Varianti beta e delta, buone notizie sul vaccino di AstraZeneca

Vaxzevria, il vaccino dell’azienda farmaceutica AstraZeneca, è «altamente efficace» nel prevenire i casi gravi di coronavirus e i ricoveri causati dalle varianti beta (sudafricana) e delta (indiana).

Lo studio è stato condotto in Canada e hanno partecipato 69.533 persone infette da Sar-Cov-2 tra dicembre 2020 e maggio 2021, secondo l’agenzia EFE.

Il vaccino è stato efficace all’82% contro il «ricovero in ospedale o la morte» causato dalla variante beta/gamma identificata per la prima volta in Sud Africa (B.1.351), dopo una dose.

Nel caso della variante delta, detta anche indiana (B.617.2), l’efficienza ha raggiunto l’87%; e il 90% per la variante alfa (B.1.1.7, quella inglese).

Del numero totale di individui analizzati per questo studio dall’Immunization Research Network of Canada (CIRN), 40.828 (9,7%) sono risultati positivi per una qualsiasi delle varianti considerate «preoccupanti» mentre 28.705 (6,8%) sono stati infettati con altre varianti del coronavirus.

L’analisi ha rilevato che non c’è stato tempo sufficiente per riferire sull’efficacia di Vaxzevria dopo la seconda dose, sebbene «altri studi abbiano mostrato un aumento dell’efficacia» dopo la seconda puntura.

«L’efficacia di Vaxzevria dopo una dose contro il ricovero o la morte era simile a quella di altri vaccini testati nello studio» ha affermato AstraZeneca in una dichiarazione riprodotta da EFE.

Il vicepresidente esecutivo dell’azienda anglo-svedese, Mene Pangalos, ha sottolineato che questo siero, analizzato con «i dati del mondo reale», offre «un alto livello di protezione» contro le «forme più gravi» di covid-19, anche dopo «una sola dose».

«È essenziale continuare a proteggere quante più persone possibile in tutti gli angoli del mondo per debellare questo virus mortale», ha aggiunto il manager.

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