Sindrome da alimentazione notturna, come smettere di mangiare di notte?

Ti capita molto spesso di alzarti la notte per mangiare uno spuntino – preferendo i carboidrati – credendo di riconciliare il sonno? Dare un nome alle tue azioni ti permetterà di poterle gestire, forse soffri della sindrome da alimentazione notturna.

COME SMETTERE DI MANGIARE LA NOTTE

La sindrome da alimentazione notturna (NES) è caratterizzata da differenti risvegli notturni accompagnati da spuntini frequenti.

Albert Stunkard – noto psichiatra americano – l’ha definito come un disturbo caratterizzato da anoressia mattutina con tendenza a saltare la colazione, scarso appetito durante il giorno e iperfagia serale e insonnia.

Questa sindrome è caratterizzata da difficoltà ad addormentarsi (insonnia iniziale) con conseguente necessità di mangiare, oppure da risvegli notturni (insonnia centrale) accompagnati dalla necessità di mangiare per riuscire a riaddormentarsi.
Nella maggior parte dei casi è presente depressione, ansia, marcato stress.

Non sei l’unico a soffrirne, con i dati in mano, si stima una prevalenza di 1,1-1,5% della popolazione generale e del 6-6,5% nei soggetti obesi (Ceru-Bork et al., 2001).

Per saperne di più puoi consultare il DSM V edizione, il disturbo è stato introdotto tra i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.

Per poter definirsi affetto, bisogna soddisfare i criteri sotto proposti:

Ricorrenti episodi di alimentazione notturna che si manifestano mangiando dopo i risvegli dal sonno oppure con l’eccessivo consumo di cibo dopo il pasto serale.

Consapevolezza e ricordo di aver mangiato.

Il comportamento non è conseguenza di influenze esterne come la modificazione del ciclo sonno-veglia dell’individuo oppure da norme sociali.

La persona prova un significativo disagio e/o il suo funzionamento è compromesso .
Questa modalità di alimentazione disordinata non è spiegata dal disturbo da binge eating (alimentazione incontrollata) o da altri disturbi, compreso il disturbo da uso di sostanze e non è attribuibile ad un altro disturbo medico o all’effetto di farmaci.

Il disturbo potrebbe essere generato anche da uno stato di depressione o d’ansia che non si riescono a superare.

Se credi di rientrare in questo disturbo, per ‘uscirne fuori’ puoi scegliere differenti approcci multidisciplinari:

Il nutrizionista potrà aiutarti a perdere peso.

Lo psichiatra potrebbe indicarti l’assunzione di farmaci SSRI (inibitori selettivi del Reuptake di serotonina).

Gli psicologi ti guideranno a trovare e sviluppare le risorse dentro di te per affrontare il problema.

La terapia cognitivo comportamentale potrà esserti di supporto perché – tramite il rapporto di fiducia tra te e il terapeuta – agisce ‘donando’ le tecniche cognitive standard ed elementi della CBT per il trattamento dell’insonnia.

Il percorso psicoterapico sarà tagliato su misura su di te, sulle tue esigenze e i tuoi obiettivi.

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