Nuovo test per scoprire l’Alzheimer prima dei sintomi

Riuscire a diagnosticare l’Alzheimer e altre forme di demenza molti anni prima della comparsa dei sintomi: è questo l’obiettivo di uno studio innovativo condotto nel Regno Unito.

Un team di ricercatori dell’Università di Southampton, nel sud dell’Inghilterra, sta sviluppando un test nasale semplice e veloce che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui la demenza viene diagnosticata. Secondo gli scienziati, sarebbe possibile individuare tracce di proteine associate alla malattia già nel tessuto nasale di persone che non mostrano ancora alcun segnale clinico.

Alzheimer
Alzheimer

Lo studio, riportato dal Daily Mail, apre la possibilità di realizzare analisi rapide con un tampone o una scansione della mucosa nasale, in grado di individuare quelle che i ricercatori definiscono “firme uniche”, segnali molecolari che potrebbero indicare la predisposizione o l’insorgenza della malattia anni o addirittura decenni prima.

Una nuova strada tra naso e cervello

Secondo gli scienziati, la chiave di questa scoperta starebbe nell’esistenza di un collegamento diretto tra il cervello e il naso, una sorta di via di comunicazione mai sfruttata prima nella diagnosi di malattie neurodegenerative.

“Abbiamo dimostrato per la prima volta che esiste un percorso di comunicazione tra il cervello e il naso. Il prossimo passo è capire se questo può essere usato per fare diagnosi precoci davvero efficaci”, ha spiegato la professoressa Roxana Carare, che guida il progetto.

Il gruppo di ricerca è ora al lavoro su uno studio clinico che coinvolge 50 pazienti affetti da demenza con corpi di Lewy, una forma specifica della malattia che interessa circa 140.000 persone nel Regno Unito.

Due proteine come marcatori chiave

Durante il test, i ricercatori analizzeranno la presenza di due proteine cerebrali nel tessuto nasale:

  • Alfa-sinucleina, considerata il segno distintivo della demenza con corpi di Lewy.
  • Neurofilamento light, una proteina già utilizzata in ambito clinico per monitorare la progressione dell’Alzheimer e associata alla degenerazione cerebrale in generale.

Entrambe le proteine sono state individuate anche in campioni di tessuto nasale prelevati da adulti sani durante operazioni ai seni paranasali. Secondo la ricerca, i livelli più elevati si osservano nei pazienti più anziani, suggerendo che l’accumulo potrebbe aumentare con l’età.

Ma il punto cruciale sarà stabilire se chi ha una diagnosi confermata di demenza presenta un modello unico di distribuzione o concentrazione di queste proteine rispetto a soggetti sani.

Diagnosi in pochi minuti e cure personalizzate

L’obiettivo del team britannico è ambizioso: creare un test capace di offrire risultati in pochi minuti, con una procedura minimamente invasiva, utilizzabile anche su larga scala.

Oltre alla diagnosi precoce, i ricercatori sottolineano come questa tecnologia possa aiutare i medici a distinguere le diverse forme di demenza, personalizzando le cure in base al tipo specifico della malattia.

In un momento in cui stanno emergendo nuove terapie farmacologiche, che sembrano essere più efficaci se somministrate nelle fasi iniziali della patologia, avere a disposizione uno strumento diagnostico anticipato può fare la differenza tra un trattamento efficace e uno tardivo.

Verso un test laser per il futuro

Il progetto, finanziato dalla Jean Corsan Foundation, è già in fase di sviluppo avanzata. Il team è in trattativa per realizzare una tecnologia diagnostica basata sulla luce laser, in grado di analizzare direttamente i tessuti del naso e individuare le proteine target senza necessità di prelievi invasivi.

“C’è ancora molto lavoro da fare, ma abbiamo le basi per qualcosa che potrebbe davvero trasformare il modo in cui affrontiamo la demenza”, ha dichiarato il professor Rami Salib, co-responsabile del progetto presso il University Hospital di Southampton.

I ricercatori stanno inoltre valutando se esistano pattern precoci nelle persone più giovani, che potrebbero prevedere l’insorgenza della malattia con largo anticipo. Un’ipotesi che, se confermata, renderebbe il test uno strumento rivoluzionario per la medicina preventiva.

Un aiuto anche per il sistema sanitario

Attualmente, ottenere una diagnosi di demenza richiede anni di attesa, tra liste infinite per le risonanze cerebrali e visite presso cliniche della memoria. Un test rapido, semplice e accessibile potrebbe alleggerire il carico sul sistema sanitario, riducendo i tempi e migliorando l’accesso alle cure.

Nel Regno Unito, la demenza rappresenta ancora la principale causa di morte, con oltre 76.000 vittime ogni anno. La possibilità di agire prima, grazie a una diagnosi tempestiva, potrebbe salvare migliaia di vite e migliorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti.

FAQ – Domande frequenti

🧪 Come funziona il test nasale per la demenza?
Si basa sull’analisi delle proteine presenti nella mucosa nasale. Può essere effettuato con un tampone o con una scansione a luce laser.

🧠 Si può davvero scoprire l’Alzheimer prima dei sintomi?
Secondo i ricercatori, alcune “firme molecolari” nel naso possono indicare un rischio elevato anni prima dell’insorgenza dei sintomi.

⏱️ Quanto tempo richiederà il test?
L’obiettivo è ottenere risultati in pochi minuti, rendendolo adatto anche a controlli di routine.

💊 Serve per tutti i tipi di demenza?
Il test potrebbe aiutare a identificare diverse forme, come Alzheimer e demenza con corpi di Lewy.

🇮🇹 È disponibile in Italia?
Al momento no. Lo studio è in corso nel Regno Unito, ma potrà avere applicazioni internazionali se validato.

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