Quali sono i 9 campanelli d’allarme del tumore del rene?

Una malattia in genere asintomatica, difficile da riconoscere immediatamente.
Il tumore al rene però porta con sé dei campanelli d’allarme identificabili. Scopriamoli.

Tumore al rene: i 9 campanelli d’allarme

Vogliamo iniziare con il precisare l’importanza della prevenzione tramite l’esecuzione periodica di alcuni esami essenziali per prevenire il tumore al rene:

  • L’esame delle urine che può mettere in evidenza tracce di sangue (un possibile campanello d’allarme).
  • Ecografia dell’addome su prescrizione medica.

Perché abbiamo deciso di parlare subito di prevenzione? Perché – oltre ai campanelli d’allarme di cui tratteremo – questo processo risulta essere l’unico sicuro che può scongiurare in tempo un esito spiacevole.

I reni costituiscono il nostro sistema di ‘depurazione’ per eccellenza, filtrano cioè il sangue, eliminando da esso tutte le sostanze tossiche o i rifiuti liquidi prodotti dall’organismo che vengono poi espulsi attraverso le urine, e rimettendo in circolo attraverso le due vene renali sangue puro.

Quando le cellule proliferano in maniera incontrollata, si forma il tumore (al rene in questo caso).

Si possono distinguere due tipi di categorie di tumori:

  • I tumori a cellule chiare: 70-80% dei casi.
  • I tumori a cellule non chiare: a questo secondo gruppo appartengono i tumori renali di tipo papillare (10-15% dei casi), cromofobo (5% dei casi), a cellule renali inclassificabile (5% dei casi), dei dotti collettori (inferiore al 5%).

A seconda della gravità della malattia si può parlare di stadio, progressivamente dal I al IV.

La diagnosi del tumore al rene non è facile (motivo per cui abbiamo parlato di prevenzione), soprattutto nelle sue fasi iniziali perché è asintomatico e la sua ‘scoperta’ avviene in maniera fortuita, occasionale, tramite un’ecografia addominale.

La sintomatologia può essere scambiata per altre problematiche ma ci sono i campanelli d’allarme che dovrebbero destare un sentore in più:

1) Presenza di sangue nelle urine (ematuria).
2) Dolore al livello lombare e/o del fianco.
3) Massa palpabile a livello addominale.
4) Ingiustificata perdita di peso.
5) Stanchezza non trascurabile.
6) Febbricola persistente.
7) Anemia (globuli rossi bassi).
8) Ipertensione (pressione alta).
9) Elevati livelli di calcio nel sangue (ipercalcemia).

Come si arriva alla diagnosi di tumore al rene? Tramite l’ecografia addominale ma lo stile di vita da assumere non è trascurabile, anzi riveste un ruolo molto importante.

Come ha spiegato Massimo Di Maiosegretario AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e direttore Oncologia dell’Ospedale Mauriziano, Università degli Studi di Torino – “È dimostrato che l’attività fisica praticata con costanza è in grado di ridurre fino al 22% il rischio di sviluppare la malattia. Anche nei pazienti che hanno già ricevuto la diagnosi, il movimento può migliorare del 15% i risultati dei trattamenti, riducendo fatigue, ansia e depressione, con un impatto positivo sulla qualità di vita. Si tratta di risultati paragonabili a quelli di un farmaco efficace”.

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