Se ti svegli di notte per mangiare, potresti avere un disturbo serio

Ipergafia notturna: un disturbo alimentare poco conosciuto ma sempre più diffuso.

Chi non ha mai fatto uno spuntino notturno una tantum? Ma quando il bisogno di mangiare durante la notte diventa compulsivo e ricorrente, potrebbe trattarsi di un vero e proprio disturbo: l’iperfagia notturna.

iperfagia notturna
iperfagia notturna

Questo comportamento alimentare anomalo, recentemente riconosciuto anche nelle classificazioni ufficiali dei disturbi mentali, rappresenta una variante dell’iperfagia compulsiva. E si manifesta in modo subdolo, silenzioso, spesso accompagnato da insonnia, sensi di colpa e stanchezza cronica. In questo articolo analizziamo cosa significa soffrire di iperfagia notturna, quali sono le cause, i rischi per la salute e le possibili terapie.

Cos’è l’iperfagia notturna

L’iperfagia notturna (in inglese Night Eating Syndrome) si manifesta con un impulso incontrollabile a mangiare durante la notte. Non si tratta di un semplice spuntino: parliamo di episodi ricorrenti e compulsivi di assunzione di cibo che si verificano spesso dopo essersi svegliati o addirittura durante fasi di sonno alterato.

Chi ne soffre si alza dal letto per mangiare, spesso in stato semi-cosciente. In alcuni casi, le persone non ricordano nemmeno ciò che hanno mangiato, accorgendosene solo la mattina successiva trovando gli avanzi o le confezioni vuote. Non si tratta di fame vera e propria, ma di una compulsione difficile da controllare.

A differenza della bulimia, non sono presenti comportamenti compensatori come il vomito autoindotto o l’uso di lassativi. Questo rende l’iperfagia notturna una forma di disturbo alimentare compulsivo a sé stante, oggi riconosciuta anche nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).

Un disturbo alimentare ancora poco conosciuto

Molti pazienti con iperfagia notturna non sanno nemmeno di avere un disturbo. La vergogna, il senso di colpa e il fatto che questi episodi avvengano di notte contribuiscono a tenerlo nascosto. Si stima che circa l’1% degli adulti possa soffrirne, ma il numero reale potrebbe essere più alto, visto che il disturbo è spesso sottodiagnosticato.

Chi presenta questo comportamento, inoltre, può mostrare anche altre forme di iperfagia, come quella che si verifica durante i pasti (iperfagia prandiale) o in forma classica (binge eating disorder). I diversi tipi possono anche alternarsi nella stessa persona.

Cause dell’iperfagia notturna

Come molti disturbi del comportamento alimentare, anche l’iperfagia notturna è strettamente legata alla sfera psicologica. Le cause principali includono:

  • Insonnia cronica: la difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno è spesso al centro del problema.
  • Ansia e depressione: pensieri ossessivi e negativi aumentano la probabilità di ricorrere al cibo come forma di sollievo.
  • Altre dipendenze: le persone con iperfagia notturna possono soffrire anche di cyberdipendenza, shopping compulsivo o disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).
  • Abitudini digitali: nei giovani tra i 20 e i 30 anni si osserva spesso una coazione tra uso eccessivo di dispositivi elettronici e consumo compulsivo di cibo, specialmente nelle ore notturne.

Durante e dopo la pandemia, con il maggiore isolamento sociale, questo disturbo ha mostrato una crescita significativa, complici la solitudine e i cambiamenti nei ritmi sonno-veglia.

Fattori di rischio

L’iperfagia notturna favorisce l’aumento di peso in modo rapido e costante. Chi ne soffre assume grandi quantità di cibo durante la notte, il che porta a:

  • Sazietà prolungata durante il giorno: la persona non sente fame nei pasti principali e questo alimenta un circolo vizioso.
  • Disregolazione del ritmo alimentare: il corpo si abitua a mangiare di notte, con effetti negativi sull’equilibrio metabolico.
  • Stanchezza e difficoltà a svegliarsi: la qualità del sonno peggiora e al mattino si è meno reattivi.
  • Calori inutilizzati: di notte il corpo consuma meno energia, quindi le calorie in eccesso si accumulano con più facilità.

Conseguenze sulla salute

L’iperfagia notturna non è solo un comportamento fastidioso: può portare a conseguenze importanti per la salute, tra cui:

  • Obesità e sovrappeso
  • Diabete di tipo 2
  • Dislipidemie (colesterolo alto)
  • Disturbi del sonno cronici
  • Bassa autostima e disagio psicologico
  • Rischio cardiovascolare aumentato

Nel lungo periodo, il disturbo può compromettere seriamente la qualità della vita.

Come si diagnostica l’iperfagia notturna

Il DSM-5 prevede due criteri principali per formulare la diagnosi:

  1. Almeno il 25% dell’apporto calorico giornaliero consumato dopo cena.
  2. Presenza di risvegli notturni associati a episodi alimentari compulsivi.

Oltre a questi, il medico valuterà anche:

  • Presenza di disturbi del sonno
  • Presenza di ansia, depressione o altri disturbi psichici
  • Eventuali comportamenti ossessivi o dipendenze digitali

Il colloquio clinico, eventualmente supportato da diari alimentari o questionari, è lo strumento principale per il riconoscimento del disturbo.

Trattamenti e terapie per l’iperfagia notturna

Il percorso terapeutico dell’iperfagia notturna è simile a quello dell’iperfagia compulsiva, e prevede un approccio integrato e personalizzato, che include:

  • Ristrutturazione del ritmo sonno-veglia: lavorare sull’igiene del sonno è fondamentale per ridurre i risvegli notturni.
  • Riequilibrio alimentare diurno: garantire pasti regolari e nutrienti per limitare la fame notturna.
  • Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT): per modificare i pensieri disfunzionali legati al cibo e al sonno.
  • Farmaci antidepressivi (SSRI): come fluoxetina o sertralina, indicati nei casi con ansia o depressione associate.
  • Attività fisica adattata (APA): movimento dolce e regolare per migliorare sia il benessere psicologico che la forma fisica.

Affrontare il problema senza vergogna

L’iperfagia notturna non è una colpa né una debolezza. È un disturbo che può essere trattato con successo, purché riconosciuto in tempo. Parlare con un medico, un nutrizionista o uno psicologo può rappresentare il primo passo verso una vita più equilibrata.

FAQ – Domande frequenti

L’iperfagia notturna è comune?
Sì, anche se è poco diagnosticata, colpisce circa l’1% della popolazione adulta.

Si può curare senza farmaci?
In alcuni casi sì, attraverso psicoterapia, miglioramento del sonno e rieducazione alimentare.

È legata a depressione o ansia?
Spesso sì. Ansia e depressione sono fattori che aggravano il disturbo.

Mangiare di notte fa ingrassare?
Sì, perché il corpo brucia meno calorie di notte e si tende a scegliere cibi ipercalorici.

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