Sindrome del tunnel carpale: cos’è, sintomi, cause e trattamento

Alcune dita della vostra mano possono improvvisamente provocare un fastidio che può irradiarsi anche al braccio e comprendere anche la mano. Non conoscete la causa ma il malessere sta iniziando ad infastidirvi e a progredire. Probabilmente soffrite di sindrome del tunnel carpale.

Rivolgersi al proprio medico sapendo spiegare cosa sta succedendo potrà rendere la raccolta dei dati più dettagliata.

Sindrome del tunnel carpale: cos’è, sintomi, cause e trattamento

Si parla di Sindrome del tunnel carpale perché avviene uno “schiacciamento” sul nervo.

Ad essere coinvolto è proprio questo “tunnel” presente nel polso che viene attraversato dal nervo mediano e dai nove tendini flessori delle dita che si dipartono dall’avambraccio.

Nonostante non si possa parlare di una causa, in quanto sconosciuta, possono verificarsi diverse condizioni:

  • Rigonfiamento dei tendini che comportano l’aumento di pressione del nervo.
  • La presenza di una tenosinovite: infiammazione della guaina che riveste i tendini.
  • Fratture o lussazioni.
  • Patologie (diabete, malattie della tiroide, artrite reumatoide e insufficienza renale).
  • Polso che resta piegato per molto tempo.
  • Ispessimento del legame trasverso del carpo.
  • La presenza di lipomi, fibrolipomi e cisti articolari.
  • Fattori ormonali (durante la gravidanza, pre-menopausa).

La triade dei sintomi è costituita da: formicolio, prurito e dolore che può decorrere dall’avambraccio alla mano. Possono essere simultanei e presentarsi anche un indebolimento dell’arto o addormentamento o perdita della sensibilità alle dita.

I sintomi vengono avvertiti soprattutto durante la notte o la mattina oppure nelle attività abituali quotidiane.

In presenza di questi sintomi è opportuno recarsi dal proprio medico di fiducia che effettuerà una corretta diagnosi, probabilmente ti trovi davanti proprio alla sindrome del tunnel carpale.

I primi accertamenti che il medico compirà saranno l’esame obiettivo (valutando i sintomi riportati, la forza, la sensibilità) e l’esame elettroneurografico (vengono inseriti degli elettrodi che apporteranno piccole scosse elettriche per valutare: la velocità sensitiva, la velocità motoria, la latenza, l’ampiezza delle risposte sensitive e motorie del nervo).

L’esame elettromiografico (diagnostica le malattie del sistema nervoso periferico e dell’apparato muscolare) consiste nell’impiego di piccoli aghi e sarà necessario se si dovranno escludere altre patologie.

In base ai risultati dei diversi esami a cui verrete sottoposti lo specialista potrà prescrivere uno dei trattamenti mirati:

  • Di tipo farmacologico:
      • FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), come l’aspirina, il ketoprofene sale di lisina, l’ibuprofene, etc.
      • I diuretici per diminuire il rigonfiamento.
      • I corticosteroidi (cortisone).
  • Terapia chirurgica (ripristino o rimozione delle alterazioni compromettenti).
  • Terapie fisiche: elettroanalgesia con TENS e la laserterapia ad azione analgesica (riduzione del dolore).
  • Esercizi terapeutici di varia natura.

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