Un papà in salute “morto per 45 minuti”: la storia straordinaria di Steve e del miracolo avvenuto nel suo giardino
Sembrava una giornata come tante, ma un arresto cardiaco improvviso ha cambiato tutto. Steve Dalton, 64 anni, è sopravvissuto contro ogni previsione grazie al coraggio della sua famiglia e a un intervento immediato.
Era una tranquilla giornata di giardinaggio, quando Steve Dalton, 64 anni, è crollato improvvisamente mentre aiutava sua figlia Kate, 29 anni, a costruire un’area giochi per i nipoti. Un arresto cardiaco lo ha colpito all’improvviso. Per ben 45 minuti, il suo cuore ha smesso di battere. Ma, contro ogni previsione medica, Steve è tornato in vita e oggi è tornato alla normalità.

Una storia che ha dell’incredibile, ma che porta con sé un messaggio importante: conoscere i segnali dell’arresto cardiaco può davvero fare la differenza tra la vita e la morte.
Indice dell'articolo
- 1 Il collasso improvviso: “Papà ha iniziato ad avere una crisi, poi è diventato blu”
- 2 Clinicamente morto per 45 minuti: “Avevamo detto addio”
- 3 Il risveglio miracoloso: “I suoi occhi si sono aperti”
- 4 “Sam è il mio eroe. Gli alzo la paghetta”
- 5 La lezione: riconoscere i segnali dell’arresto cardiaco
- 6 Che cos’è un arresto cardiaco e come intervenire
- 7 Un messaggio di speranza
- 8 Domande frequenti
Il collasso improvviso: “Papà ha iniziato ad avere una crisi, poi è diventato blu”
Steve aveva iniziato a lavorare in giardino alle 9 del mattino, scavando nel cemento con un piccone. Verso le 16, sua figlia Kate si è accorta che qualcosa non andava.
“Lo guardavo dalla finestra, sembrava stanco, strano. Sono corsa fuori e ha iniziato ad avere una crisi”, racconta.
Il marito di Kate ha subito chiamato un’ambulanza, mentre Steve subiva una seconda crisi. Il suo corpo era diventato blu dalla testa al petto.
In quel momento drammatico, è intervenuto Sam, il figlio di 40 anni di Steve, che ha praticato il massaggio cardiaco (CPR) senza alcuna formazione, basandosi solo su quanto visto nei film. Otto minuti di attesa prima dell’arrivo dei soccorritori sono sembrati un’eternità.
“Papà è il mio migliore amico. Quando è crollato, ho pensato che fosse colpa mia. È stato l’incubo peggiore della nostra vita”, aggiunge Kate.
Clinicamente morto per 45 minuti: “Avevamo detto addio”
Durante il trasporto in ambulanza, Steve è stato clinicamente morto per 45 minuti. I paramedici lo hanno rianimato con sei scariche elettriche e hanno continuato a trattarlo per tre ore.
All’arrivo in ospedale, è stato subito indotto in coma farmacologico. I medici hanno detto alla famiglia che c’erano solo il 2% di possibilità che si risvegliasse, e che se fosse sopravvissuto, avrebbe riportato danni cerebrali permanenti per la mancanza di ossigeno.
La famiglia, devastata, ha iniziato a salutare Steve per l’ultima volta. Le sue sette figli e i fratelli si sono raccolti attorno al letto. Kate racconta:
“Sembrava morto. Era freddo. Gli parlavamo, gli dicevamo che gli volevamo bene, che eravamo orgogliosi. Lo pregavamo di tornare.”
Il risveglio miracoloso: “I suoi occhi si sono aperti”
La mattina seguente, una chiamata dall’ospedale ha riacceso la speranza. L’infermiera ha detto a Kate e a sua madre Lindy, 65 anni, che Steve stava cercando di svegliarsi.
“Hanno abbassato la sedazione e appena è successo, ha aperto gli occhi. Gli ho chiesto se sapeva chi fossi, e lui ha annuito”, racconta Kate con emozione.
