Prima volta nello spazio per una coppetta mestruale: ecco com’è andata

Le mestruazioni nello spazio non sono più un tabù: testata con successo la coppetta mestruale in orbita

Coppetta mestruale nello spazio
Coppetta mestruale nello spazio

Nel primo test al mondo, una coppetta mestruale è stata lanciata nello spazio per verificare la sua resistenza: il risultato apre nuove prospettive per la salute delle astronaute.

Per anni, le astronaute hanno dovuto fare affidamento su contraccettivi ormonali per sopprimere il ciclo mestruale durante le missioni spaziali. Ma ora qualcosa sta cambiando: una coppetta mestruale è stata spedita in orbita per la prima volta nella storia.

L’esperimento si chiama AstroCup e ha portato nello spazio due coppette realizzate dall’azienda finlandese Lunette, per verificare se questo dispositivo possa essere una soluzione pratica e sicura per la gestione del ciclo mestruale durante i viaggi spaziali.

Un test rivoluzionario a 3.000 metri di altezza

Le due coppette, dal colore arancione brillante, sono state inserite in un contenitore metallico a bordo del razzo Baltasar, lanciato dal team RED (Rocket Experiment Division) dell’Instituto Superior Técnico di Lisbona, in Portogallo.

Il razzo ha raggiunto un’altitudine di 3 chilometri, sperimentando per alcuni istanti condizioni di microgravità, per poi tornare sulla Terra grazie a un paracadute.

Durante i nove minuti di volo, i ricercatori hanno monitorato in tempo reale vari parametri: pressione dell’aria, umidità, accelerazione e temperatura, per osservare come le coppette reagissero all’ambiente estremo.

I risultati: nessuna perdita, nessuna rottura

La buona notizia è arrivata pochi mesi dopo: nessuna perdita, nessuna rottura e nessuna contaminazione. Le coppette hanno resistito perfettamente alle sollecitazioni del viaggio spaziale.

Anche se il lancio è avvenuto nell’ottobre del 2022, i risultati completi sono stati pubblicati solo di recente. E aprono nuove strade per la gestione dell’igiene mestruale durante le missioni a lunga durata.

“Ogni astronauta merita un’assistenza mestruale sicura”

Aleksandra Oklinska, co-fondatrice di Lunette, ha commentato così i risultati:

“Con l’espansione dei viaggi spaziali e la crescente partecipazione femminile nelle missioni, è più importante che mai affrontare il tema del ciclo mestruale nello spazio.”

Negli ultimi anni, le donne hanno conquistato sempre più spazio nelle missioni spaziali. Basti pensare alla storica passeggiata spaziale tutta al femminile o alla missione Ax-4 guidata da Peggy Whitson, l’astronauta con più giorni trascorsi in orbita.

Eppure, la gestione delle mestruazioni resta un tema ancora poco discusso.

Perché evitare il ciclo non è sempre la scelta più salutare

Finora, molte astronaute hanno optato per la soppressione del ciclo con anticoncezionali ormonali. Ma l’uso prolungato di questi farmaci, soprattutto in condizioni estreme come lo spazio, può comportare rischi importanti:

  • aumento della tendenza alla coagulazione del sangue, con rischio di trombosi;
  • riduzione della densità ossea, problema già aggravato dalla microgravità;
  • possibili alterazioni ormonali a lungo termine.

Con missioni future verso la Luna o Marte che potrebbero durare mesi o anni, è essenziale studiare alternative sostenibili e sicure.

La parola alla scienza: “Non è colpa della coppetta, è il sistema che va rivisto”

La dottoressa Ligia F. Coelho, responsabile scientifica del progetto AstroCup, ha dichiarato:

“Il problema non è la coppetta in sé, ma il fatto che fino ad ora **nessuno ha mai fatto test concreti**. Si dà per scontato che i sistemi attuali funzionino, ma non è detto che siano i migliori.”

Coelho sottolinea come AstroCup rappresenti solo il primo passo verso una riflessione più ampia: non basta adattare l’attrezzatura, serve un cambio di mentalità. E il successo della coppetta Lunette dimostra che alternative valide esistono.

Una rivoluzione (anche culturale) nella gestione del ciclo in orbita

La coppetta mestruale non è soltanto un’opzione pratica e sostenibile: è anche un simbolo di inclusione e rispetto per le esigenze fisiologiche delle donne, anche nello spazio.

Nel dettaglio, la coppetta offre:

  • Nessuna produzione di rifiuti (al contrario degli assorbenti);
  • Nessun bisogno di scorte continue;
  • Uso prolungato (fino a 12 ore);
  • Nessuna interferenza con le funzioni corporee;
  • Sicurezza comprovata anche in condizioni estreme.

Inoltre, è già ampiamente usata sulla Terra, con risultati positivi in termini di comfort, igiene e salute.

Nuove frontiere per il benessere femminile nello spazio

Questo esperimento dimostra che anche piccoli oggetti come una coppetta possono avere un grande impatto sulla qualità della vita delle astronaute.

Non si tratta solo di comfort: la gestione del ciclo in modo sicuro e sostenibile è una questione di diritti e dignità.

L’auspicio è che, grazie a progetti come AstroCup, anche la medicina spaziale diventi più attenta alle differenze di genere, abbandonando l’approccio “unisex” che ha dominato per decenni.

FAQ – Le domande più comuni

Perché non si parla mai delle mestruazioni nello spazio?
Perché storicamente le missioni spaziali erano dominate da uomini. Le esigenze femminili sono state ignorate o trattate come problemi secondari.

La coppetta mestruale è sicura in assenza di gravità?
Sì, l’esperimento ha dimostrato che non perde, non si rompe e non si contamina anche in condizioni di microgravità.

È meglio usare la coppetta o sopprimere il ciclo?
Dipende dai casi. Ma a lungo termine, evitare il ciclo con ormoni può comportare rischi. Avere alternative come la coppetta è fondamentale.

La coppetta è riutilizzabile anche nello spazio?
Sì, con le giuste condizioni igieniche. Può durare anni e ridurre al minimo i rifiuti.

Altri dispositivi mestruali saranno testati?
È probabile. Questo è solo l’inizio di una nuova fase di ricerca.

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