TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), cos’è, come funziona e durata

  • Per TSO s’intende il Trattamento Sanitario Obbligatorio e comprende una serie d’interventi.
  • Ha carattere di necessità e urgenza e deve essere disposto con provvedimento da parte del Sindaco.
  • Sono 3 le condizioni che devono sussistere affinché si possa richiedere il TSO. La durata è di 7 giorni ma il tempo di permanenza in reparto può essere prolungato.

Stiamo per trattare un tema molto delicato nell’ambito della sanità in quanto il TSO – Trattamento Sanitario Obbligatorio – comprende una serie di interventi che possono essere applicati in caso di motivata necessità ed urgenza e qualora sussista il rifiuto al trattamento da parte del soggetto che deve ricevere assistenza.

Comprovato il carattere di urgenza da due medici (di cui almeno uno appartenente all’ASL di competenza territoriale), il TSO deve essere disposto con provvedimento del Sindaco.

TSO, il Trattamento Sanitario Obbligatorio

Il termine TSO viene relegato spesso solamente all’ambito psichiatrico ma in realtà il Trattamento Sanitario Obbligatorio può essere disposto anche in altri casi clinici dove sussiste un rifiuto al trattamento da parte del paziente mettendo a repentaglio la propria salute e quella degli altri.

Si chiama Trattamento Sanitario Obbligatorio perché la persona viene sottoposta a cure mediche contro la sua volontà (legge del 23 dicembre 1978, articolo 34). Il ricovero è forzato presso i reparti di psichiatria degli ospedali pubblici (SPDC – Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura).

Non staremo a parlare della storia di questo trattamento, di com’è nato e come veniva vissuto in passato dai pazienti tuttavia, le azioni spesso non consideravano la dignità della persona come invece sancito dall’Art.32 della nostra Costituzione, erano vari i tipi di soprusi che i pazienti subivano.

Come funziona il TSO

Si può attuare il TSO solamente se sussistono 3 condizioni:

  1. La persona necessita di cure.
  2. La persona rifiuta le cure.
  3. Non è possibile prendere misure extraospedaliere.

Facciamo degli esempi pratici: se un soggetto minaccia il suicidio mette a rischio la propria vita (e necessita di cure) oppure una persona che minaccia lesioni a sé stessa e agli altri mette in pericolo la propria vita ma anche quella degli altri, un soggetto tossicodipendente potrebbe avere dei comportamenti non prevedibili perché in piena crisi di astinenza.

In ognuno di questi casi e di altri non citati (nonostante con la legge 180 non è richiesta la condizione di “pericolosità per sé o per gli altri”) è possibile richiedere il TSO che viene disposto con il provvedimento del Sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria, del Comune di residenza o del Comune dove la persona si trova momentaneamente.

Egli emana l’ordinanza di TSO solo in presenza di due certificazioni mediche che attestino che:

  1. la persona si trova in una situazione di alterazione tale da necessitare urgenti interventi terapeutici;
  2. gli interventi proposti vengono rifiutati;
  3. non è possibile adottare tempestive e idonee misure extra-ospedaliere.

Tutte e tre le condizioni devono essere presenti contemporaneamente e devono essere certificate da un primo medico, che può essere il medico di famiglia, ma anche un qualsiasi altro medico e convalidate da un secondo medico che deve appartenere alla struttura pubblica (generalmente uno psichiatra della ASL).

La legge non prevede che i due medici debbano essere psichiatri.

Le certificazioni oltre a contenere l’attestazione delle condizioni suddette che giustificano la proposta di TSO, devono motivare la situazione concreta: il TSO deve essere ben motivato.

Il Sindaco disporrà il TSO entro 48 ore tramite un’ordinanza, poi avrà l’obbligo di inviare l’ordinanza di TSO al Giudice Tutelare (entro 48 ore successive al ricovero) per la convalida e il Giudice convalida il provvedimento entro le 48 ore successive (legge 180, art. 3 comma secondo). Il paziente verrà accompagnato in reparto dai vigili e dai sanitari.

Durata del TSO

Per legge dura 7 giorni, ovvero una settimana, al termine, qualora non sia stato segnalato un prolungamento, il trattamento avrà termine. Uno psichiatra comunicherà al Sindaco la cessazione del TSO che a sua volta lo comunicherà al Giudice Tutelare.

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