Influenza in aumento: ecco cosa non ti dicono i numeri
Influenza stagionale, quasi un milione di contagi in una settimana: cosa sta succedendo davvero e perché il picco deve ancora arrivare
Nel pieno dell’inverno 2025-2026 l’influenza stagionale torna a farsi sentire, ma i numeri raccontano una realtà più complessa di quanto sembri.
Quasi un milione di contagi in una sola settimana. È questo il dato che ha riportato l’attenzione sull’influenza stagionale e sulle infezioni respiratorie che, come ogni inverno, colpiscono milioni di persone in Italia.
La risposta è chiara e arriva dai dati ufficiali: non si tratta solo di influenza. Dietro i numeri diffusi settimanalmente c’è un insieme molto più ampio di virus respiratori che circolano contemporaneamente e che vengono monitorati da un sistema di sorveglianza nazionale coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità.
L’ISS ha messo a disposizione una scheda informativa con otto domande e risposte per aiutare i cittadini a orientarsi tra dati, prevenzione e comportamenti corretti. Un chiarimento necessario in una fase in cui il picco non è ancora stato raggiunto e la stagione influenzale è destinata a durare ancora diverse settimane.
L’inverno, come noto, è il periodo dell’anno in cui aumenta la circolazione di agenti patogeni respiratori. La causa principale è la maggiore permanenza in ambienti chiusi, spesso poco ventilati, che facilita la trasmissione dei virus.
L’influenza è solo uno dei protagonisti. Accanto al virus influenzale circolano stabilmente anche SARS-CoV-2, Virus Respiratorio Sinciziale, Rhinovirus responsabili del comune raffreddore e altri patogeni che possono causare sintomi simili e sovrapposti.
È per questo che parlare genericamente di “influenza” può essere fuorviante. I numeri settimanali raccontano un quadro più articolato che riguarda l’insieme delle infezioni respiratorie acute.
Indice dell'articolo
- 1 Cosa misurano davvero i bollettini settimanali
- 2 Come si trasmettono i virus respiratori
- 3 Le strategie di prevenzione: il ruolo centrale del vaccino
- 4 A chi è raccomandata la vaccinazione
- 5 Cosa fare oltre al vaccino per ridurre il contagio
- 6 Quante persone si ammalano ogni anno e quando arriva il picco
- 7 La nuova definizione di caso dalla stagione 2025-2026
- 8 Antibiotici e virus: perché non funzionano
- 9 Sintomi respiratori e tamponi: cosa fare oggi
- 10 Lo sapevi che…
- 11 FAQ – Le domande più cercate online
Cosa misurano davvero i bollettini settimanali
Quando i media parlano di “milioni di italiani a letto”, il riferimento non è ai soli casi di influenza. I dati provengono dal sistema di sorveglianza integrata epidemiologica e virologica RespiVirNet, che monitora le infezioni respiratorie acute, indicate con la sigla ARI.
Questo sistema rileva i casi causati non solo dal virus influenzale, ma anche da SARS-CoV-2, Virus Respiratorio Sinciziale, Rhinovirus, virus Parainfluenzali, Adenovirus, Metapneumovirus, Bocavirus e altri Coronavirus umani.
Il monitoraggio epidemiologico stima il numero complessivo di infezioni respiratorie presenti nella popolazione. Parallelamente, il monitoraggio virologico consente di capire quali virus stanno circolando e in quale proporzione.
In termini pratici, su 100 casi di infezioni respiratorie segnalati, una quota può essere attribuita all’influenza, un’altra al COVID-19 e un’altra ancora ad altri virus. Questo spiega perché i numeri complessivi siano elevati anche in stagioni influenzali considerate di media intensità.
Come si trasmettono i virus respiratori
I virus respiratori sono presenti durante tutto l’anno, ma in inverno trovano condizioni ideali per diffondersi con maggiore facilità. Temperature basse, finestre chiuse e maggiore vicinanza tra le persone aumentano il rischio di contagio.
La trasmissione avviene prevalentemente attraverso l’aria. Le goccioline di saliva prodotte parlando, tossendo o starnutendo possono essere inalate da chi si trova nelle vicinanze, soprattutto in ambienti affollati e chiusi.
Un’altra modalità di contagio è la deposizione diretta delle goccioline sulle mucose di bocca, naso e occhi. A questo si aggiunge la trasmissione per contatto diretto, come nel caso delle mani contaminate che vengono portate al viso.
Esiste infine il contatto indiretto, attraverso oggetti e superfici toccate da persone infette. È per questo che l’igiene delle mani rimane una delle misure più efficaci di prevenzione.
Le strategie di prevenzione: il ruolo centrale del vaccino
Tra le misure di prevenzione disponibili, la vaccinazione rappresenta la strategia principale per ridurre il rischio di malattia e soprattutto di complicanze.
Il vaccino è disponibile per alcuni degli agenti patogeni che circolano in inverno e consente di diminuire la probabilità di sviluppare forme gravi, polmoniti e la necessità di ricovero.
Per l’influenza, la vaccinazione o il richiamo sono consigliati ogni anno. I virus influenzali, infatti, mutano frequentemente e rendono necessaria una protezione aggiornata stagione dopo stagione.
Il raggiungimento di livelli elevati di copertura vaccinale è considerato fondamentale per ridurre l’impatto dell’influenza in termini di malattia, complicanze e decessi, in particolare tra le persone più vulnerabili.

A chi è raccomandata la vaccinazione
La vaccinazione è raccomandata in modo prioritario alle categorie fragili. Rientrano in questo gruppo gli anziani e le persone con patologie croniche che possono aumentare il rischio di complicanze.
