“Mangiavo un’arancia al giorno”: il drammatico racconto di Miriana Trevisan sui disturbi alimentari
Miriana Trevisan, showgirl, conduttrice televisiva e scrittrice, ha recentemente parlato pubblicamente dei suoi disturbi alimentari, vissuti sia durante l'adolescenza che dopo il divorzio, raccontando in modo dettagliato le difficoltà affrontate in quei periodi.
Miriana Trevisan, showgirl, conduttrice televisiva e scrittrice, ha recentemente parlato pubblicamente dei suoi disturbi alimentari, vissuti sia durante l’adolescenza che dopo il divorzio, raccontando in modo dettagliato le difficoltà affrontate in quei periodi.

Adolescenza e lavoro in TV: “Mangiavo un’arancia al giorno”
Trevisan ha spiegato che i suoi problemi sono iniziati da giovanissima, quando si era fissata con l’ideale fisico delle ballerine di danza classica. Ha raccontato: “A 14 anni avevo deciso che dovevo diventare come le ballerine di danza classica, era diventata una fissazione per me. I miei genitori lavoravano tutto il giorno quindi riuscivo a nascondere tutto, mangiavo un’arancia al giorno…Ho fatto 2 mesi così. Non avevo fame? No, era una guerra con me stessa, era più forte la voglia di raggiungere quell’obiettivo. Volevo essere magra anche se già lo ero, io non mi vedevo magra”.
In un’altra intervista ha aggiunto: “Non mi sentivo abbastanza. Ero convinta che si potesse mangiare soltanto mezza arancia al giorno. I miei non se ne accorgevano perché indossavo maglioni larghi, mentre il mio maestro di danza mi disse: ‘Se ti vedo ancora dimagrire, qui non entri più’”.
Questi episodi sono avvenuti durante i primi anni di carriera, quando la pressione dell’ambiente televisivo e della danza era molto forte.
Le difficoltà dopo il divorzio
Il secondo momento critico è arrivato in età adulta, dopo la fine del matrimonio con Pago. Trevisan ha raccontato: “La sofferenza nervosa dopo il matrimonio, ero arrivata a pesare 44 kg…Mia madre mi seguiva in casa con il cucchiaio per farmi mangiare. Dopo il divorzio non riuscivo più a mangiare”.
Queste dichiarazioni rappresentano un racconto diretto e consapevole delle difficoltà vissute e superate.
Gli altri problemi di salute e il supporto della famiglia
Miriana ha affrontato anche l’endometriosi, che ha impattato sulla sua salute e sulle sue abitudini alimentari, portandola infine a un’isterectomia.
Ha ribadito come sia riuscita a superare questi momenti difficili grazie al supporto di persone vicine, alla ripresa delle normali abitudini alimentari e a un percorso di consapevolezza personale.
Cosa sono i disturbi alimentari
I disturbi alimentari, noti anche come disturbi del comportamento alimentare (DCA) o disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), sono patologie psichiatriche caratterizzate da un rapporto patologico con il cibo, il peso e la percezione del proprio corpo. Questi disturbi compromettono la salute fisica, il benessere psicologico e il funzionamento sociale di chi ne soffre, e possono essere potenzialmente mortali se non trattati adeguatamente.
Tipi principali e come si distinguono
I disturbi alimentari si presentano in diverse forme, ognuna con caratteristiche specifiche:
– Anoressia nervosa: restrizione alimentare estrema, paura intensa di ingrassare, immagine corporea distorta, sottopeso marcato
– Bulimia nervosa: abbuffate ricorrenti seguite da comportamenti compensatori (vomito, lassativi, esercizio fisico eccessivo)
– Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating): abbuffate ricorrenti senza comportamenti compensatori, spesso associato a sovrappeso o obesità
– Disturbi atipici o NAS/EDNOS: comportamenti alimentari anomali che non rientrano pienamente nelle categorie classiche (es. ortoressia, vigoressia, drunkoressia, emetofobia, anginofobia, sindrome mastica e sputa).
Questi disturbi possono manifestarsi in qualsiasi fase della vita e colpire persone di ogni genere, anche se sono più frequenti tra adolescenti e giovani adulti, soprattutto di sesso femminile.
Segnali d’allarme: come riconoscerli
Riconoscere un disturbo alimentare non è sempre semplice, perché i segnali possono essere sottili e confusi con comportamenti apparentemente salutari. I principali campanelli d’allarme includono:
Segnali comportamentali
– Ossessione per il controllo del cibo, conteggio ossessivo delle calorie, diete estreme
– Digiuno, saltare pasti, esclusione di interi gruppi alimentari
– Abbuffate segrete, episodi di vomito autoindotto o uso di lassativi/diuretici
– Eccessivo esercizio fisico, anche se stanchi o infortunati
– Evitare pasti in compagnia, isolamento sociale, rifiuto di mangiare con la famiglia
– Interesse esagerato per ricette, cucina, programmi culinari senza mangiare
Segnali fisici
– Oscillazioni di peso marcate, perdita o aumento rapido di peso
– Pelle secca, capelli fragili, unghie deboli
– Sensazione di freddo costante, amenorrea (assenza di ciclo mestruale)
– Segni di malnutrizione, debolezza, problemi digestivi
Segnali psicologici ed emotivi
– Senso di colpa o vergogna dopo aver mangiato
– Umore instabile, irritabilità, ansia, depressione
– Autostima legata esclusivamente al peso o all’aspetto fisico
– Pensieri ricorrenti su cibo, peso, forma del corpo
Se questi segnali si presentano in modo persistente o combinato, è importante non sottovalutarli e rivolgersi a un esperto.
Cosa fare per curarsi
La cura dei disturbi alimentari richiede un approccio multidisciplinare e personalizzato, che coinvolge diversi specialisti. Ecco i consigli utili.
1. Intervento precoce
– Riconoscere tempestivamente i segnali d’allarme migliora le possibilità di guarigione e riduce il rischio di complicanze.
2. Consultare specialisti
– Il primo passo è rivolgersi al medico di base, a uno psicologo o a un centro specializzato in DCA, che potrà indirizzare verso un’équipe multidisciplinare.
3. Trattamento multidisciplinare
– Terapia psicologica (psicoterapia individuale, familiare o di gruppo), con approcci efficaci come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT-E)
– Riabilitazione nutrizionale con l’aiuto di un nutrizionista o dietista per ristabilire abitudini alimentari sane
– Monitoraggio medico per gestire le complicanze fisiche e nutrizionali
– In alcuni casi, terapia farmacologica di supporto (ad esempio antidepressivi per la bulimia o il binge eating)
– Supporto sociale e familiare fondamentale per il recupero
4. Strategie di auto-aiuto e gestione
– Tenere un diario alimentare e delle emozioni
– Imparare tecniche di gestione dello stress e delle emozioni
– Coltivare interessi e relazioni sociali positive
5. Percorso di guarigione
- Il recupero è un processo lungo, con possibili ricadute, ma con il giusto supporto la guarigione è possibile. La pazienza, la perseveranza e il mantenimento di una rete di supporto sono elementi chiave.
In conclusione, i disturbi alimentari sono malattie complesse e gravi, ma riconoscere i segnali d’allarme e chiedere aiuto tempestivamente può fare la differenza. Un percorso di cura personalizzato e multidisciplinare, insieme al sostegno di familiari e professionisti, rappresenta la strada più efficace per la guarigione.