“Sudavo e spaccavo i mobili senza il telefono”: il dramma della dipendenza digitale

La dipendenza da smartphone si manifesta con sintomi fisici (tremori, insonnia, mal di testa, problemi posturali) e psicologici (ansia, irritabilità, isolamento, perdita di controllo sull’uso), spesso con gravi ripercussioni sulla vita quotidiana.

Si chiama nomofobia ed è la paura incontrollabile di rimanere senza il proprio telefono cellulare. Un termine nato dalla contrazione dell’espressione inglese “no mobile phone phobia”, che descrive un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani, ma che coinvolge anche adulti e giovanissimi. Un disagio moderno, figlio dell’iperconnessione e dell’uso compulsivo degli smartphone nella vita quotidiana.

L’ossessione di controllare lo smartphone

Secondo recenti studi, oltre il 50% degli adolescenti ammette di non riuscire a stare più di poche ore senza controllare il telefono, mentre quasi un terzo degli adulti prova ansia o irritabilità se impossibilitato a usare il proprio dispositivo. La nomofobia non si manifesta solo con il timore di perdere il cellulare o di dimenticarlo a casa, ma anche con l’ossessione di controllare costantemente notifiche, social network, chat e aggiornamenti.

L’intenzione del ministro Valditara

Si è riacceso il confronto pubblico sull’uso eccessivo degli smartphone tra i più giovani, dopo che il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato l’intenzione di estendere, a partire dal prossimo anno scolastico, il divieto di utilizzo dei cellulari anche nelle scuole superiori.

A testimonianza della portata del fenomeno, “Mattino Cinque News” ha trasmesso la storia di un ragazzo che ha voluto raccontare — in forma anonima — la sua esperienza di dipendenza da smartphone, una condizione che ha finito per compromettere la sua vita quotidiana e il benessere psico-fisico.

Un disagio simile a quello dell’astinenza da sostanze sino alla perdita del controllo

“Fino a sei mesi fa, ero un ragazzo che non usciva di casa: non facevo niente, non riuscivo ad andare al lavoro perché anche lì avevo problemi per colpa del cellulare”, ha raccontato il giovane ai microfoni della trasmissione.

Un racconto drammatico che prosegue con la descrizione dei sintomi avvertiti ogni volta che lo smartphone rischiava di spegnersi. “Quando sentivo che il telefono si stava scaricando, iniziavo a sudare, a stare male, mi veniva mal di testa”, ha spiegato, delineando un quadro di forte disagio simile a quello che si riscontra nei casi di astinenza da sostanze.

Il disagio, col tempo, si è esteso anche ai rapporti interpersonali e ai comportamenti quotidiani. “Quando provavano a togliermelo, diventavo nervoso e spaccavo i mobili”, ha confidato il giovane, ammettendo di aver perso il controllo di sé in più occasioni.

Quando il telefono condiziona ogni momento della vita

Il telefono, da semplice strumento di comunicazione, era diventato per lui una presenza costante e indispensabile, tanto da condizionare anche il riposo notturno. “Dormivo con il telefono sotto il cuscino e mi svegliavo appena sentivo che mi arrivava una qualche notifica, anche se magari non era successo niente”, ha concluso.

Un racconto che restituisce con chiarezza la dimensione di un fenomeno sempre più diffuso tra gli adolescenti e i giovani adulti, e che alimenta il dibattito sull’urgenza di regolamentare l’uso della tecnologia nelle scuole e negli spazi pubblici.

Sintomi fisici e psicologici della dipendenza da smartphone

Sintomi fisici

– Tremori, tachicardia, sudorazione, cambiamenti nel respiro, mal di testa, dolore muscoloscheletrico (soprattutto a dita, collo, schiena e spalle), nausea, insonnia, inappetenza, agitazione fisica, stanchezza e disturbi del sonno.

– Problemi posturali dovuti a un uso prolungato in posizioni scorrette.

– Riduzione della qualità e della quantità del sonno, con difficoltà ad addormentarsi e risvegli frequenti per controllare il telefono.

Sintomi psicologici

Ansia, irritabilità, agitazione, impazienza, insicurezza, panico e difficoltà di concentrazione.

– Bisogno compulsivo di controllare il telefono, anche senza una reale necessità.

– Perdita del senso del tempo, incapacità di trascorrere periodi senza smartphone, preoccupazione costante per l’uso del dispositivo.

– Isolamento sociale, preferenza per la comunicazione digitale rispetto a quella faccia a faccia, compromissione delle relazioni personali e lavorative.

– Umore depresso, noia, senso di vuoto, irritabilità e rabbia se privati dello smartphone.

– Nei casi più gravi, sintomi simili all’astinenza da sostanze: agitazione, ansia, insonnia, irritabilità, fino a comportamenti aggressivi se privati del dispositivo.

Prevenzione della dipendenza da smartphone

Educazione all’uso consapevole e regolato della tecnologia fin dall’infanzia, con il coinvolgimento di genitori e insegnanti.

Stabilire regole chiare sull’utilizzo, come limiti di tempo giornaliero, orari “smartphone-free” (ad esempio durante i pasti e prima di dormire), e bandire i dispositivi dalla camera da letto.

Favorire attività alternative offline: sport, lettura, hobby, socialità reale.

Dialogo aperto e ascolto tra genitori e figli, promuovendo l’educazione emotiva e la gestione della noia senza ricorrere sempre allo smartphone.

Essere modelli positivi: anche gli adulti dovrebbero limitare l’uso del telefono e prediligere interazioni dirette.

Utilizzo di app di monitoraggio per prendere consapevolezza del tempo trascorso sul dispositivo e impostare limiti.

Cura della dipendenza da smartphone

– Digital detox: periodi di disconnessione volontaria dai dispositivi digitali, anche solo per alcune ore al giorno o durante il weekend, per ristabilire un rapporto più sano con la tecnologia.

– Disattivare le notifiche: ridurre le interruzioni e la compulsione a controllare il telefono.

– Separarsi fisicamente dal dispositivo: lasciare il telefono in un’altra stanza durante attività importanti o la notte.

– Uso di app dedicate: applicazioni che monitorano e limitano il tempo di utilizzo o bloccano l’accesso a determinate app in fasce orarie prestabilite.

– Intervento psicologico: nei casi più gravi, rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta specializzato in dipendenze tecnologiche. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è tra le più utilizzate, insieme a interventi di gruppo e programmi di gestione dello stress.

– Coinvolgimento della famiglia: soprattutto per adolescenti e bambini, è fondamentale il supporto dei genitori e la collaborazione con professionisti dell’età evolutiva.

– Attività alternative: promuovere esperienze gratificanti offline, come sport, arte, attività all’aria aperta e socializzazione reale.

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Considerazioni finali

La dipendenza da smartphone si manifesta con sintomi fisici (tremori, insonnia, mal di testa, problemi posturali) e psicologici (ansia, irritabilità, isolamento, perdita di controllo sull’uso), spesso con gravi ripercussioni sulla vita quotidiana. La prevenzione passa da educazione, regole chiare, dialogo e attività alternative, mentre la cura può prevedere digital detox, supporto psicologico e strategie comportamentali, sempre con il coinvolgimento della famiglia e, nei casi più complessi, di specialisti.

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