Ritenzione idrica: cos’è, cause, sintomi, trattamento

Inestetismo tanto democratico quanto odiato, la ritenzione idrica può essere prevenuta e combattuta in maniera anche semplice. Per farlo, però, è necessario conoscerla. Nelle prossime righe, abbiamo cercato di raccogliere alcune informazioni fondamentali per capire cos’è, quali sono i suoi sintomi, le cause e i rimedi.

Cos’è la ritenzione idrica

Partiamo dalle basi, specificando cos’è la ritenzione idrica. Quando si utilizza questa espressione, si inquadra un rigonfiamento dei tessuti dovuto a un accumulo di liquidi in spazi che non hanno nulla a che fare con i vasi sanguigni.

Il nostro corpo è formato per il 65% da acqua. Per la salute, è cruciale il mantenimento di un equilibrio tra i liquidi ingeriti attraverso l’alimentazione e quelli che, invece, vengono espulsi tramite l’urina, le feci e il sudore.

In casi specifici, come per esempio le disfunzioni del microcircolo, questo prezioso equilibrio può essere messo a repentaglio. In questi frangenti, il corpo immagazzina più acqua del dovuto e, come sopra accennato, si ha a che fare con la ritenzione idrica.

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Cause

Le cause della ritenzione idrica sono diverse. Tra queste è possibile citare il caldo eccessivo, ma anche condizioni particolari dal punto di vista ormonale, come per esempio la gravidanza e il ciclo mestruale.

Esistono anche dei fattori causali patologici, come per esempio le malattie polmonari croniche e patologie come la flebite. La ritenzione idrica può essere conseguenza di problemi di ipertiroidismo.

Sintomi

Come sopra ricordato, la ritenzione idrica si manifesta soprattutto tramite anomali aumenti di volume dei tessuti della parte bassa del corpo, soprattutto gambe e piedi (un segnale può essere il fatto di sentire piccole scarpe che fino a qualche settimana prima andavano bene).

Trattamento

Come evidenziato dagli esperti del gruppo Humanitas, i rimedi contro la ritenzione idrica sono profondamente connessi alla causa che ha determinato l’insorgenza del problema. Si può intervenire aumentando l’attività fisica – anche solo una camminata di 30 minuti al giorno a passo sostenuto fa molto bene – o gestendo meglio l’alimentazione, il che significa diminuire la quantità di sodio.

Se il problema persiste, è molto importante contattare tempestivamente il proprio medico curante e valutare l’esecuzione di un esame ecodoppler, in modo da valutare l’eventuale insufficienza venosa.

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