Quando non ci sono “Immagini in testa”, cos’è la sindrome dell’Afantasia

L’afantasia è il nome di una sindrome rara e ancora poco conosciuta che impedisce a chi ne soffre di visualizzare le immagini nella testa. Ad esempio, per dirla breve, questa sindrome impedisce alle persone di «contare le pecore» per cercare di prendere sonno.

L’afantasia, identificata già nel XIX secolo, è stata definita correttamente soltanto nel 2015: è l’incapacità di rappresentare un’immagine mentale dalla memoria, sia che si tratti del volto di una persona cara o di un luogo familiare. Tuttavia, sebbene renda il conteggio delle pecore alquanto complesso, questa condizione sembra avere uno scarso impatto sulla vita delle persone colpite e nessun effetto apparente sulla loro creatività o immaginazione.

L’ultimo studio sull’argomento, pubblicato sulla rivista Cortex nel 2021, suggerisce che la loro immaginazione verbale e la loro memoria spaziale siano intatte. Per questa ricerca, 103 partecipanti con e senza afantasia hanno dovuto osservare le fotografie di tre stanze. È stato, poi, chiesto loro di disegnarli, una volta guardando le immagini, di nuovo a memoria.

I risultati dei volontari sono stati, quindi, valutati utilizzando 2.795 marcatori, stimando i dettagli spaziali e degli oggetti. Nella prima situazione, i due gruppi hanno ottenuto gli stessi risultati. Ma quando le persone affette da afantasia dovevano ricordare i pezzi, avevano più difficoltà a rappresentarli, disegnando meno dettagli, meno colori. Ad esempio, un individuo ha scritto «finestra» invece di disegnarla a matita.

Una possibile spiegazione potrebbe essere che, poiché chi soffre di afantasia ha problemi di immaginazione, fa affidamento su altre strategie come la codifica spaziale verbale. Così in una dichiarazione la psicologa dell’Università di Chicago Wilma Bainbridge, responsabile della ricerca.

Tuttavia, i pazienti con la sindrome hanno mostrato la stessa precisione spaziale dei testimoni, posizionando correttamente gli oggetti e con la giusta dimensione. Hanno anche fatto meno errori di memoria:«Le loro rappresentazioni verbali e altre strategie compensative potrebbero effettivamente aiutarli a evitare i falsi ricordi».

La causa neurologica di questo fenomeno è ancora sconosciuta.

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