Ronnie Coleman in ospedale in gravi condizioni: il campione di bodybuilding ricoverato per setticemia
La setticemia che ha colpito Ronnie Coleman è una condizione gravissima, caratterizzata da una risposta infiammatoria sistemica a un’infezione diffusa nel sangue. Riconoscere rapidamente i sintomi e intervenire con cure intensive è essenziale per la sopravvivenza e il recupero del paziente.
Ronnie Coleman, 61 anni, leggenda del bodybuilding e otto volte vincitore del titolo di Mister Olympia, è stato ricoverato in ospedale in gravi condizioni a causa di una seria infezione al flusso sanguigno (setticemia).
La notizia è stata confermata dalla famiglia tramite un comunicato sui social, spiegando che il campione è stato trasferito il 29 giugno 2025 in una struttura medica specializzata per ricevere le cure più avanzate disponibili.
Coleman è attualmente sotto intensa supervisione medica e riceve trattamenti specifici per l’infezione. La situazione è definita “complessa”, ma ci sono segnali incoraggianti di progresso secondo il team medico.

Le sue condizioni attuali
La famiglia ha dichiarato che Ronnie Coleman rimane sotto stretto controllo medico e che le valutazioni e i trattamenti chiave sono in corso.
Nonostante la gravità della situazione, Coleman continua a lottare con la forza e la resilienza che lo hanno sempre contraddistinto.
La famiglia ha ringraziato i fan per il sostegno, i pensieri di affetto e le preghiere.
I precedenti problemi di salute di Coleman
Negli ultimi anni, Coleman ha affrontato numerosi problemi di salute legati alla sua carriera: ha subito 13 interventi chirurgici alla schiena e alle anche, che lo hanno costretto a muoversi con le stampelle o in sedia a rotelle.
I danni cronici alla colonna vertebrale e le ernie del disco sono stati diagnosticati per la prima volta nel 2007, segnando l’inizio di un lungo calvario medico.
C’è grande apprensione
La notizia del ricovero di Coleman ha suscitato una grande ondata di solidarietà nella comunità del bodybuilding e tra i fan di tutto il mondo, che stanno inviando messaggi di incoraggiamento e supporto.
Coleman stesso, tramite i social, ha rassicurato i suoi sostenitori con il suo celebre motto: “This ain’t nothin’ but a peanut” (“Non è altro che una nocciolina”), dimostrando ancora una volta il suo spirito combattivo.
Ronnie Coleman, senza dubbio, sta affrontando una delle sfide più difficili della sua vita, ma mostra segnali di miglioramento e continua a ricevere il massimo supporto sia dal team medico che dalla sua comunità di fan.
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Cos’è la setticemia che ha colpito Coleman
La setticemia (o sepsi) è una grave infezione sistemica causata dalla presenza di batteri o altri microrganismi nel sangue. Si tratta di una risposta infiammatoria acuta dell’organismo a un’infezione che si diffonde dal sito iniziale (come polmoni, vie urinarie, ferite o altri organi) al flusso sanguigno, coinvolgendo potenzialmente più organi e sistemi vitali. La setticemia può evolvere rapidamente verso condizioni critiche come lo shock settico e l’insufficienza multiorgano, risultando potenzialmente letale se non trattata tempestivamente.
Come si riconosce: sintomi principali
I sintomi della setticemia possono comparire in modo improvviso e peggiorare rapidamente. I segnali più comuni includono:
– Febbre alta (talvolta anche ipotermia)
– Brividi e sudorazione eccessiva
– Tachicardia (battito cardiaco accelerato)
– Tachipnea (respiro rapido)
– Confusione mentale o stato confusionale
– Debolezza e malessere generale
– Ipotensione (pressione sanguigna bassa)
– Pelle pallida, marmorizzata o con chiazze bluastre
– Riduzione della diuresi (meno urina)
– Nausea e vomito
– In casi avanzati possono comparire difficoltà respiratorie, perdita di coscienza, segni di insufficienza multiorgano.
Questi sintomi richiedono un intervento medico immediato, poiché la setticemia può peggiorare molto rapidamente.
Come si interviene: il trattamento
La setticemia è un’emergenza medica e il trattamento deve essere tempestivo e aggressivo.
– Antibiotici ad ampio spettro: somministrati per via endovenosa il prima possibile, anche prima di identificare il germe responsabile. Successivamente, la terapia viene adattata in base ai risultati delle colture e dell’antibiogramma.
– Fluidi intravenosi: per mantenere la pressione sanguigna e garantire la perfusione degli organi vitali.
– Farmaci vasopressori: se i fluidi non sono sufficienti a mantenere la pressione arteriosa.
– Monitoraggio intensivo: spesso in terapia intensiva, con controllo costante di parametri vitali e funzionalità degli organi.
– Trattamento delle complicanze: supporto respiratorio (ossigenoterapia o ventilazione meccanica), trasfusioni, gestione del dolore, supporto nutrizionale e, se necessario, interventi chirurgici per rimuovere eventuali focolai infettivi (ascessi, tessuti necrotici).
– Rimozione di dispositivi infetti: come cateteri o protesi, se identificati come fonte dell’infezione.
La diagnosi precoce e l’inizio immediato della terapia sono fondamentali per aumentare le probabilità di sopravvivenza e ridurre il rischio di danni permanenti.
La setticemia che ha colpito Ronnie Coleman è una condizione gravissima, caratterizzata da una risposta infiammatoria sistemica a un’infezione diffusa nel sangue. Riconoscere rapidamente i sintomi e intervenire con cure intensive è essenziale per la sopravvivenza e il recupero del paziente.