La raccomandazione riguarda anche gli operatori sanitari e i caregiver, con l’obiettivo di ridurre il rischio di infezione e proteggere le persone assistite.
La vaccinazione è comunque consigliata anche al resto della popolazione, sempre seguendo le indicazioni del medico di medicina generale o del pediatra, che può valutare il singolo caso.
Cosa fare oltre al vaccino per ridurre il contagio
Accanto alle misure farmacologiche, come la vaccinazione e l’uso di antivirali quando prescritti, esistono comportamenti quotidiani che aiutano a ridurre il rischio di infezione o di trasmissione del virus.
Le indicazioni principali includono:
- lavare regolarmente le mani e asciugarle in modo corretto
- mantenere una buona igiene respiratoria, starnutendo o tossendo in un fazzoletto o nell’incavo del gomito
- restare a casa in presenza di sintomi respiratori febbrili, soprattutto nella fase iniziale
- evitare il contatto stretto con persone che presentano sintomi attribuibili all’influenza
- evitare di toccarsi occhi, naso e bocca
- arieggiare frequentemente i locali chiusi
Si tratta di misure semplici, ma efficaci, che contribuiscono a limitare la diffusione dei virus respiratori.
Quante persone si ammalano ogni anno e quando arriva il picco
Ogni stagione invernale coinvolge un numero molto elevato di persone. In generale, in Italia si registrano ogni anno tra i 12 e i 16 milioni di casi di infezione respiratoria.
Non è possibile stabilire all’inizio della stagione se l’andamento sarà di alta o bassa intensità. Anche il momento del picco varia di anno in anno.
Storicamente, il picco dell’incidenza delle infezioni respiratorie si colloca tra la fine di dicembre e la fine di febbraio. Non esistono strumenti in grado di prevedere con precisione quando verrà raggiunto.
Un aspetto importante da considerare è che, una volta superato il picco, il numero di infezioni non diminuisce bruscamente. Il calo è graduale e i livelli rimangono elevati anche nelle settimane successive.
La nuova definizione di caso dalla stagione 2025-2026
A partire dalla stagione 2025-2026 è stata introdotta una definizione di caso più ampia. Ora vengono inclusi tutti i sintomi che concorrono a definire un’infezione respiratoria acuta.
La definizione comprende l’insorgenza improvvisa dei sintomi e almeno un sintomo respiratorio, come tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria, raffreddore o naso che cola, con infezione attestata mediante diagnosi clinica.
Questo cambiamento contribuisce a spiegare l’aumento dei casi registrati e rende il sistema di sorveglianza più aderente alla realtà clinica.
Antibiotici e virus: perché non funzionano
Una delle domande più frequenti riguarda l’uso degli antibiotici. La risposta è netta: gli antibiotici non sono efficaci contro virus come quelli dell’influenza o del COVID-19.
Questi farmaci agiscono esclusivamente contro i batteri. Assumerli senza una precisa indicazione medica non solo è inutile, ma favorisce la resistenza batterica, rendendo più difficili da curare eventuali infezioni future.
Gli antibiotici devono essere utilizzati solo quando il medico li prescrive per infezioni batteriche confermate.
Sintomi respiratori e tamponi: cosa fare oggi
Rispetto al periodo pandemico, non esistono attualmente obblighi di legge sull’esecuzione dei tamponi per il COVID-19 o per altri virus respiratori.
Effettuare un tampone può comunque essere utile in alcune situazioni, ma sempre dopo aver consultato il medico di base o il pediatra, che può valutare l’opportunità dell’esame in base ai sintomi e al contesto clinico.
Come funziona il sistema di sorveglianza RespiVirNet
In Italia è attivo un sistema di sorveglianza integrato coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità con il contributo del Ministero della Salute e il supporto di Regioni e Province Autonome.
Il sistema RespiVirNet è operativo dalla stagione 1999-2000 e si basa su una rete di pediatri di libera scelta e medici di medicina generale, definiti medici sentinella.
Questi professionisti segnalano i casi di infezione respiratoria acuta osservati tra i loro assistiti. Parallelamente, medici del territorio e ospedali collaborano alla raccolta di campioni biologici per identificare i virus circolanti.
L’ISS elabora i dati epidemiologici e virologici a livello nazionale e pubblica un rapporto settimanale integrato. Le analisi virologiche vengono effettuate dai laboratori della rete RespiVirNet e dal Centro Nazionale per l’Influenza dell’ISS.
Il Centro fa parte della rete internazionale coordinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e di quella europea coordinata dall’ECDC. I dati vengono trasmessi settimanalmente agli organismi internazionali.
Lo sapevi che…
Non tutte le infezioni respiratorie che causano febbre e tosse sono influenza. In molte stagioni, altri virus possono essere responsabili della maggioranza dei casi, pur producendo sintomi molto simili.
FAQ – Le domande più cercate online
L’influenza è già al picco?
No. Storicamente il picco si colloca tra fine dicembre e fine febbraio e non è prevedibile con precisione.
I numeri settimanali indicano solo l’influenza?
No. Si tratta di stime delle infezioni respiratorie acute complessive.
Il vaccino antinfluenzale protegge al 100%?
No. Riduce il rischio di malattia grave e complicanze, ma non elimina del tutto la possibilità di infezione.
Posso prendere antibiotici se ho l’influenza?
No. Gli antibiotici non agiscono contro i virus.
Fare un tampone è obbligatorio?
No. Non esistono obblighi, ma può essere utile su consiglio del medico.
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