Prosopagnosia, cos’è la malattia di cui soffre Enrica Bonaccorti?

La conduttrice televisiva Enrica Bonaccorti ha rivelato di soffrire di prosopagnosia. Cos’è questa malattia? Scopriamolo nell’articolo.

Enrica Bonaccorti: “Ho la prosopagnosia”

La conduttrice televisiva Enrica Bonaccorti, classe 1949, ha rivelato ai microfoni del Corriere della Sera di soffrire di prosopagnosia.

L’attrice italiana ha dichiarato di aver vissuto in un seminterrato per tutto il periodo in cui ha lavorato in Rai: “Non sono mai stata brava a farmi valere e farmi pagare. Per decenni non ho avuto un agente o addetto stampa. Ho sempre lavorato con lo spirito della professoressa che avrei dovuto essere”.

Quindi, Bonaccorti ha raccontato di un episodio in cui non ha riconosciuto Confalonieri.

“Poi, non riconosco le persone: condivido con Brad Pitt la prosopagnosia. A un evento Fininvest chiacchieravo con un signore. Chiedo: di cosa ti occupi adesso? Lui mi fa -pat pat- sulla spalla: faccio sempre il presidente della Fininvest. Era Fedele Confalonieri”.

Cos’è la prosopagnosia?

Il termine prosopagnosia deriva dal greco prosopon (faccia) e agnosia (non conoscenza). Essa consiste quindi in un deficit cognitivo selettivo che riguarda l’incapacità di riconoscimento a livello visivo dei volti familiari.

I soggetti con prosopagnosia sono in grado di riconoscere una persona familiare da altre caratteristiche percettive (ad esempio, il tono della voce), ma possono aver problemi nel riconoscere il volto del proprio partner e, in alcuni casi estremi, anche la propria immagine allo specchio.

Alcune persone con prosopagnosia, invece, faticano nel riconoscimento visivo dei volti di soggetti visti con poca frequenza, mentre rimane intatta la capacità di riconoscere le configurazioni facciali familiari.

La prosopagnosia può essere congenita o acquisita. Nel primo caso, può essere considerata un disturbo del neurosviluppo e viene chiamata anche developmental prosopagnosia. Per quanto riguarda la prosopagnosia acquisita, invece, essa è una condizione che di solito consegue ad un infarto dell’arteria cerebrale posteriore o ad un’emorragia cerebrale.

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