Ipertensione, i dati dell’Iss: un adulto su tre ne soffre senza saperlo
Gli elementi che contribuiscono all'aumento della pressione arteriosa sono molti ma i principali sembrano essere fattori di rischio comportamentali legati allo stile di vita.
L’ipertensione arteriosa – la pressione elevata esercitata contro le pareti delle arterie – rappresenta una delle principali cause di morte prematura e disabilità nel mondo, aumentando significativamente il rischio di infarto, ictus, insufficienza renale, demenza e cecità.

Indice dell'articolo
- 1 La giornata mondiale
- 2 l’Italian Health Examination Survey – Progetto CUORE dell’Iss
- 3 I dati preliminari dell’Italian Health Examination Survey
- 4 Un terzo delle persone ipertese non conosce la propria condizione
- 5 HES 2018/2019: una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica e diastolica in uomini e donne
- 6 L’obiettivo dell’OMS: riduzione relativa della prevalenza del 33% entro il 2030
- 7 Le indicazioni dell’OMS sugli stili di vita
La giornata mondiale
Ogni anno il 17 maggio si celebra la Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sui rischi legati all’ipertensione, promuovere la prevenzione e incoraggiare la corretta misurazione e gestione della pressione arteriosa.
Questa condizione colpisce circa 1 adulto su 3 a livello globale.
l’Italian Health Examination Survey – Progetto CUORE dell’Iss
Come si legge in un comunicato stampa dell’Istituto Superiore di Sanità, si parla di pressione elevata quando misurazioni effettuate su entrambe le braccia, più volte consecutivamente e in giorni differenti, danno valori di pressione arteriosa superiori o uguali a 140 mmHg per la pressione sistolica (massima) e/o a 90 mmHg per la pressione diastolica (minima).
In Italia, il Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss) conduce periodicamente l’Italian Health Examination Survey (HES) – Progetto CUORE, l’indagine che prevede l’esame di campioni di popolazione generale di età compresa tra i 35 e i 74 anni per monitorare lo stato di salute della popolazione.
I dati preliminari dell’Italian Health Examination Survey
I campioni sono stati esaminati nel 2023 e nel 2024. Ecco i risultati.
Pressione arteriosa elevata: 37% degli uomini e 23% delle donne.
Ipertensione (pressione elevata e/o in trattamento farmacologico): 49% degli uomini e 39% delle donne.
Valori medi della pressione
Uomini: sistolica 134 mmHg, diastolica 80 mmHg.
Donne: sistolica 126 mmHg, diastolica 75 mmHg.
Un terzo delle persone ipertese non conosce la propria condizione
Luigi Palmieri e Chiara Donfrancesco, ricercatori del Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Iss precisano: “Tra le persone risultate ipertese durante l’indagine circa un terzo non era consapevole di poter avere problemi di controllo della pressione arteriosa”.
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HES 2018/2019: una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica e diastolica in uomini e donne
Nel 2018/2019 rispetto alle indagini precedenti del 1998/2002 e del 2008/2012, è stata osservata una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica e diastolica sia negli uomini (1998/2002: 136/86 mmHg; 2008/2012: 132/84 mmHg; e 2018/2019: 132/78 mmHg) che nelle donne (132/82 mmHg, 126/78 mmHg e 122/73 mmHg, rispettivamente), della prevalenza di pressione arteriosa elevata (definita come pressione arteriosa sistolica>=140 mmHg o pressione arteriosa diastolica>=90 mmHg) (50%, 40% e 30% negli uomini e 39%, 25% e 16% nelle donne, rispettivamente), e di ipertensione, definita come pressione arteriosa elevata e/o uso di trattamento farmacologico specifico (54%, 49% e 44% negli uomini e 45%, 35% e 32% nelle donne, rispettivamente nelle 3 indagini). Queste tendenze temporali sono state riscontrate anche considerando i dati scorporati per classi di età e livelli di istruzione.
L’obiettivo dell’OMS: riduzione relativa della prevalenza del 33% entro il 2030
“Per contrastare la mortalità dovuta alle malattie non trasmissibili, durante la 66ª Assemblea mondiale della sanità del 2013 – ricordano Palmieri e Donfrancesco – gli Stati membri hanno elaborato un Piano d’azione globale definendo obiettivi globali che includono il raggiungimento di una riduzione relativa del 25% della prevalenza di pressione arteriosa elevata, in base alle circostanze nazionali, entro il 2025, proponendo di raggiungere una riduzione relativa del 33% entro il 2030, utilizzando il 2010 come base di riferimento”.
Le indicazioni dell’OMS sugli stili di vita
Gli elementi che contribuiscono all’aumento della pressione arteriosa sono molti ma i principali sembrano essere fattori di rischio comportamentali legati allo stile di vita, come una dieta di scarsa qualità, ricca di sodio e povera di potassio, sovrappeso e obesità, consumo di alcol, uso di tabacco, inattività fisica e l’esposizione a stress persistente. L’adozione di uno stile di vita salutare può contribuire a prevenire l’insorgenza dell’ipertensione arteriosa e gestire i livelli di pressione arteriosa nelle persone che sono in condizione di ipertensione.
“A questo proposito – riprendono Palmieri e Donfrancesco – L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce i seguenti stili di vita da adottare”:
– Consumare più frutta e verdura
– Limitare il consumo di sale mentre si cucina e scegliere cibi non troppo salati (cercare di rimanere sotto i 5 grammi al giorno di consumo di sale, che equivalgono a un cucchiaio da thè)
-Stare meno seduti
–Essere più attivi fisicamente, per esempio camminare, correre, nuotare, ballare o praticare attività di rinforzo muscolare
-Fare almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica di intensità moderata o 75 minuti a settimana di attività aerobica intensa
-Fare esercizi per aumentare la forza 2 o più giorni a settimana
–Perdere peso se si è in sovrappeso o obesi.
-Assumere i farmaci secondo le prescrizioni del medico
-Rispettare gli appuntamenti con il medico