Scienziati ammettono: i vaccini anti-Covid meno efficaci di quanto annunciato
Un’importante analisi condotta in Giappone solleva interrogativi sulla durata dell’immunità offerta dai vaccini mRNA contro il Covid-19.
Nel 2025 si stimano oltre 13,6 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid somministrate nel mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), solo nel primo anno della campagna vaccinale, i vaccini avrebbero evitato circa 14,4 milioni di morti, con alcune stime che arrivano a 20 milioni.

Un risultato apparentemente straordinario. Eppure, nuove evidenze scientifiche suggeriscono che la protezione immunitaria offerta dai vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) potrebbe calare molto più rapidamente di quanto inizialmente previsto.
Indice dell'articolo
- 1 Dati alla mano: quasi metà dei vaccinati ha perso anticorpi in pochi mesi
- 2 Aumento delle infezioni nei soggetti con calo rapido
- 3 Vaccinazione personalizzata: una strategia per il futuro?
- 4 Come funzionano i vaccini mRNA?
- 5 Sindrome post-vaccinazione: un nuovo fenomeno?
- 6 Vaccini e fiducia: serve trasparenza, non allarmismo
- 7 FAQ
Dati alla mano: quasi metà dei vaccinati ha perso anticorpi in pochi mesi
Un team di ricercatori dell’Università di Nagoya, in Giappone, ha analizzato i livelli di anticorpi di 2.526 adulti residenti nella prefettura di Fukushima, tra aprile 2021 e novembre 2022.
Tutti i partecipanti avevano ricevuto due dosi del vaccino Pfizer-BioNTech (BNT162b2) o Moderna (mRNA-1273), seguite da un richiamo (booster).
Durante un monitoraggio di 18 mesi, sono stati identificati quattro diversi profili di risposta immunitaria:
- Responder duraturi (circa il 48%): hanno mantenuto alti livelli di anticorpi nel tempo.
- Responder in rapido calo (19%): inizialmente forti, ma con un declino veloce.
- Responder vulnerabili (28%): produzione bassa di anticorpi e calo rapido.
- Responder intermedi: risultati tra le due categorie.
Complessivamente, quasi la metà dei partecipanti ha perso una quantità significativa di anticorpi entro nove mesi dal booster.
Aumento delle infezioni nei soggetti con calo rapido
Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, ripreso dal Daily Mail, i soggetti con un calo rapido o vulnerabile hanno mostrato tassi di infezione da Covid superiori del 14% rispetto ai responder duraturi.
Ecco i dati più rilevanti:
- Solo il 5,2% dei responder duraturi ha contratto il virus.
- Il tasso sale al 6% nei gruppi vulnerabili e in rapido calo.
- Entro tre mesi dal booster, uno su cinque di questi ultimi aveva già contratto il Covid.
- Dopo sei mesi, l’infezione ha colpito quasi uno su due.
Anche se i ricercatori descrivono la differenza come “moderata”, il dato è sufficiente per accendere un campanello d’allarme.
Vaccinazione personalizzata: una strategia per il futuro?
Secondo il team giapponese, questi risultati indicano l’urgenza di strategie vaccinali più personalizzate, in grado di adattarsi alle caratteristiche immunitarie dei singoli.
Potrebbero essere necessarie:
- Dosi aggiuntive di richiamo, somministrate su base individuale.
- In alcuni casi, persino l’uso di terapie con anticorpi.
Tuttavia, non è ancora chiaro perché alcune persone mostrino una risposta immunitaria più debole o duratura rispetto ad altre. Le cause potrebbero essere genetiche, ambientali o legate allo stato di salute generale.
Come scrivono gli autori dello studio:
“Queste evidenze sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per sviluppare strategie vaccinali completamente individualizzate.” — Ricercatori dell’Università di Nagoya, *Science Translational Medicine*
Come funzionano i vaccini mRNA?
I vaccini Pfizer e Moderna si basano su una tecnologia mRNA sviluppata inizialmente nel 2005.
Questi vaccini non contengono virus vivi o attenuati. Invece, forniscono alle cellule del corpo umano le istruzioni genetiche per produrre una versione innocua della proteina Spike del virus SARS-CoV-2.
L’obiettivo è “allenare” il sistema immunitario a riconoscere e combattere il virus reale in caso di esposizione futura.
Sebbene abbiano giocato un ruolo decisivo nell’arrestare la diffusione pandemica e ridurre la mortalità, le domande sulla durata dell’efficacia permangono.
Sindrome post-vaccinazione: un nuovo fenomeno?
Lo studio giapponese si inserisce in un contesto più ampio, in cui alcuni ricercatori stanno esplorando il cosiddetto fenomeno della “sindrome post-vaccinazione” legata ai vaccini mRNA.
Secondo alcune testimonianze e studi preliminari (non ancora sottoposti a revisione paritaria), alcuni pazienti avrebbero manifestato sintomi persistenti dopo la vaccinazione, tra cui:
- Nebbia mentale
- Vertigini
- Acufene
- Intolleranza allo sforzo
In alcuni casi sono stati osservati cambiamenti biologici misurabili, come:
- Alterazioni delle cellule immunitarie
- Tracce residue di proteine del coronavirus nel sangue, anni dopo la vaccinazione
- Riattivazione del virus di Epstein–Barr, responsabile di sintomi simili all’influenza
Va però sottolineato che questi studi sono ancora in fase preliminare. Non vi è ancora una conferma ufficiale o consenso scientifico solido, e gli autori stessi invitano alla prudenza.

Vaccini e fiducia: serve trasparenza, non allarmismo
Questi nuovi dati non mettono in discussione il ruolo fondamentale dei vaccini nel ridurre mortalità e ricoveri. Tuttavia, sottolineano l’importanza di continuare a monitorare gli effetti a lungo termine e di adattare le strategie sanitarie alle nuove conoscenze.
Anche se l’efficacia può calare nel tempo, soprattutto in alcuni individui, i benefici della vaccinazione rimangono ampiamente superiori ai rischi.
Nel frattempo, sarà essenziale:
- Informare il pubblico in modo trasparente
- Investire nella ricerca su vaccini di nuova generazione
- Offrire soluzioni personalizzate a chi ha risposte immunitarie più deboli
Un prodotto utile
Per chi desidera monitorare il proprio stato di salute immunitaria dopo una vaccinazione o un’infezione virale, un misuratore di ossigenazione del sangue (saturimetro) può essere uno strumento utile da tenere in casa. Questo dispositivo consente di controllare rapidamente la saturazione di ossigeno e la frequenza cardiaca, parametri spesso alterati durante infezioni respiratorie.
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FAQ
I vaccini Pfizer e Moderna non funzionano?
Funzionano, ma in alcune persone la protezione immunitaria cala più rapidamente. Lo studio non ne mette in discussione l’efficacia iniziale.
Devo fare un altro richiamo?
Dipende. Parlane con il tuo medico. In futuro potremmo vedere richiami più personalizzati.
La “sindrome post-vaccinazione” è riconosciuta?
Al momento no. I dati sono preliminari e in fase di studio. È importante non creare allarmismi.
È meglio non vaccinarsi?
Assolutamente no. I vaccini restano uno strumento essenziale per proteggersi da forme gravi di Covid-19.
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