Tiroide pigra, di cosa si tratta? come si cura?

La pigrizia la conosciamo tutti, una ‘lentezza associata alla mancanza di energia’ ed è così che anche la nostra tiroide, l’organo a forma di farfalla posta alla base del collo, risponde ai forti livelli di stress o stati emotivi eccessivi: rallenta la sua attività di produzione degli ormoni tiroxina (T4), tri-iodotironina (T3) sotto stimolazione dell’ormone TSH ipofisario.

Tiroide pigra, cosa bisogna sapere per affrontarla

Per tiroide pigra s’intende un ipotiroidismo subclinico, ovvero, uno stato che ancora non è sfociato in un caso clinico patologico e che non necessita di un classico trattamento ma di un’attenzione medica sì. Bisogna intervenire andando a stimolare l’attività tiroidea nella produzione degli ormoni. Difatti, questi, sono fondamentali perché svolgono alcune funzioni:

  • regolano l’attività metabolica dell’adulto influenzando la funzione di ogni organo e tessuto, in particolare:
  • hanno azione termogenetica;
  • regolano il metabolismo glucidico;
  • intervengono nella lipolisi e nella lipogenesi;
  • regolano la sintesi proteica;
  • hanno effetti sul sistema cardiovascolare.

Una loro diminuzione comporta dei sintomi lievi, quasi impercettibili e che spesso vengono sottovalutati dalla maggior parte delle donne:

  • stanchezza e sonnolenza;
  • aumento di peso inspiegabile;
  • stipsi;
  • secchezza e pallore della pelle;
  • caduta e fragilità dei capelli;
  • sensazione di freddo immotivata, per il rallentamento del metabolismo basale.

Forse questa pandemia ha aumentato il vostro carico di stress, lavorare da casa doveva essere un’occasione per passare più tempo con i vostri casi invece il carico di lavoro è raddoppiato, non è stato poi così un vantaggio.

Le giornate sono state alienanti, molte di voi hanno vissuto una normalità che tale non era, le reazioni emotive sono state svariate ed ecco che, tra le altre cose, adesso vi rispecchiate nei sintomi descritti. Forse scoprirete di soffrire di tiroide pigra ma appunto, è una condizione subclinica, che può retrocedere in differenti modi qui descritti:

  • introducendo iodio tramite l’alimentazione;
  • riducendo gli alimenti che ostacolano lo iodio quali latticini, le rape, la soia;
  • sotto prescrizione medica assumere il fucus vesicolosus, un’alga marina bruna che che contiene i due ormoni T3-T4.

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