Scopre di avere un cancro dallo smartphone (anziché dal medico)

Una 44enne di Treviso ha scoperto di avere un tumore scaricando la diagnosi sullo smartphone (e non attraverso una comunicazione personale). La donna ha denunciato quanto le è successo a Il Gazzettino.

La paziente ha sottolineato che, secondo la prassi, “qualsiasi diagnosi di cancro viene comunicata personalmente per le implicazioni psicologiche delicate che ne derivano“. Tuttavia, secondo l’USL 2, “in libera professione, come previsto dalla legge, c’è la possibilità di scaricare i referti online: la risposta è diretta“.

La donna, comunque, ha subito di essere affetta da un basalioma al braccio dal display del suo telefono (due settimane dopo la consegna del suo prelievo istologico all’unità di Anatomia Patologica dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso) e non da un medico in carne e ossa, con cui magare immediatamente relazionarsi dopo la pessima notizia ricevuta. La 44enne, tra l’altro, ha raccontato che ha dovuto attendere due giorni per parlare con qualcuno, visto che la diagnosi le è stata spedita di sabato.

Francesco Benazzi, direttore generale dell’USL 2, ha dato la colpa non ai medici ma alla legge, secondo cui per gli esami fatti in libera professione, i referti si possono scaricare dal web: “Ci dispiace. Ma l’esame è stato fatto in libera professione. Esce da quello che fa l’Usl attraverso l’Anatomia patologica – ha spiegato il medico, come si legge su IlSussidiario.net – in libera professione, come previsto dalla legge, c’è la possibilità di scaricare i referti online: la risposta è diretta. Questi non vengono vagliati. Solo quelli che facciamo a livello istituzionale vengono valutati in base all’esito per poi chiamare le persone in modo da avere un confronto diretto“.

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