Rischio demenza: quando le malattie colpiscono nei momenti peggiori

Un nuovo studio dell’Università di Oxford rivela che alcune patologie, se diagnosticate in determinati momenti della vita, possono raddoppiare la probabilità di sviluppare demenza.

Sapevi che una diagnosi di cardiopatia o diabete prima dei 55 anni potrebbe aumentare in modo significativo il rischio di demenza in età avanzata?

E che, tra i 55 e i 70 anni, patologie come ictus, ansia o depressione possono raddoppiare la probabilità di svilupparla?

È quanto emerge da una nuova ricerca condotta dall’Università di Oxford, pubblicata sulla rivista Brain Communications.

Fino all’80% delle persone con demenza soffre di più patologie croniche

Gli studiosi sottolineano che fino all’80% dei pazienti con demenza convive con due o più malattie croniche. Tuttavia, esiste ancora una “scarsa comprensione” del legame tra specifiche patologie, età di insorgenza e rischio di demenza.

Il team di ricerca ha individuato delle vere e proprie “finestre temporali critiche” in cui alcune malattie rappresentano il pericolo maggiore per lo sviluppo della demenza.

Lo studio: quasi 300.000 persone analizzate

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno analizzato i dati di 282.712 persone provenienti dalla UK Biobank, esaminando l’andamento di 46 patologie croniche.

I risultati sono chiari:

  • Prima dei 55 anni, malattie cardiovascolari come cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale e diabete sono quelle più fortemente associate a un aumento del rischio di demenza.
  • Tra i 55 e i 70 anni, disturbi di salute mentale come ansia e depressione, oltre a patologie come ictus, raddoppiano la probabilità di sviluppare la malattia.

Patologie combinate e rischio massimo

Secondo la dottoressa Sana Suri, professore associato e senior fellow presso l’Oxford Brain Sciences, non era ancora chiaro quali combinazioni di malattie avessero l’impatto maggiore e in quale sequenza comparissero.

“Questo studio – spiega la Suri – ha individuato come alcune patologie tendono a coesistere e quali sono i momenti della vita in cui rappresentano il rischio maggiore”.

I dati mostrano che le persone che presentano malattie cardiovascolari e diabete in mezza età, seguite più avanti da ictus e disturbi mentali, sono quelle con il rischio più alto di sviluppare la demenza.

Verso strategie di prevenzione personalizzate

Secondo la Suri, il quadro clinico generale di un paziente dovrebbe sempre essere preso in considerazione nella valutazione del rischio di demenza. Questo potrebbe aiutare a sviluppare strategie preventive mirate, intervenendo nei momenti più delicati della vita.

“Abbiamo individuato delle associazioni tra multimorbidità e rischio di demenza – conclude – ma dobbiamo capire meglio perché avvengono. È anche importante ripetere questo tipo di studi su popolazioni più diversificate, per essere certi che i risultati siano rappresentativi”.

I ricercatori auspicano studi futuri per capire se prevenire o gestire i problemi cardiovascolari nella prima e media età, seguiti da interventi mirati per la salute mentale e neurologica tra i 50 e i 60 anni, possa davvero ridurre il rischio di demenza.

Iscriviti ai nostri canali:
– Telegram: seguici su SaluteLab Telegram
– WhatsApp: attiva gli aggiornamenti su SaluteLab WhatsApp

Articoli correlati