Variante Frankenstein del Covid-19: cos’è e perché fa parlare di sé

Un nuovo sottotipo di Covid-19 torna a far parlare di sé: cosa sappiamo davvero della variante “Frankenstein”?

Negli ultimi mesi, gli accessi ai Pronto Soccorso per malattie respiratorie sono tornati a salire, soprattutto tra i bambini sotto i due anni. E nel frattempo, le autorità sanitarie hanno rilevato una nuova impennata dei casi di Covid-19, legata a una nuova variante che ha iniziato a diffondersi all’inizio dell’estate 2025.

Covid-19.
Covid-19.

Il suo nome tecnico è XFG, ma su social e media viene chiamata in modo decisamente più inquietante: “Frankenstein”. Cosa c’è dietro questo soprannome? E, soprattutto, dobbiamo preoccuparci?

Cosa si sa finora della variante “Frankenstein”?

XFG è un sottotipo di Omicron comparso nei primi mesi del 2025. Secondo i ricercatori dell’Istituto Fiocruz in Brasile, la variante è il risultato di una ricombinazione genetica tra due ceppi diversi già circolanti. In pratica, si tratta di un virus “misto”, nato dall’unione di segmenti di RNA virale provenienti da due varianti precedenti.

Negli Stati Uniti, i CDC (Centers for Disease Control and Prevention) hanno stimato che XFG rappresentava già il 14% dei campioni sequenziati alla fine di giugno. E non è finita lì: la variante è già presente anche in Europa, Italia compresa, seppur con numeri ancora contenuti.

A fine giugno 2025, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito XFG tra i “variant of interest”, ovvero nella categoria dei ceppi da monitorare con attenzione, a causa della sua maggiore trasmissibilità rispetto ad altri sottotipi di Omicron.

Perché si chiama “Frankenstein”?

Il nome non è ufficiale, ma viene usato sempre più spesso, soprattutto sui social network e nei media internazionali. A spiegarlo è il dottor Vincent Valinducq, medico d’urgenza francese, intervenuto nel programma “Bonjour” su TF1:

“Non è una denominazione scientifica, ma un soprannome nato sui social media. È un riferimento alla creatura di Frankenstein, costruita con parti di diversi cadaveri.” — Dr. Vincent Valinducq, TF1 (30 settembre 2025)

Nel contesto del Covid-19, il termine “Frankenstein” è usato per descrivere varianti ricombinanti, cioè quelle che uniscono frammenti genetici di ceppi diversi. È un fenomeno noto nella virologia, ma il soprannome ha avuto successo per la sua forte carica emotiva e il richiamo letterario.

Quali sono i sintomi della variante XFG?

Nonostante la maggiore facilità di trasmissione, la variante Frankenstein non sembra causare sintomi più gravi rispetto ad altre. Anzi, le manifestazioni cliniche osservate finora sono simili a quelle delle precedenti varianti Omicron:

  • Mal di gola secco
  • Tosse persistente
  • Febbre moderata
  • Mal di testa
  • Raffreddore o naso che cola

Il decorso, nella maggior parte dei casi, è autolimitante e si risolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, come ricorda sempre il dottor Valinducq, le persone con condizioni di salute più fragili (anziani, immunodepressi, pazienti con malattie croniche) possono essere a rischio di complicazioni.

Serve preoccuparsi per la variante Frankenstein?

Al momento, secondo l’OMS e diversi esperti, non ci sono evidenze che XFG sia più pericolosa in termini di complicanze cliniche rispetto alle varianti precedenti. Anche il dottor Valinducq sottolinea che:

“Non ci sono elementi che dimostrino una maggiore pericolosità, soprattutto nei soggetti senza comorbidità.” — Dr. Vincent Valinducq, TF1

Tuttavia, la sorveglianza continua, perché i virus a RNA come il SARS-CoV-2 sono noti per la loro capacità di mutare rapidamente.

Come proteggersi e cosa fare in caso di sintomi

Gli esperti consigliano di non allarmarsi, ma di adottare alcune misure preventive semplici ed efficaci:

  • Assumere paracetamolo per gestire febbre e dolori.
  • Riposo adeguato e idratazione costante.
  • Mascherina in luoghi affollati, se si hanno sintomi.
  • Evitare il contatto con persone fragili se si è malati.
  • Lavare spesso le mani.
  • In caso di dubbi o sintomi persistenti, consultare il medico di famiglia.

È importante evitare l’autodiagnosi o l’automedicazione prolungata. Se i sintomi non migliorano in 48-72 ore, meglio rivolgersi a un professionista.

Quando parte la nuova campagna vaccinale?

Il Ministero della Salute ha confermato che la campagna di vaccinazione antinfluenzale e anti-Covid-19 inizierà il 14 ottobre 2025 e proseguirà fino al 31 gennaio 2026.

I vaccini aggiornati, adattati alle nuove varianti circolanti, saranno offerti gratuitamente alle categorie più a rischio, tra cui:

  • Over 60
  • Pazienti cronici
  • Donne in gravidanza
  • Operatori sanitari

Per gli altri, il vaccino sarà comunque disponibile su richiesta presso farmacie, ambulatori e medici di base.

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FAQ – Domande frequenti sulla variante Frankenstein

La variante Frankenstein è più pericolosa delle precedenti?
No, al momento non ci sono prove che causi malattie più gravi.

È coperta dai vaccini aggiornati?
Sì, i nuovi vaccini 2025 sono progettati per coprire le varianti più recenti, inclusa XFG.

Posso usare test rapidi per rilevarla?
I test antigenici rilevano la presenza del virus, ma per sapere la variante esatta servono analisi di laboratorio (sequenziamento).

Serve il tampone per il medico di base?
In genere no, basta una valutazione clinica dei sintomi. Ma può essere richiesto in contesti specifici.

Posso andare al lavoro con sintomi lievi?
Meglio restare a casa almeno 48 ore se si ha febbre o tosse, anche per proteggere i colleghi.

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