Sebbene sia stato riportato in coma per un peggioramento temporaneo, il giorno dopo Steve ha parlato al telefono con sua moglie. Una scena che la figlia descrive come “incredibile”. Quando la famiglia è tornata a trovarlo, Steve era seduto, senza tubo per la respirazione, e senza alcun danno neurologico.
“Sam è il mio eroe. Gli alzo la paghetta”
Steve ricorda solo un dettaglio: “Ero in giardino, poi mi sono svegliato due giorni e mezzo dopo”. Il suo primo pensiero è stato per il figlio Sam, che gli ha salvato la vita con un CPR improvvisato:
“Sam è il mio eroe. Se non ci fosse stato, non sarei qui. Gli devo aumentare la paghetta!”, scherza Steve, ancora incredulo.
Dopo solo due settimane in ospedale, Steve è stato dimesso con l’impianto di un defibrillatore cardiaco sottocutaneo (ICD). E dopo una sola settimana, era già tornato al lavoro.
Kate ha voluto celebrare il ritorno alla vita del padre con una festa di “ripresa”, definendolo “il mio migliore amico e il mio eroe”.

La lezione: riconoscere i segnali dell’arresto cardiaco
Oggi la famiglia Dalton è determinata a diffondere la consapevolezza su quanto sia vitale riconoscere i sintomi di un arresto cardiaco. Spesso si tende a sottovalutarli, confondendoli con altri malesseri.
Kate sottolinea:
“Un attacco epilettico non è il primo pensiero quando qualcuno ha un problema cardiaco. Pensavamo che fosse disidratato o stanco. Ma stava facendo la cosiddetta respirazione agonale, che sembra un respiro profondo ma in realtà è un segnale di arresto cardiaco”.
Per questo, la famiglia ha aperto una raccolta fondi per SCA UK, un’organizzazione che supporta i sopravvissuti ad arresto cardiaco e le loro famiglie.
Che cos’è un arresto cardiaco e come intervenire
Un arresto cardiaco è diverso da un infarto: il cuore smette completamente di battere e la circolazione del sangue si interrompe. Senza intervento immediato, può portare alla morte in pochi minuti.
Segnali da non sottovalutare:
- Perdita di conoscenza improvvisa
- Assenza di respiro normale
- Respirazione agonale (suoni profondi e irregolari)
- Pelle che diventa blu o grigia
- Crisi simile a un attacco epilettico
Cosa fare subito:
- Chiamare il 118
- Iniziare subito massaggio cardiaco (100-120 compressioni al minuto)
- Usare un defibrillatore se disponibile
In molti casi, come quello di Steve, anche un CPR praticato da un familiare non esperto può fare la differenza tra la vita e la morte.
Un messaggio di speranza
La vicenda di Steve Dalton è un promemoria potente: anche nei momenti più bui, la prontezza, l’amore e il coraggio della famiglia possono cambiare il destino.
“Mi sento fortunato a essere ancora qui. Ho sette figli e 17 nipoti. Non posso permettermi di andarmene”, dice con un sorriso.
Un consiglio utile: il defibrillatore da casa
Per chi vuole sentirsi più sicuro, esistono defibrillatori automatici facili da usare anche in ambito domestico. Un ottimo prodotto è il Defibrillatore amoul, affidabile e adatto anche ai non esperti.
👉 Acquistalo su Amazon
Domande frequenti
Come si riconosce un arresto cardiaco?
Con perdita di conoscenza improvvisa, assenza di battito e respirazione anomala o assente.
Il massaggio cardiaco può essere fatto da chiunque?
Sì, anche chi non ha formazione può intervenire. L’importante è agire in fretta.
Cos’è un defibrillatore automatico?
Un dispositivo che guida passo dopo passo per erogare una scarica elettrica al cuore e ripristinare il battito.
– Telegram: seguici su SaluteLab Telegram
– WhatsApp: attiva gli aggiornamenti su SaluteLab WhatsApp