Troppo mercurio nel tonno in scatola? Ecco cosa ha scoperto un’indagine scientifica

I valori di mercurio registrati sul peso fresco del muscolo di tonno in scatola sono inferiori a 0,5 milligrammi per chilo, nettamente al di sotto del limite massimo fissato dal Regolamento (CE) 1881/2006, pari a 1 milligrammo per chilo, che definisce i limiti massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari e dalla normativa italiana.

Questi i dati emersi dall’indagine condotta dalla Stazione Sperimentale per l’industria alimentare in scatola (SSICA) per rilevare il contenuto totale di mercurio, così come il selenio, presente nel tonno in scatola prodotto e /o commercializzato sul territorio nazionale.

“Lo studio sfata il falso mito legato alla presenza di mercurio nelle lattine dopo aver analizzato la produzione di 15 aziende associate (il 90% delle conserve di tonno sul mercato nazionale) esaminando le confezioni di tonno in scatola da 80 grammi in olio d’oliva – formato più consumato nel nostro Paese – della specie Pinna Gialla e Tonnetto striato. L’indagine, inoltre, ha confermato valori molto rispettabili di selenio, capace di mitigare la tossicità del mercurio: oltre 500 microgrammi per chilo” si legge in una nota di Rio Mare.

Questo è un dato molto importante perché il selenio è un’antagonista del mercurio: legandosi ad esso impedisce che svolga la sua azione tossica sui tessuti. L’indagine conferma quindi che il pesce, sia esso fresco che in scatola apporta nutrienti essenziali per la nostra salute, in particolare proteine di alta qualità, vitamine, minerali e soprattutto grassi Omega-3“, ha commentato la nutrizionista Elisabetta Bernardi.

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