenza di un virus in continua evoluzione.

Donna che soffre di raffreddore e freddo.
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Lo sapevi che…

  • Il virus influenzale cambia ogni anno attraverso la deriva antigenica.
  • L’H3N2 è storicamente associato a stagioni influenzali più severe.
  • Il vaccino viene aggiornato annualmente in base ai ceppi circolanti.
  • Gli anziani sono la fascia più vulnerabile alle complicanze influenzali.
  • Gli antivirali sono più efficaci se assunti nelle prime fasi dell’infezione.

FAQ – Le domande più cercate sull’influenza 2025-2026

Il nuovo ceppo H3N2 è più pericoloso?
Al momento non ci sono prove definitive di una maggiore gravità.

Il vaccino funziona contro il sottoclade K?
Sì, soprattutto nel prevenire le forme gravi e i ricoveri.

Chi dovrebbe vaccinarsi con priorità?
Anziani, persone con malattie croniche e soggetti fragili.

Gli antivirali sono efficaci contro questo ceppo?
Sì, non sono state segnalate resistenze.

Le mascherine servono ancora?
Sì, in presenza di sintomi respiratori riducono la trasmissione.

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