Una proteina nel sangue rivela il pericolo di Alzheimer con 25 anni di anticipo
Danni al cuore in mezza età possono anticipare il declino cognitivo fino a 25 anni prima: lo rivela un'importante ricerca britannica.
A 50 anni ci si preoccupa spesso della pressione, del colesterolo, dei controlli di routine. Ma pochi sanno che prendersi cura del proprio cuore in mezza età può essere decisivo anche per la salute del cervello. Secondo un nuovo studio britannico, citato dal Daily Mail, avere un cuore debole dopo i 45 anni aumenta di oltre un terzo il rischio di demenza da anziani.

Un dato che cambia le prospettive: la demenza, spesso associata solo all’età avanzata o alla genetica, potrebbe invece iniziare a svilupparsi silenziosamente decenni prima, come conseguenza di problemi cardiovascolari non rilevati.
Indice dell'articolo
- 1 Il legame tra cuore e cervello esiste ed è profondo
- 2 Troponina: la proteina che svela i danni nascosti al cuore
- 3 I risultati: livelli elevati di troponina, memoria peggiore e ippocampo ridotto
- 4 Perché tutto questo è importante?
- 5 Cosa possiamo fare per proteggere cuore e cervello
- 6 Lo sapevi che…?
- 7 Prospettive future: la troponina come strumento di previsione?
- 8 📦 Consiglio utile: un dispositivo per la salute del cuore
Il legame tra cuore e cervello esiste ed è profondo
Gli scienziati da tempo sospettano che pressione alta, colesterolo elevato e altri fattori di rischio noti per il cuore, abbiano anche un impatto negativo sul cervello. In particolare, danneggiano i piccoli e delicati vasi sanguigni che lo irrorano, contribuendo nel tempo al deterioramento cognitivo.
Ora, una ricerca condotta dall’University College London (UCL) e finanziata dalla British Heart Foundation, fornisce prove concrete di questo legame. Lo studio ha scoperto che le persone di mezza età con danni al muscolo cardiaco presentano un rischio di demenza più alto del 38%.
Inoltre, tali segnali biologici possono comparire fino a 25 anni prima di una diagnosi clinica.
Troponina: la proteina che svela i danni nascosti al cuore
Il protagonista dello studio è un biomarcatore già noto in medicina: la troponina, una proteina che si riversa nel sangue quando il muscolo cardiaco è danneggiato. I medici la usano comunemente per diagnosticare un infarto.
Ma lo studio UCL ha fatto qualcosa di diverso: ha esaminato la presenza di livelli leggermente elevati di troponina in persone senza sintomi evidenti, né di malattie cardiache né di demenza.
I ricercatori hanno analizzato i dati di circa 6.000 persone, tutte dipendenti pubblici britannici, seguiti dal 1985. Avevano tra i 45 e i 69 anni al momento del test iniziale e nessuna diagnosi di demenza o patologie cardiache. I partecipanti sono stati seguiti per 25 anni, durante i quali hanno sostenuto sei test cognitivi per misurare memoria e ragionamento.
I risultati: livelli elevati di troponina, memoria peggiore e ippocampo ridotto
Durante il periodo di osservazione, 695 partecipanti hanno ricevuto una diagnosi di demenza. Confrontando questi soggetti con altri senza demenza, i ricercatori hanno notato che chi ha sviluppato la malattia aveva livelli di troponina costantemente più alti, anche 7-25 anni prima della diagnosi.
Chi presentava i livelli più alti all’inizio dello studio aveva un 38% di probabilità in più di sviluppare demenza rispetto a chi aveva livelli più bassi.
Inoltre, analizzando le risonanze magnetiche cerebrali di 641 soggetti, si è scoperto che chi aveva più troponina aveva anche un ippocampo più piccolo a distanza di 15 anni. L’ippocampo è una delle strutture cerebrali più importanti per la memoria e spesso una delle prime colpite dall’Alzheimer.

Perché tutto questo è importante?
Secondo il professor Bryan Williams, direttore scientifico della British Heart Foundation, “questo studio è un chiaro promemoria: salute del cuore e del cervello sono inseparabili”. Aggiunge che “i danni nella mezza età mettono in moto un percorso di declino sia cardiovascolare sia cognitivo”.
Lo conferma anche il professor Eric Brunner, co-autore dello studio, secondo cui “i danni cerebrali legati alla demenza si accumulano lentamente nel corso di decenni, molto prima che i sintomi si manifestino”.
Cosa possiamo fare per proteggere cuore e cervello
Gli esperti concordano su alcune buone abitudini da adottare fin da subito:
- Controllare la pressione arteriosa regolarmente
- Tenere sotto controllo il colesterolo
- Evitare il fumo
- Mantenere un peso sano
- Fare attività fisica con regolarità
- Seguire un’alimentazione equilibrata
Secondo gli autori dello studio, è proprio nella mezza età (tra i 45 e i 65 anni) che intervenire su questi fattori può rallentare o addirittura prevenire la demenza.
Lo sapevi che…?
- In Italia, la demenza colpisce circa 1,2 milioni di persone, con l’Alzheimer come forma più comune.
- Nel Regno Unito, nel solo 2022, 74.261 persone sono morte per demenza, secondo Alzheimer’s Research UK (fonte).
- A livello globale, i casi di demenza sono cresciuti del 161% dal 1990 al 2019 (fonte: Frontiers).
- Il calo del volume dell’ippocampo è uno dei primi indicatori rilevabili della progressione dell’Alzheimer.
- Le malattie cardiovascolari sono tra le principali cause prevenibili di morte e sono associate a un rischio aumentato di demenza vascolare e Alzheimer.
Prospettive future: la troponina come strumento di previsione?
Gli autori suggeriscono che la troponina potrebbe diventare uno strumento di screening per identificare in anticipo le persone più a rischio di demenza. Come afferma Brunner: “Abbiamo bisogno di ulteriori studi per capire quanto sia affidabile questo marcatore, ma i primi risultati sono promettenti”.
Una misurazione semplice, già presente in molti esami ematici, potrebbe un giorno contribuire a creare punteggi di rischio personalizzati per prevenire il deterioramento cognitivo.
📦 Consiglio utile: un dispositivo per la salute del cuore
Vuoi monitorare la salute del tuo cuore comodamente da casa? Uno smartwatch con misurazione di frequenza cardiaca e pressione arteriosa può aiutarti a restare sotto controllo.
FAQ – Domande frequenti
Chi dovrebbe controllare i livelli di troponina?
Persone sopra i 45 anni con fattori di rischio cardiovascolari, anche se asintomatiche, potrebbero trarne beneficio.
La demenza si può prevenire?
Non completamente, ma uno stile di vita sano può ridurre significativamente il rischio.
Esistono esami predittivi per la demenza?
Attualmente no, ma la ricerca sulla troponina apre nuovi scenari di prevenzione precoce.
L’Alzheimer è una malattia ereditaria?
Solo in una piccola parte dei casi. Nella maggioranza, entrano in gioco fattori ambientali e vascolari.
Quali sono i primi segnali della demenza?
Difficoltà di memoria, problemi nel linguaggio, disorientamento, e cambiamenti nel comportamento.





