Perché l’alito è caldo e il soffio è freddo?

La domanda a cui cercheremo di dare una risposta potrebbe apparire fantasiosa, bizzarra in un corpo che mantiene una temperatura interna di circa 36,8°. Se da una parte la fisiologia umana può contribuire al ragionamento, la chimica sembra avere un ruolo primeggiante, di certo non marginale.

Chiudete gli occhi e iniziate ad immaginare il perché dell’alito caldo e il soffio freddo, durante la lettura il vostro flusso d’aria e pensieri prenderanno una forma ordinata.

Tra flusso d’aria, temperatura e percezione

Quante volte vi sarà capitato di soffiare dentro la tazza del caffè per velocizzare il processo di raffreddamento? Oppure di alitare sulle mani durante l’inverno per farvi calore in assenza dei guanti?

Gesti compiuti automaticamente senza rifletterci sopra, come quando stiamo guidando la macchina, persi tra i pensieri, e “ritornando” alla realtà ci troviamo già nel posto di arrivo.

Il nostro organismo mantiene una temperatura interna costante di circa 36.8° ed è “controllata” costantemente dal nostro centro termoregolatore denominato “ipotalamo” (struttura che si trova all’interno, in posizione centrale, dei due emisferi cerebrali).

Come mai il soffio è freddo mentre l’alito continua ad essere caldo?  Facciamo un po’ d’ordine.

Inspirando, l’aria che entra tramite le narici viene filtrata e riscaldata (riscaldamento centralizzato), dalla laringe accede alla trachea fino ai polmoni (organi vitali che hanno la funzione di generare lo scambio tra gas e sangue a livello degli alveoli).

Espirando, i muscoli intercostali esterni e il diaframma si rilassano, la gabbia toracica si abbassa e il diaframma s’inarca di nuovo verso l’alto favorendo l’espulsione dell’aria dai polmoni che entrerà in contatto con l’esterno.

A questo punto, nonostante la temperatura percepita (la sensazione di caldo o di freddo) possa essere differente dalla temperatura interna, l’aria emessa (alitando o soffiando), potrà essere calda o percepita fredda: entrano in campo le leggi della chimica.

Immaginando la velocità dell’aria

Creare con la mente un disegno di quanto diremo è semplice e possibile.

Provando ad alitare ci accorgeremo che l’ampiezza della bocca sarà maggiore rispetto a quando soffiamo (in quest’ultimo caso si forma una sorta di fessura simile a quella di un tubo).

Se la fessura è stretta, la velocità dell’aria emessa sarà maggiore e l’aria a contatto con l’esterno evaporerà prima (raffreddandosi di più), perdendo così il calore interno.

Al contrario, se l’ampiezza è maggiore, la velocità dell’aria emessa sarà minore (più lenta) mantenendo (almeno all’inizio) il calore interno.

Adesso non resta che sperimentare quanto appreso.

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