“Era solo un’indigestione”: la diagnosi sbagliata che ha ucciso un 42enne

Il 42enne Kristian Hudson, maratoneta e in perfetta salute, è morto per un infarto dopo che i sintomi erano stati attribuiti a una semplice indigestione

Kristian Hudson era un uomo in forma eccezionale. Maratoneta, ex campione di Ju-Jitsu e descritto dagli amici come “l’uomo più in forma del pianeta”, non aveva mai avuto problemi di salute. Eppure, il 42enne di Huddersfield, nel West Yorkshire, è morto improvvisamente per un infarto, poche settimane dopo che i medici dell’ospedale avevano liquidato i suoi dolori al petto come semplici sintomi di indigestione.

Kristian Hudson
Kristian Hudson

Oggi la sua famiglia, devastata, chiede che il personale dell’NHS venga ritenuto responsabile per la morte, che – secondo l’inchiesta – sarebbe stata evitabile con una corretta valutazione clinica.

Il dolore al petto ignorato e il ritorno a casa

Come raccontato dal Daily Mail, era il 14 febbraio quando Hudson si è recato al New Cross Hospital di Wolverhampton, lamentando forti dolori al petto. I medici, senza effettuare esami approfonditi, hanno diagnosticato un “dolore da indigestione” e lo hanno dimesso, come emerso nel corso dell’inchiesta giudiziaria tenutasi a Bradford.

Poche settimane dopo, Hudson si è accasciato a terra durante una corsa, colpito da un infarto fatale.

“Se avessero seguito le linee guida NHS, sarebbe ancora vivo”

Durante l’udienza, la coroner assistente per il West Yorkshire, Caroline Chandler, ha sottolineato che l’ospedale non ha seguito le linee guida previste per i pazienti con dolore toracico.

«Contrariamente a quanto raccomandato, non è stato effettuato un test della troponina, che avrebbe potuto identificare la sua malattia cardiaca e, in tal modo, ricevere un trattamento», ha dichiarato.

«Se ci fosse stata una corretta escalation delle cure, è possibile, secondo il bilancio delle probabilità, che la patologia sarebbe stata individuata e trattata, e che non sarebbe morto in quel momento».

La troponina è una proteina rilasciata nel sangue quando il muscolo cardiaco subisce danni. In base alle linee guida del NHS, i pazienti con dolore al petto dovrebbero essere sottoposti a un esame del sangue per rilevarne i livelli: un aumento è un possibile segnale di infarto.

L’ECG normale, ma senza firma

L’inchiesta ha inoltre rivelato che l’elettrocardiogramma (ECG) di Hudson, che registra la frequenza e il ritmo cardiaco, risultava normale. Tuttavia, non esiste alcuna firma ufficiale a conferma dei risultati, un dettaglio che getta ulteriori ombre sulla gestione del caso.

La madre: “Non era mai stato malato in vita sua”

A denunciare pubblicamente quanto accaduto è stata la madre di Kristian, Debra Hudson, che ha ricordato la straordinaria salute del figlio.

«Fin da quando era piccolo, a parte la varicella, non si è mai ammalato. Mai un giorno di assenza da scuola, nessuna tosse, raffreddore, influenza, mal di testa. Assolutamente nulla», ha detto.

«I suoi amici lo chiamavano “l’uomo più in forma del pianeta” e i suoi colleghi dicevano che aveva una voglia di vivere che tutti avrebbero voluto avere».

Secondo la donna, la morte del figlio è stata causata da una catena di errori evitabili.

«Questo rafforza la nostra convinzione che la direzione e i vertici del New Cross Hospital abbiano delle domande a cui rispondere», ha aggiunto.

«Niente ci riporterà Kristian, ma un’indagine o un’azione concreta potrebbero evitare futuri decessi simili. È straziante pensare che abbia perso la vita perché qualcuno non ha fatto il proprio lavoro. Vogliamo giustizia, nella speranza che nessun’altra famiglia debba soffrire come noi».

Kristian Hudson

“Nessuno è mai ritenuto responsabile”

La madre ha anche criticato l’apparente mancanza di responsabilità nel sistema sanitario:

«Non sembra esserci mai responsabilità per chi prende decisioni che portano a conseguenze catastrofiche. Sembra che ricevano solo un po’ più di formazione e vengano invitati a non ripetere l’errore. Questo in nessun’altra professione sarebbe tollerato».

La risposta del NHS Trust

Il Royal Wolverhampton NHS Trust ha ricevuto tempo fino a venerdì 19 dicembre per rispondere ufficialmente alle conclusioni del coroner.

Joe Chadwick-Bell, amministratore delegato del gruppo, ha dichiarato:
«Vogliamo esprimere le nostre più sincere condoglianze alla famiglia del signor Hudson. A causa delle discussioni in corso, non possiamo rilasciare ulteriori commenti in questo momento».

Uno studio ribalta la credenza sul “malore improvviso”

L’inchiesta sulla morte di Kristian Hudson arriva mentre una nuova ricerca internazionale suggerisce che quasi tutte le persone che subiscono un infarto, ictus o scompenso cardiaco avevano già segnali di allarme evidenti anni prima.

Lo studio ha seguito milioni di pazienti in due continenti, rivelando che oltre il 99% dei soggetti colpiti da un evento cardiovascolare aveva almeno un fattore di rischio importante, spesso ignorato o non trattato.

Il più comune era l’ipertensione (pressione alta), presente in più di 9 persone su 10.

Questi dati smentiscono l’idea diffusa che le patologie cardiache colpiscano improvvisamente anche persone senza alcuna avvisaglia.

Lo sapevi che…?

  • Il test della troponina è considerato uno degli esami più importanti per individuare un danno cardiaco precoce.
  • Secondo il NHS, tutti i pazienti con dolore toracico devono essere sottoposti ad ECG e test enzimatici entro poche ore.
  • Le malattie cardiovascolari causano circa 18 milioni di morti l’anno nel mondo, e rappresentano il 25% di tutti i decessi nel Regno Unito.
  • Le ospedalizzazioni per infarti tra i 30 e i 40 anni sono in aumento negli ultimi anni, secondo i dati del Servizio Sanitario Britannico.
  • Una diagnosi tempestiva può ridurre drasticamente la mortalità da infarto, che oggi è ancora tra le principali cause di morte improvvisa.

FAQ

Chi era Kristian Hudson?
Un uomo di 42 anni in eccellenti condizioni fisiche, residente a Huddersfield. Maratoneta, ex campione di Ju-Jitsu e impiegato presso la polizia.

Cosa è accaduto all’ospedale?
Hudson si è recato in ospedale con dolori al petto. I medici gli hanno diagnosticato un’indigestione senza effettuare il test della troponina.

Avrebbe potuto essere salvato?
Secondo la coroner, sì. Un corretto test avrebbe potuto rilevare la patologia cardiaca e permettere un trattamento tempestivo.

Cosa chiede la famiglia?
Giustizia e responsabilità. I familiari vogliono che il personale sanitario coinvolto sia chiamato a rispondere delle proprie decisioni.

Come ha risposto l’NHS?
L’amministratore delegato ha espresso cordoglio ma non ha rilasciato dichiarazioni dettagliate, in attesa della risposta ufficiale alle conclusioni del coroner.

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