Permessi LEGGE 104: Il datore di lavoro può controllarti. Ecco come può agire

Scopri come il datore di lavoro può effettuare controlli sui lavoratori che usufruiscono dei benefici previsti dalla Legge 104

La Legge 104 è una legge italiana che tutela i lavoratori con disabilità o con familiari con disabilità, garantendo loro diritti specifici e agevolazioni. Tuttavia, è importante conoscere i limiti e le modalità con cui il datore di lavoro può effettuare controlli sui lavoratori che usufruiscono delle prerogative previste dalla Legge 104.

E’ fondamentale sapere che il datore di lavoro ha il diritto di verificare l’effettiva sussistenza della disabilità del lavoratore o del familiare per cui è richiesta l’assistenza. Questo controllo viene effettuato attraverso la valutazione della documentazione medica e certificazioni presentate dal lavoratore. In caso di sospetto di falsa dichiarazione, il datore di lavoro può segnalare la situazione all’autorità competente per ulteriori accertamenti.

Un altro aspetto cruciale riguarda il controllo sulle assenze dal lavoro. Il datore di lavoro può verificare che il lavoratore, in caso di permessi retribuiti concessi dalla Legge 104, utilizzi effettivamente il tempo concesso per assistere la persona con disabilità. Tuttavia, il controllo deve essere effettuato nel rispetto della privacy e della dignità del lavoratore e del familiare assistito. In caso di abuso dei permessi, il lavoratore può essere sanzionato e, nei casi più gravi, rischiare il licenziamento.

A tal proposito, è recente la sentenza della Cassazione che considera illegittimo il licenziamento del lavoratore che, durante il permesso 104, è stato “beccato” a leggere un libro al parco. Nel caso specifico, dell’ordinanza della sezione lavoro della Cassazione n. 7306/2023, la Corte territoriale ha ritenuto, non decisivi, gli intervalli di tempo non dedicati alla cura dei genitori da parte del lavoratore.

La Corte ha aggiunto che il nesso tra il permesso richiesto a l’assistenza al disabile non deve essere inteso “in senso così rigido da imporre al lavoratore il sacrificio, in correlazione col permesso, delle proprie esigenze personali o familiari in senso lato, ma piuttosto quale chiara ed inequivoca funzionalizzazione del tempo liberato dall’obbligo della prestazione di lavoro alla preminente soddisfazione dei bisogni della persona disabile”

Per quanto riguarda il controllo sulla residenza, il datore di lavoro può verificare che il lavoratore risieda effettivamente nel luogo dichiarato al fine di ottenere il trasferimento presso un’altra sede lavorativa più vicina al domicilio della persona con disabilità. Anche in questo caso, il controllo deve avvenire nel rispetto della privacy del lavoratore e, in caso di falsa dichiarazione, il lavoratore può incorrere in sanzioni disciplinari.

Infine, è importante sottolineare che il datore di lavoro deve rispettare la legislazione sulla privacy durante i controlli. I dati personali e sensibili del lavoratore e del familiare con disabilità devono essere trattati in modo confidenziale e nel rispetto del Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati Personali (GDPR).

Il datore di lavoro ha il diritto di effettuare controlli sui lavoratori che usufruiscono dei benefici previsti dalla Legge 104, ma tali controlli devono essere effettuati nel rispetto della privacy e della dignità delle persone coinvolte. Conoscere i propri diritti e i limiti dei controlli è fondamentale per garantire un ambiente di lavoro equo e rispettoso.

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