Tumore al polmone: in arrivo il primo vaccino al mondo per prevenirlo
Dal 2026 inizierà il trial clinico per LungVax, il vaccino che potrebbe cambiare la lotta contro il cancro al polmone. Ma non sostituisce il ruolo cruciale della prevenzione.
Nel mondo, il cancro al polmone è il più diffuso e la prima causa di morte per tumore. Eppure, le prospettive potrebbero cambiare: dal 2026 inizierà la sperimentazione del primo vaccino al mondo per prevenire il cancro ai polmoni.

Il progetto si chiama LungVax ed è frutto della collaborazione tra l’University College London e l’Università di Oxford, con il supporto di Cancer Research UK, che ha stanziato oltre 2 milioni di sterline per finanziare il trial. I primi test clinici dureranno quattro anni e rappresentano una svolta storica nella prevenzione oncologica.
Indice dell'articolo
- 1 Un approccio rivoluzionario: prevenire il tumore prima che si sviluppi
- 2 Come funziona il vaccino LungVax
- 3 Chi parteciperà alla sperimentazione
- 4 Un progetto basato su decenni di ricerca
- 5 La storia di Graeme: vivere grazie alla ricerca
- 6 L’opinione degli esperti: serve un cambio di mentalità
- 7 L’adenocarcinoma
- 8 Inquinamento e fattori ambientali sotto osservazione
- 9 Sintomi da non ignorare
- 10 Lo sapevi che…?
- 11 FAQ – Domande frequenti
Un approccio rivoluzionario: prevenire il tumore prima che si sviluppi
«Meno del 10% delle persone con tumore al polmone sopravvive oltre 10 anni. Questo deve cambiare, e il cambiamento arriverà affrontando il tumore fin dalle fasi più precoci», ha spiegato la professoressa Mariam Jamal-Hanjani, co-fondatrice e responsabile del trial clinico.
Il vaccino non sostituirà la prevenzione primaria, come il non fumare, ma potrà diventare un’arma in più per impedire la formazione del tumore. «I vaccini preventivi non rimpiazzeranno il ruolo fondamentale dello smettere di fumare, ma potranno offrire una via concreta per prevenire la comparsa di alcuni tumori», ha aggiunto Jamal-Hanjani.
Come funziona il vaccino LungVax
Il vaccino utilizza RNA messaggero (mRNA), la stessa tecnologia che ha reso possibile lo sviluppo rapido dei vaccini anti-Covid. L’obiettivo è “addestrare” il sistema immunitario a riconoscere proteine “spia”, chiamate antigeni tumorali, che si formano nelle cellule polmonari quando il DNA comincia a mutare.
Una volta identificate queste proteine, il sistema immunitario le elimina prima che diventino cellule tumorali vere e proprie. Un meccanismo simile a quello utilizzato nei vaccini contro i virus, ma mirato contro il cancro.
Chi parteciperà alla sperimentazione
La prima fase del trial, prevista per l’estate 2026, coinvolgerà pazienti ad alto rischio, tra cui:
- persone che hanno avuto un tumore polmonare in fase precoce, già rimosso chirurgicamente (a rischio di recidiva);
- persone sottoposte a screening nell’ambito del programma nazionale di prevenzione del cancro ai polmoni del NHS (il servizio sanitario britannico).
L’obiettivo iniziale sarà valutare la dose ottimale di vaccino da somministrare e gli eventuali effetti collaterali.
Un progetto basato su decenni di ricerca
«Il tumore ai polmoni è letale e colpisce troppe vite. La sopravvivenza è rimasta tragicamente bassa per decenni», ha dichiarato la professoressa Sarah Blagden, co-fondatrice del progetto LungVax presso l’Università di Oxford. «LungVax è la nostra occasione per agire in modo concreto nella prevenzione. Metteremo alla prova anni di studi sulla biologia del cancro e sulle mutazioni iniziali della malattia».
La storia di Graeme: vivere grazie alla ricerca
Graeme Dickie, 55 anni, scozzese, è tra coloro che stanno aiutando i ricercatori nella preparazione del trial. Nel 2013 gli è stato diagnosticato un tumore al polmone di stadio 2, nonostante non abbia mai fumato. Dopo l’asportazione di parte del polmone sinistro e oltre 80 cicli di chemioterapia, oggi segue una terapia mirata innovativa per il carcinoma polmonare non a piccole cellule (mobocertinib).
«Io sono la prova che la ricerca salva vite. Ho potuto vivere tanti altri anni felici con la mia famiglia grazie agli scienziati che, anno dopo anno, sviluppano nuovi test e trattamenti», racconta. «Anche se non potrò beneficiare personalmente di LungVax, so che la mia storia aiuterà altri ad accedere a cure migliori fin dalle prime fasi».
L’opinione degli esperti: serve un cambio di mentalità
Michelle Mitchell, amministratrice delegata di Cancer Research UK, ha commentato: «Vogliamo un mondo in cui più tumori siano prevenibili. Oggi, le nostre conoscenze sulla biologia del cancro, costruite in anni di ricerche, ci permettono di esplorare nuove opportunità. Il trial di LungVax è il primo passo verso una società in cui le persone vivano più a lungo, senza la paura del cancro ai polmoni».
L’adenocarcinoma
Tra i non fumatori, il tumore più comune è l’adenocarcinoma, che si forma nelle cellule che producono muco e colpisce il rivestimento degli organi. Anche questo, purtroppo, viene spesso diagnosticato in stadi avanzati, quando le cure sono meno efficaci.
Inquinamento e fattori ambientali sotto osservazione
Anche se non esiste una causa certa, si stima che un terzo dei casi nei non fumatori possa essere legato all’inquinamento atmosferico. È un campo di studio in evoluzione, ma che pone interrogativi importanti sul ruolo dell’ambiente nella salute respiratoria.
Gli oncologi avvertono da tempo: non bisogna più pensare al tumore al polmone come una malattia “da anziani” o da fumatori. Sempre più spesso, le diagnosi riguardano donne giovani che non fumano, rendendo difficile individuare fattori di rischio o strategie di prevenzione personalizzate.
Sintomi da non ignorare
I sintomi del tumore al polmone possono sembrare quelli di un’influenza o di un raffreddore, ma durano più a lungo e peggiorano nel tempo. Tra i segnali più comuni:
- Tosse persistente per più di 3 settimane
- Infezioni respiratorie ricorrenti
- Presenza di sangue nel catarro
- Dolore durante la respirazione
- Respiro corto e affaticamento
- Dimagrimento improvviso e inspiegato
Tra i sintomi meno comuni: alterazioni nella forma delle dita, difficoltà a deglutire, raucedine, respiro sibilante, gonfiore del viso o del collo. Chi presenta uno di questi sintomi dovrebbe consultare il medico.
Lo sapevi che…?
- Il tumore al polmone può colpire anche chi non ha mai fumato.
- Il primo vaccino al mondo per prevenire questo tumore utilizza la stessa tecnologia dei vaccini anti-Covid.
- Alcuni tumori si formano anni prima di diventare visibili: identificarli in anticipo potrebbe salvarci la vita.
- Anche l’inquinamento atmosferico è tra i fattori sotto osservazione per il tumore ai polmoni.
- La ricerca oncologica oggi punta non solo a curare, ma a prevenire il cancro.
FAQ – Domande frequenti
Che cos’è LungVax?
È un vaccino sperimentale progettato per prevenire il cancro al polmone, sviluppato con RNA messaggero.
Quando inizieranno i test clinici?
Nell’estate del 2026. La sperimentazione durerà circa quattro anni.
A chi sarà somministrato il vaccino?
A persone ad alto rischio: ex pazienti oncologici e individui sottoposti a screening.
Il vaccino può sostituire lo smettere di fumare?
No. Smettere di fumare resta la misura più efficace contro il tumore al polmone.
Chi finanzia il progetto?
Cancer Research UK ha finanziato il trial con oltre 2 milioni di sterline.





